Scritti di

Massimiliano Kolbe

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissima Mamma! 

    Quando sei stata qui da noi 1, ti abbiamo riferito che cinque chierici di Leopoli e due di Cracovia  dovevano andare all'estero per gli studi.  

    Ora è giunto un ordine del p. Provinciale [Pellegrino Haczela]: partiranno sette chierici, ma solo dei  nostri (di Leopoli) 2, poiché quelli di Cracovia avrebbero molte difficoltà da superare a causa del diverso  ordinamento nel programma degli studi teologici nelle varie località.  

    Partirà per Roma (per la filosofia) anche uno di noi 3 (Massimiliano).  

    Ivi frequenteremo l'università “Gregorianum”. 

    Mentre gli altri miei compagni si sono recati per alcuni giorni in famiglia, io sono rimasto, perché  Papà sta qui e con te, Mamma, ci siamo visti dopo le vacanze; quasi tutti gli altri non rivedevano da tre  anni la loro casa paterna. In compenso, in questi ultimi due giorni mi hanno permesso di stare con Pa pà dove, quando e per quanto tempo voglio. 

    A Peppino 4 non ho scritto nulla, poiché tu, Mamma, sicuramente andrai da lui per la festa di tutti i  Santi e gli racconterai tutto. 

    Chiedo, infine, una particolare preghiera: solo di questa, infatti, ho bisogno; al resto ci pensa lo stesso santo Ordine religioso, come un'ottima mamma.  

    I pericoli di laggiù sono moltissimi: ho sentito, ad esempio, che le donnacce provocano anche i reli giosi e, malgrado ciò, dovrò andare e tornare dalla scuola tutti i giorni. 

    Desidererei ancora che tu, Mamma, dicessi a Peppino che gli chiedo un ricordo nella s. Comunione  e che preghi s. Antonio per me, anche se brevemente.  

    Se questo santo (come Peppino mi ha scritto) non gli ha negato mai nulla, lo esaudirà anche in  questa occasione e mi proteggerà. 

    Ora mi sto preparando per il viaggio.  

    Partiremo questa sera e mercoledì [30], verso mezzogiorno, saremo a destinazione, dato che viag geremo con un treno diretto.  

    Alle ore 13 probabilmente saremo a Pontebba e alle 22 a Bologna (gli italiani contano il tempo fino  alle ore 24). 

    Dopo il viaggio forse avrò qualcosa di interessante da scrivere. 

    Ora ci raccomandiamo caldamente alle tue preghiere. 

    Massimiliano

      

    I figli sempre riconoscenti. 

    Nota 1.1: E’ bene notare che p. Kolbe, facendo uso di forme ed espressioni tipiche polacche, si rivolge alla mamma adope rando la terza persona singolare, e ciò è talvolta arduo da rendere in italiano corrente. Così, ad esempio, andrebbe tradotto,  alla lettera, l'inizio di questo primo documento: “Carissima Mamma! Quando la Mamma è stata da noi, abbiamo riferito alla  Mamma che cinque chierici...”. Tale è lo stile epistolare polacco, con il quale p. Kolbe si esprime normalmente nella sua cor rispondenza, sia con la mamma sia con i confratelli, soprattutto con i superiori.  

    Nota 1.2: In tale occasione si recarono a Roma per completare gli studi i seguenti chierici dei Frati Minori Conventuali: Lo dovico König, Anselmo Kubit, Ugolino Czyż, Rainerio Goscinski, Luca Krukar, Felice Wilk e Massimiliano Kolbe.  Nota 1.3: Fr. Massimiliano e fr. Valeriano (Francesco) Kolbe dimoravano insieme a Cracovia per gli studi.  Nota 1.4: Giuseppe Kolbe, poi p. Alfonso, fratello di fr. Massimiliano. 

    Nota 1.5: Nell'originale manca la firma di fr. Valeriano

  • S.l. Gesù Cristo 

    Carissima Mamma! 

    È trascorsa una settimana ormai dal giorno del nostro arrivo a Roma.  

    Del viaggio, che durò due giorni e due notti, ci sarebbe molto da raccontare, poiché ci si presenta vano paesaggi sempre nuovi.  

    Ma di questo, se il Signore lo permetterà, parleremo a voce al momento opportuno. Per ora ti faccio sapere soltanto che stiamo molto bene.  

    Con noi sette 2 ci sono qui anche dieci polacchi d'America 3.  

    Il nostro Collegio è davvero internazionale, perché oltre a noi polacchi ci sono: 

    tre tedeschi 4

    due ungheresi 5, un ceco 6, un croato 7,  

    uno dell'isola di Malta 8 e molti italiani 9.  

    Si possono, quindi, udire le più svariate lingue. 

    Già da lunedì frequentiamo l'università “Gregorianum”, ma solo per la filosofia e la matematica (le  altre materie vengono insegnate nel nostro collegio). 

    Siamo stati tre volte nella Basilica di s. Pietro e ho già visto molte cose interessanti. Ti chiedo soprattutto di pregare per me. 

    Il figlio sempre affezionato 

    fr. Massimiliano 

    Il mio indirizzo è: Collegio Serafico - via di s. Teodoro - Roma - Italia. 

    Kolbe e i chierici polacchi 

    Nota 2.1: Data del timbro postale. 

    Nota 2.2 : Cf. SK 1, nota 1.  

    Nota 2.3 Erano i chierici di origine polacca, della Provincia religiosa di s. Antonio negli USA: Ambrogio Chrzanowski, Pietro  Hajna, Cirillo Kita, Giovanni Kurowski, Ignazio Kusz, Agostino Maciejewski, Camillo Marosz, Benedetto Przemielewski, Car lo Ratajczak, Gregorio Zabłoński.  

    Nota 2.4 I chierici della Provincia religiosa dell'Immacolata Concezione negli USA: Cuthbert Dittmeier, Michele Frenke, Car lo Neukirch.  

    Nota 2.5 Giuseppe Fery e Albino Meszaros.  

    Nota 2.6 Teodoro Kalab. 

    Nota 2.7 Per l'esattezza, i chierici della Provincia religiosa iugoslava (dalmata) erano due: Lorenzo Bari e Rocco Mijat.  Nota 2.8 Gerardo Levanzin.  

    Nota 2.9 Erano i chierici delle diverse Province religiose italiane dei Frati Minori Conventuali, tra i quali: Bernardino Rizzi  della Provincia di Padova, Quirico Pignalberi della Provincia romana, Giuseppe Abate della Provincia di Sicilia. L'Elenchus  Alumnorum Collegii Seraphici Internationalis de Urbe O.F.M.Conv. al n. 277 annota che fr. Massimiliano “ingressus 29 X  1912... discessit 23 VII 1919”.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissima Mamma! 

    La tua lettera l'ho ricevuta oggi (da noi, infatti, consegnano la corrispondenza soltanto il giovedì,  che è giorno di vacanza, e la domenica; tuttavia per caso avevo saputo che era arrivata fin da lunedì). 

    La situazione non è proprio così cattiva come avevo sentito e ti avevo scritto in precedenza.  Gli italiani hanno certamente ben altro da fare che molestare noi.  

    Dopo tutto, di solito noi andiamo in gruppo; perciò, se qualcuno avesse voglia di importunarci, do vrebbe pensarci bene, per non ricevere un'adeguata risposta da noi. 

    Sto scrivendo nell'aula comune di studio, la quale, nel tempo stabilito, è come una stanza privata,  ma, dato che oggi non c'è scuola, si fa più ricreazione e c'è un po' di tempo libero.  

    Siamo appena tornati dal passeggio, durante il quale non manca mai una visita al ss. Sacramento  e in chiese sempre diverse, poiché ce ne sono circa 300.  

    Oggi siamo stati in quella dedicata a s. Cecilia, poiché domani è la sua festa: vi si cantavano i ve spri solenni.  

    Mi ha impressionato molto il bel canto del coro di uomini e ragazzi (in confronto i nostri dovrebbero  nascondersi!) e la illuminazione di un centinaio di lampadari con dodici candele ciascuno.  

    Nella chiesa gremita erano presenti quasi solo chierici e sacerdoti delle più svariate parti del mon do (ci sono a Roma, come ho sentito, circa 30.000 tra religiosi e suore).  

    La chiesa è l'antico palazzo di s. Cecilia, la casa però è stata un po' trasformata.  Da un lato abbiamo visto perfino la sua stanza da bagno.  

    Nella chiesa c'è anche il sarcofago con le sue reliquie: è qui che è stata martirizzata.  Tutto ciò suscita davvero una enorme impressione (oh! mi sto dilungando troppo). Nella festa di s. Stanislao Kostka siamo stati nella sua stanza, trasformata ora in cappella. Abbiamo visitato pure il famoso Colosseo, dove venivano martirizzati i cristiani.  

    L'intero suolo dell'anfiteatro è impregnato del sangue dei martiri; per questo un Pontefice, per evi tarne la profanazione, ordinò di ricoprirlo con quattro metri e mezzo di terra. 

    Riguardo a quella faccenda 1, parlerò oggi stesso con il p. Rettore [Domenico Tavani]. 

    Il mio indirizzo è:  

    fr. Massimiliano, Collegio Serafico, via di s. Teodoro n. 41/F, Roma, Italia. 

    Mi raccomando alle tue preghiere (neppure io me ne scordo). 

     fr. Massimiliano 

    Nota 3.1 L'ingresso di Maria Kolbe in un istituto di Suore Francescane di Assisi.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissima Mamma! 

    Ho ricevuto la tua lettera ed anche la cartolina di Peppino; ringrazio di cuore per gli auguri. Riguardo a quella faccenda 2, ti faccio sapere che ho ottenuto l'autorizzazione ad interessarmene,  anzi!  

    Avevo persino detto al p. Rettore [Domenico Tavani] che tu, Mamma, temevi per questo: ma egli  mi ha tranquillizzato e come prova migliore di ciò mi permette di andare dal p. Penitenziere [Serafino  Majcher], anzi lui stesso mi dà delle indicazioni.  

    Proprio oggi sono stato dal p. Penitenziere, il quale mi ha detto che se tu, Mamma, desideri andare  ad Assisi, non ci saranno difficoltà; neanche la lingua sarà di impedimento, perché ci sono pure delle  suore tedesche e qualcosa si farà.  

    Prima, però, che io mi occupi di questa faccenda, è necessario che tu, Mamma, ottenga il consen so dal babbo in modo ufficiale, davanti al vescovo 3.  

    Il vescovo certamente non solleverà nessuna difficoltà; comunque spetta a lui prendere in conside razione il caso.  

    Del resto, tu, Mamma, puoi facilmente farti istruire sul da farsi o dalle suore o dai nostri Francesca ni di Leopoli.  

    Se vuoi, Mamma, puoi rivolgerti anche al nostro p. Provinciale [Pellegrino Haczela].  Quando poi tutto questo sarà stato completato, il Penitenziere p. Serafino scriverà ad un suo cono scente ad Assisi per chiedere ospitalità alle Suore Francescane 4.  

    Gli impedimenti di cui ho scritto sopra verranno così a cadere, come ho riferito nella mia preceden te lettera 5

    Di nuovo c'è soltanto questo: giovedì siamo stati in udienza dal santo Padre [Pio X]. Si è svolta  magnificamente ed in maniera insolita: normalmente, infatti, essa consiste nella benedizione, mentre  per noi ci fu il bacio della mano prima e dopo l'udienza, un indirizzo di saluto del p. Rettore e la risposta  del santo Padre. 

    Invio quindi la benedizione del santo Padre a tutti i parenti; di conseguenza anche a te, Mamma, e  a Peppino.  

    Quando scriverai al Babbo riferisci che trasmetto la benedizione del s. Padre sia a lui che a fr. Va leriano. 

    Siamo stati anche dal cardinale Protettore [Merry del Val].  

    Chiedo una preghiera. 

    Riconoscente 

    fr. Massimiliano 

    Nota 4.1 Data del timbro postale. 

    Nota 4.2 Cf. SK 3, nota 1.  

    Nota 4.3 Già a Pabianice, in data 9 VII 1908, Giulio Kolbe aveva dato alla moglie il consenso scritto di emettere il voto di  castità perfetta (Dokumenty I, fotocopia); tuttavia non bastava, poiché l'atto non era stato redatto alla presenza del vescovo.  Nota 4.4 Con ogni probabilità si tratta delle Suore Francescane Missionarie di Assisi, o “del Giglio”, fondate ad Assisi nel  

    1702 da p. Giuseppe Antonio Marcheselli, frate minore conventuale, e dalla terziaria francescana Angela Maria del Giglio.  Nota 4.5 La lettera è stata smarrita.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissima Mamma! 

    Ho ricevuto la tua cartolina la sera del giorno 9.  

    Il giorno seguente mi sono recato da p. Serafino, il quale mi ha promesso di scrivere subito ad As sisi e di portarmi personalmente la risposta, dato che desiderava farci visita in Collegio.  Ma si vede che non ha avuto tempo di venire da noi, perché fino a ieri, 18, non è venuto.  Sempre ieri, poi, alcuni dei nostri chierici si sono recati nella basilica di s. Pietro, nel giorno della  festa [della Cattedra di s. Pietro] per lucrarvi l'indulgenza; si sono incontrati con p. Serafino e mi hanno  portato la sua risposta: cioè che egli ha già scritto a tre case religiose.  

    Dalla prima gli hanno risposto che non ricevono in età piuttosto avanzata 1

    Dalla seconda, bavarese, che non ricevono se non dalla Baviera.  

    Dalla terza che non accettano nessuno, perché loro stesse non hanno di che mangiare.  Sia fatta la volontà del sapientissimo Iddio. 

    Tu, Mamma, potresti far presente tutta questa faccenda al p. Provinciale [Pellegrino Haczela] (è un  consiglio di p. Serafino).  

    Egli forse potrà risolvere la cosa molto in fretta.  

    Riguardo agli altri impedimenti, p. Serafino potrà essere sempre di aiuto. 

    Chiedo una frequente preghiera. 

    fr. Massimiliano 

    Nota 5.1 Maria Kolbe contava allora 43 anni.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissimo Fratello! 

    Poiché mi si presenta l'occasione, invio anche a te almeno alcune parole.  

    Non potendo, però, scrivere molto su una cartolina, spedirò in questi giorni alla Mamma una lettera  più ampia.  

    Da quella verrai a conoscenza di alcune novità. 

    Poco tempo fa sono stati qui a Roma dei polacchi, in prevalenza dalla provincia di Poznań, benché  ci fossero anche parecchi della Galizia e del Regno di Polonia 1.  

    Dopo aver visitato Roma, alcuni di essi sono partiti per il Congresso Eucaristico di Malta, altri per  visitare Napoli e altri ancora hanno fatto subito ritorno in patria. 

    Qui a Roma, in quest'anno giubilare 2, hanno avuto luogo solenni funzioni religiose, presiedute  principalmente da cardinali o arcivescovi.  

    Comunque, nella lettera alla Mamma scriverò di più. 

    Ora ti domando caldamente di pregare per me e per il nostro Ordine. 

    fr. Massimiliano 

    Nota 6.1 Il cosiddetto “Regno di Polonia”, costituito nel 1815 dal Congresso di Vienna.  

    Nota 6.2 Giubileo indetto in occasione del 16 centenario dell'editto di Milano, emanato dall'imperatore Costantino - cf. pure  SK 7.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissima Mamma! 

    Ho ricevuto la tua lettera subito dopo aver spedito la mia ultima; per questo non ti ho dato alcuna  risposta. 

    Riguardo alle notizie da Roma, se volessi descrivere nei dettagli tutto ciò che si trova qui, dovrei  scrivere grossi volumi: Roma, infatti, è un grande reliquiario che conserva le ossa e il sangue dei santi  ed insieme un magnifico monumento della città dei Cesari, che governavano il mondo intero allora co nosciuto.  

    Accanto alle catacombe, alle chiese con i loro ricchi reliquiari, è tutto pieno di ruderi, qui delle anti che mura, là del palazzo dei Cesari, delle Terme e molte altre cose.  

    Di fronte al nostro collegio, ad esempio, si estende un vero cimitero: le rovine del palazzo dei Ce sari, circondate di verde, si estendono su un alto colle; più in basso si può ammirare una zona tutta ri coperta di colonne spezzate e di avanzi di palazzi.  

    Sullo sfondo appare, ormai cadente, il Colosseo, il cui suolo è tutto impregnato del sangue dei  martiri.  

    Per questo motivo, un Pontefice lo fece ricoprire di uno strato di terra alto alcuni metri.  Ora però tralascio ulteriori descrizioni, perché tutto ciò si può trovare nei libri o nelle guide di Ro ma. 

    Anzitutto, dunque (non so se l'ho già scritto) la morte si aggira per questi paraggi in modo assai  improvviso. 

    Così, ad esempio, è morto il Cardinale Vicario di Roma [Pietro Respighi], una sorella del santo Pa dre [Pio X, Rosa Sarto], la fondatrice delle Suore Giuseppine e, alla Gregoriana, il celebre professore di  filosofia De Maria.  

    La morte ha cercato di avvicinarsi anche al nostro santo Padre, ma ora, grazie a Dio, il pericolo è  passato e, in segno di ringraziamento, è stato cantato il “Te Deum” nella basilica di s. Pietro. Poco dopo aver inviato la mia ultima lettera sono stato, tra l'altro, anche nella basilica di s. Pietro,  dove, come in altre chiese, si sono svolte le splendide funzioni della settimana santa, alla presenza di  molti cardinali.  

    In precedenza mi avevano detto che sarebbe stata impartita la benedizione con la reliquia della s.  Croce, con il chiodo con cui Gesù fu inchiodato sulla croce e con il sudario di s. Veronica. E infatti, dopo la funzione, un cardinale ha impartito la benedizione da una loggia interna della ba silica.  

    Non ho potuto vedere bene la reliquia della s. Croce ed il chiodo perché ero troppo lontano, ma du rante la benedizione con il sudario di s. Veronica mi sono fatto prestare gli occhiali da uno dei miei con fratelli e ho guardato: davanti a me si potevano intravvedere i lineamenti del volto di Gesù, miracolo samente impressi sul sudario di s. Veronica.  

    Ho chinato il capo come gli altri, mentre nell'aria si diffondeva il suono delle campane che annun ciava il termine della benedizione. 

    Quest'anno - ricorrendo il 1.600 anniversario della vittoria di Costantino, che diede la pace alla  Chiesa dopo tante persecuzioni - si svolgono a Roma solenni funzioni presiedute dalle più alte perso nalità della Chiesa e accompagnate dalle più note cappelle musicali italiane. 

    Poco tempo fa è stato qui anche un pellegrinaggio polacco: ha sostato a Roma una intera settima na; alcuni poi sono andati a Malta per il Congresso Eucaristico, altri a Napoli, i rimanenti invece sono  tornati in patria.  

    Sono pure giunti l'arcivescovo Bilczewski, con il quale hanno parlato alcuni dei nostri della Galizia,  il vescovo Wałęga e, come ho sentito, il vescovo Pelczar. 

    In questi ultimi giorni è arrivato in collegio il p. Otmar che è stato in Palestina per motivi di studio.  Forse durante l'anno sosterrà l'esame di laurea in sacra Scrittura, che finora nessun francescano  ha potuto ottenere, perché questa disciplina è la più difficile di tutte.

    Di noi qui in collegio, invece, qualcuno ha sostenuto l'esame per il presbiterato; uno per il diacona to e alcuni galiziani (più anziani [di me] nell'Ordine) l'esame per gli ordini minori. Negli ultimi giorni è successo il seguente fatto: circa due mesi fa è morto, dopo una breve malattia,  (durò più o meno tre giorni) uno degli alunni del collegio tedesco.  

    Qualche mese prima era stato ordinato sacerdote e in precedenza era stato premiato per gli studi.  Ebbene, Mamma, vuoi sapere una cosa?  

    Qualche giorno fa abbiamo cominciato a leggere in refettorio la sua biografia; se il Signore vorrà, è  possibile che tra non molto lo potremo vedere sugli altari 1

    Ieri poi per commemorare la liberazione della Chiesa ai tempi di Costantino, Roma è stata illuminata in  modo meraviglioso.  

    Diceva il p. Penitenziere [Serafino Majcher] che in vent'anni, da quando si trova a Roma, non ave va mai visto una cosa simile. 

    Faccio infine sapere che nel mese di luglio darò un esame 2; domando perciò con insistenza una  preghiera, perché ho molto bisogno di grazie, di moltissime grazie per far fronte all'impegno. Il figlio sempre riconoscente 

    fr. Massimiliano 

    Nota 7.1 Giovanni Battista Coassini, S.J., morto nel 1912. La biografia, dal titolo: Un seminarista modello dei nostri giorni.  Giovanni Battista Coassini, alunno del Collegio Germanico-Ungarico, Roma 1913, è stata scritta dal gesuita p. Ferdinando  Ehrenborg.  

    Nota 7.2 L'esame del primo anno di filosofia.

  • S.l.G.C. 

    Carissima Mamma! 

    Innanzi tutto ringrazio di cuore per la lettera: sento veramente sopra di me le benedizioni che tu,  carissima Mamma, mi invii in ogni lettera.  

    Sento pure le tue preghiere e per questo ti mando un sincero “Iddio ti ricompensi”. Riguardo a quel problema 1, ieri sono stato da p. Serafino e ho ricevuto una risposta positiva.  Mi ha detto pertanto di scrivere alla Rev.ma Badessa affinché sia così gentile da chiarire dettaglia tamente tutta la questione e da indicare a chi essa verrebbe affidata.  

    Quanto alla lingua per farsi capire da p. Serafino è sufficiente il polacco.  

    Il suo indirizzo è il seguente: Molto Rev.do Padre Provinciale, p. Serafino Majcher, Penitenziere  Apostolico, Roma, Italia. 

    Quanto a noi, abbiamo vissuto in questo periodo dei momenti assai sereni. 

    Negli ultimi giorni di giugno si è svolta nel nostro collegio la solenne consacrazione al dolcissimo  Cuore di Gesù; infatti quest'anno tutto il nostro Ordine si consacra a questo Cuore santissimo.  Le sacre funzioni nella cappella del nostro collegio sono durate tre giorni.  

    Nei primi due, al mattino, dei cardinali celebravano la Messa comunitaria e dalle loro mani riceve vamo la santa Comunione.  

    Alla sera, invece, si svolgeva la funzione, con predica, finita la quale i cardinali impartivano la be nedizione con il santissimo Sacramento.  

    Nel terzo giorno [30 VI], poi, ha celebrato la santa Messa pontificale l'arcivescovo Ranuzzi, mag giordomo del Papa (governatore del Vaticano). 

    Alla fine ci ha impartito la benedizione papale con annessa l'indulgenza plenaria.  Durante la funzione vespertina lo stesso arcivescovo ha tenuto la predica, dopo di che ha avuto  luogo l'atto solenne della consacrazione al dolcissimo Cuore di Gesù ed un cardinale ha impartito la  benedizione con il santissimo Sacramento. 

    Il santo Padre, inoltre, ci aveva permesso, per il terzo giorno della solennità, di celebrare la santa  Messa e l'ufficio del sacratissimo Cuore di Gesù. 

    Ha pure concesso per l'altare maggiore il privilegio di altare gregoriano 2

    In questo tempo sono stato due volte alla pubblica udienza del santo Padre. 

    Una folla di migliaia di persone - benché non sia facile ottenere il biglietto di ingresso - stipava il  cortile di s. Damaso. 

    Annunciato dal rullo dei tamburi e dalla musica suonata dalla banda delle guardie svizzere che si  trovavano nel cortile, il Papa apparve al balcone vestito di abiti bianchi, circondato dai dignitari che lo  accompagnavano.  

    Immediatamente lo salutò uno scroscio di applausi. 

    Il santo Padre rivolse amorosamente lo sguardo come un padre sui suoi figli e come un re sui suoi  sudditi.  

    Sì, qui lui è anche re. Infatti, da un lato sventola la bandiera bianco gialla, nel cortile sono schierati  i soldati e i gendarmi del Papa, e il popolo lo riconosce anche come proprio sovrano.  Ma, qualche passo più in là, davanti al portone del Vaticano, ci stanno i poliziotti italiani...  Eppure qui egli è anche re.  

    Gli applausi erano così calorosi che il suono della banda non si sentiva neppure e verso il cielo si  innalzavano le acclamazioni di “evviva”. 

    All'improvviso la musica cessò e gli applausi si smorzarono, la folla si inginocchiò: allora il Papa,  vicario del Signore Gesù sulla terra, con voce sicura pronunciò: “Sit nomen Domini benedictum”. “Ex  hoc nunc et usque in saeculum” 3, risposero i più vicini.  

    Quindi alzò la mano per benedire, le teste si abbassarono e, in un grande silenzio, con la sua voce  chiara impartì la benedizione: “Benedicat vos - Omnipotens Deus - Pater - et Filius - et Spiritus Sanctus  4. “Amen”, fu la risposta osannante della folla. 

    Immediatamente riprese la musica e gli applausi di migliaia di mani rintronarono fra le mura del cortile.  Il santo Padre, ringraziando affabilmente con la mano per la visita, disparve dietro i battenti della porta  del balcone.  

    La banda continuò, tuttavia, a suonare un pezzo dopo l'altro per il “finale”. 

    Per finire, ti faccio sapere che la mattina del primo di luglio 5 ho sostenuto l'esame.  Grazie al dolcissimo Cuore di Gesù e a Colei che è stata concepita senza peccato - alla quale  debbo tutto ciò che ho di buono - mi è andato bene.  

    Ora approfitto delle vacanze per rimettermi fisicamente, in modo da incominciare il nuovo anno  scolastico con maggior lena.  

    Per la festa di s. Bonaventura qui in collegio terminano gli esami, dopo di che partiremo per le va canze nella cittadina di Zagarolo, dove abbiamo un convento abbastanza grande. Chiedo perciò caldamente una preghiera, perché durante le vacanze è facile lasciarsi andare spiri tualmente. 

    Il figlio sempre riconoscente 

    fr. Massimiliano 

    Nota 8.1 Cf. SK 3, nota 1.  

    Nota 8.2 Un sacerdote che celebra sull'altare gregoriano o privilegiato può applicare l'indulgenza plenaria in favore del de funto per il quale celebra la s. Messa.  

    Nota 8.3 Sia benedetto il nome del Signore - Ora e sempre. 

    Nota 8.4 Vi benedica Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.  

    Nota 8.5 Nell'originale fr. Massimiliano scrive “giugno”. Dal libretto d'iscrizione di fr. Massimiliano alla Pontificia Università  Gregoriana (conservato nell'archivio di Niepokalanòw) risulta che l'esame finale del primo anno di filosofia ebbe luogo il pri mo giorno di luglio. Cf. pure SK 7 .

  • S.l.G.C 

    Carissimo Fratello! 

    Ho saputo da una lettera che fr. Valeriano mi ha scritto da Kalwaria che tu sei a Czyszki, perciò ti  scrivo subito, perché almeno so dove indirizzare.  

    Ti scrivo solo con la matita, perché in questo momento non ho con me neppure l'inchiostro.  Attualmente mi trovo (sono arrivato appena ieri) a Zagarolo, una cittadina situata ad un'ora di treno  da Roma. 

    Le vacanze si prospettano magnifiche.  

    Il nostro convento è situato su un'altura, circondato da vigneti, boschi e montagne. Ti auguro serene vacanze e, abbracciandoti affettuosamente, ti raccomando di pregare per me. Sempre tuo affezionato fratello 

    fr. Massimiliano 

    Il mio indirizzo 2: S. Maria - Zagarolo (vicino a Roma) - Italia. 

    Nota 9.1 La località e la data vennero stabilite in base al timbro postale presente sulla cartolina e ad un confronto con la let tera n. 8.  

    Nota 9.2 Nell'originale l'indirizzo è scritto in lingua italiana.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissimo Fratello! 

    Sono tornato in questi giorni a Roma, dopo le vacanze trascorse a Zagarolo.  

    La tua cartolina l'ho ricevuta a Zagarolo.  

    Fr. Valeriano mi ha scritto che tu, dopo il ritorno da Czyszki, sei diventato il pittore del convento.  Auguri per la tua nuova professione; anch'io durante le vacanze mi son dato da fare per scaraboc chiare qualcosa con la matita o con il pennello.  

    Mamma mi ha scritto, tra l'altro, che sei rimasto solo a Leopoli.  

    Anche a questo ti abituerai un po' alla volta.  

    Presto o tardi ti dovevi pur separare da lei 1

    Certamente avrai saputo che qui a Roma si è svolto il Capitolo Generale nel quale il nostro p. Pro vinciale [Pellegrino Haczela] è stato eletto Socio Generale. 

    Raccomandandomi alle tue fervorose preghiere, ti auguro ogni bene, sia per le cose dell'anima e  del corpo che della mente. 

    fr. Massimiliano 

    Sono stato qui 2 in passeggiata il giorno prima di ritornare a Roma. 

    fr. Massimiliano 

    Nota 10.1 Cf. SK 11, nota 1.  

    Nota 10.2 La cartolina illustra il panorama di Tivoli.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissimo Fratello! 

    Sono tornato in questi giorni a Roma, dopo le vacanze trascorse a Zagarolo. 

    La tua cartolina l'ho ricevuta a Zagarolo. 

    Fr. Valeriano mi ha scritto che tu, dopo il ritorno da Czyszki, sei diventato il pittore del convento.  Auguri per la tua nuova professione; anch'io durante le vacanze mi son dato da fare per scaraboc chiare qualcosa con la matita o con il pennello.  

    Mamma mi ha scritto, tra l'altro, che sei rimasto solo a Leopoli.  

    Anche a questo ti abituerai un po' alla volta.  

    Presto o tardi ti dovevi pur separare da lei 1

    Certamente avrai saputo che qui a Roma si è svolto il Capitolo Generale nel quale il nostro p. Pro vinciale [Pellegrino Haczela] è stato eletto Socio Generale. 

    Raccomandandomi alle tue fervorose preghiere, ti auguro ogni bene, sia per le cose dell'anima e  del corpo che della mente. 

    fr. Massimiliano 

    Sono stato qui 2 in passeggiata il giorno prima di ritornare a Roma. 

    fr. Massimiliano 

    Nota 11.1 Dall'ottobre 1913 (sicuramente dal giorno 13 e forse anche prima) sino alla morte, avvenuta il 17 III 1946, Maria  Kolbe dimorò stabilmente presso le Suore Feliciane a Cracovia, in via Smoleńsk.  

    Nota 11.2 Il poscritto finale indica che la presente cartolina è stata spedita lo stesso giorno di quella a Giuseppe Kolbe (SK  10), anche se il timbro dell'ufficio postale di partenza reca su ambedue la data: 29 X 1913.  

    Nota 11.3 Il “Capitolo Generale intermedio” dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali ebbe luogo a Roma nei giorni 7-10 X  1913.  

    Nota 11.4 P. Leone Greulich e p. Giacinto Fudzilski - cf. SK 13, nota 1.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissima Mamma! 

    Oggi, festa di Pasqua, anche se a causa della lontananza non posso dividere con te il tradizionale  uovo benedetto (come si usa da noi), tuttavia posso almeno effettuare ciò che si fa subito insieme con  tale gesto, vale a dire inviarti alcune parole di augurio.  

    Non voglio augurarti né la salute, né il successo.  

    Perché? Ecco, perché desidero augurarti qualcosa di più bello, qualcosa di così buono che nessu no, nemmeno Dio stesso, potrebbe augurarti di meglio. 

    “Pertanto, auguro che in te, Mamma, si compia in tutto la volontà di Dio, che è il migliore di tutti i  padri; e che tu possa compiere in ogni cosa la sua volontà”.  

    È quanto di meglio posso augurarti.  

    Nemmeno il Signore 1 potrebbe augurare a te, Mamma, qualcosa di più e di meglio. Quanto a me, il tempo corre con la velocità di un lampo.  

    Non scrivo molto, perché in verità mi manca il tempo per farlo, ed anche perché il p. Vicario Gene rale [Domenico Tavani] ha raccomandato di non tenere una corrispondenza troppo fitta. Non vi è stato nulla di importante in questo periodo, eccetto questo: è mancato poco che perdessi  un dito (il pollice) della mano destra. 

    Mi si era formato qualcosa come un ascesso.  

    Malgrado le premure del medico del collegio, il pus non cessava di formarsi.  

    Ad un certo momento il medico constatò che l'osso stesso cominciava ad essere leso; era neces sario un piccolo intervento chirurgico di raschiamento dell'osso.  

    Udito questo, dissi di possedere una medicina migliore.  

    Infatti, avevo ricevuto dal p. Rettore [Luigi Bondini] un po' di acqua miracolosa di Lourdes.  Mentre me la dava, mi aveva raccontato pure la vicenda di una sua guarigione prodigiosa.  All'età di dodici anni si era ammalato ad un piede; un osso della pianta del piede andava lentamen te in cancrena e il dolore non lo lasciava dormire: a volte urlava di dolore.  

    Era necessario amputargli il piede. 

    Una sera si dovevano riunire i medici per un consulto.  

    Sua madre, vedendo ciò che stava accadendo, con un gesto disperato adottò una terapia del tutto  nuova; buttò via le bende che ricoprivano il piede, lo lavò con del sapone, quindi lo risciacquò con l'ac qua miracolosa di Lourdes. Il p. Rettore, dopo tanto tempo, per la prima volta si assopì.  Dopo 15 minuti si svegliò: era guarito.  

    Il miracolo era evidente; ma il medico, miscredente, si sforzava di spiegare diversamente il fatto.  Tuttavia, allorché qualche giorno più tardi si staccò dal piede un pezzo di osso guasto, il medico si  rese conto di trovarsi di fronte ad un fatto straordinario: l'osso stava andando effettivamente in  cancrena, ma si era staccato ed era uscito miracolosamente.  

    In seguito a questo fatto il medico si convertì e si impegnò a costruire una chiesa a proprie spese. Il  p. Rettore, dopo l'applicazione dell'acqua miracolosa, era proprio guarito ed era in grado di camminare,  ma non poteva calzare la scarpa a motivo dell'escrescenza che gli era rimasta.  Però, dopo che l'osso guasto si fu staccato, tutto ritornò normale. 

    Ebbene, il nostro medico, saputo che io avevo dell'acqua di Lourdes, me l'applicò egli stesso con  gioia.  

    E che cos'è successo? All'indomani, invece dell'operazione all'osso mi son sentito dire dal chirurgo  dell'ospedale che l'intervento non era più necessario.  

    Dopo alcune medicazioni ero completamente guarito.  

    Gloria al Signore Iddio, dunque, e all'Immacolata. 

    Chiedendo caldamente una preghiera. Il figlio sempre riconoscente 

    fr. Massimiliano 

    Nota 12.1 Normalmente - come si usa in Polonia - p. Massimiliano accompagna il nome di “Dio” con l'apposizione “il Signo re”: Pan Bog, il Signore Dio

  • S.l.G.C.! 

    Carissima Mamma! 

    Chiedo scusa se non ti ho risposto subito, ma il fatto di dover sostenere un esame a distanza di un  mese da quando ho ricevuto la tua lettera, mi ha indotto ad attendere per farti sapere qualcosa anche  circa l'esito dell'esame stesso, che ho dato il 24 u.s.: grazie al Signore Iddio e a Colei che è stata con cepita senza peccato, mi è andato bene, nonostante avessi da portare un programma quasi doppio ri spetto allo scorso anno.  

    Adesso, perciò, sono già in vacanze; e per la fine di luglio partirò, con alcuni miei compagni, per  Zagarolo (come l'anno scorso).  

    Non ci andremo tutti, perché una parte rimarrà a Roma; altri, quelli più deboli di salute, si recheran no a Ravello, in un convento presso il mare. 

    Quanto ai voti [solenni], li emetterò dopo il ritorno dall'America del p. Vicario Generale [Domenico  Tavani] e del p. Socio [Pellegrino Haczela] (il nostro ex p. Provinciale della Galizia), dove si sono recati  per visitare le due province americane di origine polacca e tedesca 1

    Alla fine di quest'anno scolastico il santo Padre [Pio X] ha espresso, in una lettera, il suo compia cimento per il profitto degli alunni dell'università “Gregorianum” e come dimostrazione di questo ha of ferto tre medaglie d'oro da consegnare a quegli studenti che hanno conseguito il dottorato con il pun teggio più elevato.  

    Il p. Rettore [Luigi Caterini, S.J.] ci ha letto le parole del Papa nel cortile dell'università.  In segno di riconoscenza, uno scroscio di applausi ha accompagnato la lettura del messaggio e nel  pomeriggio le lezioni sono state sospese. 

    Ma c'è una cosa più importante: il santo Padre ha prescritto, da ora in poi, a tutti coloro che conse guono qualsiasi grado accademico, di prestare il giuramento contro il modernismo.  Io pure, perciò, nello stesso giorno in cui ho sostenuto l'esame, ho prestato questo giuramento, in sieme con gli altri, nella chiesa di S. Ignazio. 

    Finora tale giuramento interessava soltanto coloro che conseguivano la laurea; d'ora in poi è este so a tutti i gradi accademici. 

    L'altro ieri sono stato ad un'udienza del santo Padre. Si è svolta nel cortile di s. Damaso, dove era no riunite circa 10.000 persone. 

    Abbiamo dedotto questa cifra dal fatto che uno di noi aveva un numero di biglietto che superava di  poco i 9.900.  

    Ancora prima che apparisse il s. Padre, nel cortile suonava la banda vaticana. 

    All'ora stabilita, dopo il segnale dato dalle trombe, il s. Padre si è mostrato al balcone, ha impartito  a tutti noi la benedizione e tra migliaia di applausi è scomparso dietro le imposte del balcone. Chiedo una preghiera. 

    Il figlio sempre riconoscente 

    fr. Massimiliano 

    Peppino mi ha scritto che sta per entrare in noviziato 2 e che i suoi studi vanno molto bene. 

    Nota 13.1 La Provincia religiosa (dell'Immacolata Concezione) dei Frati Minori Conventuali di origine tedesca negli USA fù  fondata nel 1872, mentre la Provincia (di s. Antonio) di origine polacca venne divisa nel 1905 da quella dell'Immacolata  Concezione. Una seconda Provincia (di s. Bonaventura) di origine polacca negli USA sorse nel 1939, dalla divisione della  Provincia di s. Antonio.  

    Nota 13.2 Terminato il ginnasio a Leopoli, Giuseppe Kolbe vestì l'abito dei Frati Minori Conventuali, assumendo il nome di  fr. Alfonso e iniziò, sempre a Leopoli, il noviziato.

  • S.l.G.C.! 

    Carissima Mamma! 

    Non ho scritto prima, perché abbiamo avuto scuola fino a ieri; ed anche adesso mando soltanto  una cartolina, perché arrivi più sicuramente.  

    Dopo l'ultima lettera, giunta prima delle vacanze, non ho ricevuto più alcuna notizia da te, Mamma,  fors'anche per il fatto che attualmente molta corrispondenza va perduta, specialmente le lettere.  Da Papà, invece, è ormai un anno che non ricevo posta.  

    Che ne è di lui e di Peppino?  

    Qual è l'indirizzo di fr. Valeriano? 

    Quest'anno è difficile augurare “Liete” Feste; auguriamoci, almeno, che il Bambino Gesù porti pace  alla nostra povera Patria e all'Europa intera. 

    Chiedo una preghiera 

    fr. Massimiliano 

    Dopo le vacanze, grazie a Dio e gloria all'Immacolata, ho emesso i voti solenni ed ho ricevuto gli  ordini minori1

    Nota 14.1 Fr. Massimiliano ricevette la tonsura il 28 X 1914 dalle mani del Vicario di Roma, card. Basilio Pompilj, nel Colle gio Pio Latino Americano. Emise la professione solenne - aggiungendo al proprio nome religioso quello di “Maria” - nelle  mani del Vicario Generale dell'Ordine, p. Domenico Tavani, nella solennità di tutti i Santi del 1914. Lo stesso giorno ricevet te i primi due ordini minori dal card. Pompilj nel collegio “Angelicum”. Sempre dal card. Pompilj il 29 XI dello stesso anno ri cevette gli altri due ordini minori nella cappella del seminario lateranense.

  • Sia lodato Gesù Cristo 

    Carissima Mamma! 

    Ho ricevuto oggi la cartolina e, secondo il tuo desiderio, rispondo subito.  

    Ti avevo scritto una cartolina di auguri per le Feste con alcune notizie.  

    Non so se l'avrai ricevuta.  

    Perciò, ora ti auguro la più copiosa benedizione da parte del Bambino Gesù. 

    Inoltre, ti faccio sapere che - grazie al Signore Iddio e gloria alla Vergine santissima - ho emesso i  voti solenni ed ho ricevuto la tonsura e i quattro ordini minori.  

    Nella professione ho assunto anche il nome “Maria”. 

    Ho saputo di fr.Valeriano e domanderei il suo indirizzo1.  

    Che ne è di Papà e di Peppino, perché è ormai da lungo tempo che non mi scrivono. Ti chiedo una preghiera, perché ne ho molto bisogno per corrispondere degnamente alla vocazio ne. 

    Il figlio sempre affezionato 

    fr. Massimiliano M. Kolbe 

    La corrispondenza deve essere indirizzata come segue: “Roma Italia” e non “Rzym Włochy”, per ché alla posta hanno corretto cosi. 

    Nota 15.1 Fr. Valeriano Kolbe allo scoppio della prima guerra mondiale si era arruolato tra i legionari che combattevano per  l'indipendenza della Polonia.

  • S.l.G.C.! 

    Carissima Mamma! 

    Qui a Roma (come del resto in tutto il mondo) si sono svolte funzioni religiose per la pace. Nella  basilica di s. Pietro ha avuto luogo una funzione presieduta dal santo Padre [Benedetto XV] in persona  e io ho avuto la fortuna di parteciparvi. 

    Negli ultimi giorni è successo qui un fatto abbastanza doloroso: il Tevere è straripato nelle vicinan ze di Roma ed ha provocato gravi danni; persino a Roma alcune strade erano inondate. Ma mi affretto a farti sapere il principale motivo di questa cartolina: grazie a Dio e gloria all'Immaco lata, Peppino è vivo e dimora al sicuro in convento. 

    L'ho saputo dal p. Socio [Generale, Pellegrino Haczela], che ne ha avuto notizia dallo stesso p.  Guardiano del convento 1

    Chiedo una preghiera, soprattutto per mantenermi fedele alla grazia di Dio. 

    Il figlio sempre affezionato 

    fr. Massimiliano 

    Nota 16.1 Si trattava del convento di Leopoli, di cui era Guardiano p. Paolo Pelczar.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Carissima Mamma! 

    A dire il vero non ho molto tempo, soprattutto a causa degli esami che si avvicinano, ma mi sento  in dovere di rettificare il tuo giudizio circa l'espressione di fr. Valeriano: “Ho chiesto un parere al confes sore e privatamente”, perché tu, Mamma, mi scrivi invece che egli non si è consigliato con nessuno in  convento.  

    Qui la colpa è mia, poiché ho riportato solo una parte del suo scritto riguardo a tale questione, e  perciò il senso non è risultato chiaro.  

    Egli infatti scrive: “Quanto al mio arruolamento 1... ho chiesto un parere al confessore e privata mente: tutti mi hanno approvato per questo”, poi aggiunge: “solo che dovrò fare la domanda, dopo la  guerra, di essere ricevuto nuovamente [nell'Ordine]”. 

    Da queste ultime parole ho dedotto immediatamente che egli aveva chiesto consiglio mentre era  fuori del convento (probabilmente dopo esserne uscito). 

    Nelle tue ultime due lettere, Mamma, hai scritto qualche parola per il p. Socio [Pellegrino Haczela].  Debbo ammettere che non ho avuto ancora l'occasione di mostrargliele.  

    Egli abita a 15 minuti di strada da noi: non è molto; ma, d'altra parte, noi non usciamo da soli dal  collegio, e distogliere un altro dallo studio per più di mezz'ora (perché è indispensabile intrattenersi un  poco), è abbastanza inopportuno in questo periodo di studio intenso per l'avvicinarsi degli esami 2; e  per di più, assai spesso egli non si trova in casa.  

    Perciò, aggiungo qui anche il suo indirizzo, affinché tu, Mamma, possa scrivergli direttamente (for se per te sarà la cosa migliore). 

    L'indirizzo è: Reverendissimo Padre Socio Generale p. Pellegrino Haczela, Convento dei ss. Apo stoli, Piazza ss. Apostoli, Roma, Italia. 

    Devo sottolineare che il p. Socio, specialmente in queste cose, è molto severo, ma forse il nostro p.  Rettore [Luigi Bondini] potrebbe essere di aiuto; infatti, quando gli ho raccontato la cosa, mi ha risposto  che bisogna affidare nelle mani di Dio tutta la questione, per la cui soluzione la prima condizione sarà  la salute di fr. Valeriano 3.  

    Perciò, in primo luogo cerchi di curarsi e poi il Signore mostrerà la via da seguire per la soluzione  del suo problema. 

    Quanto a Peppino egli si trova nel convento di Leopoli. 

    Questa volta non scrivo niente di Roma, perché debbo studiare.  

    Accenno solo che ho visto un pezzo del legno della santa Croce, uno dei chiodi con i quali Gesù fu  appeso alla Croce, una spina della corona di spine e la scritta posta sulla Croce e ho fatto toccare quel le reliquie con la mia coroncina; inoltre ho visto l'intero legno orizzontale della croce del buon ladrone. 

    Chiedo una preghiera fervorosa per ottenere un autentico distacco dalle creature e un sincero a more a Dio. 

    Il figlio sempre riconoscente 

    fr. Massimiliano 

    Nota 17.1 Cf. SK 15, nota 1.  

    Nota 17.2 Allo scoppio delle ostilità tra Italia e Austria (maggio 1915) fr. Massimiliano, suddito russo, fu mandato per breve  tempo dai superiori dell'Ordine nel convento di San Marino, fino a che ottenne il permesso di soggiorno in Italia. Sostenne  l'esame finale del corso filosofico il 22 X 1915, conseguendo la laurea dottorale in filosofia.  

    Nota 17.3 Poco dopo essersi arruolato tra i legionari, fr. Valeriano si ammalò ad una gamba.

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    Reverendissimo Padre Provinciale, 

    Dopo le vacanze non ho scritto nulla, perché avevo sentito che il servizio postale pontificio (quanto  a quella materia) era sospeso; solo poco tempo fa ho saputo che tutto questo non risponde a verità;  perciò mi affretto a compiere il mio dovere. 

    Le vacanze le ho trascorse a Roma.  

    Alla fine di settembre (il giorno 20) p. Ignudi ha assunto l'ufficio di Rettore del collegio.  La scuola è iniziata regolarmente 1

    Nel giorno di s. Stefano abbiamo festeggiato solennemente il 25 di sacerdozio del Rettore, traspor tato al giorno del suo onomastico.  

    In verità, il p. Rettore voleva tenere nascosta la data di questa ricorrenza.  

    E sarebbe passato tutto in silenzio se il vescovo di Biella [mons. Serafino Natale], soggiornando a  Roma, non lo avesse rivelato e fatto sapere agli amici del p. Rettore, i quali hanno organizzato una “fe sta” in collegio.  

    Per l'occasione il santo Padre gli ha fatto dono di una pianeta rossa (con la quale il p. Rettore ha  celebrato la s. Messa in quel giorno) e di una sua fotografia con il seguente autografo: “Al carissimo  Padre Stefano Ignudi M.C. porgiamo affettuosi rallegramenti pel XXV anniversario della sua ordinazio ne sacerdotale, e di gran cuore gli impartiamo la benedizione apostolica come auspicio delle grazie ce lesti che per lui domandiamo a Dio.  

    Dal Vaticano 21 Dicembre 1916. Benedictus PP XV” 2

    Inoltre sono giunte lettere augurali o telegrammi di quattro cardinali: Merry del Val, Cagiano de A zevedo, Van Rossum e Mistrangelo, di molti arcivescovi, vescovi e altri dignitari. Al pranzo sono intervenuti, tra gli altri, il marchese Giovanni della Chiesa, fratello del santo Padre,  mons. Giuseppe Migone, cameriere segreto partecipante di Sua Santità, il quale ha anche assistito alla  s. Messa del p. Rettore e, prima che arrivasse il fratello del Papa, ha letto gli auguri del santo Padre. Quel giorno è veramente degno di essere ricordato nella storia del nostro Ordine. L'anno 1917 l'ho iniziato con una particolare grazia di Dio, poiché ho avuto la gioia di partecipare,  nel giorno stesso di capodanno (con gli altri del collegio), alla santa Messa privata del santo Padre e di  ricevere la santa Comunione dalle sue mani. 

    Chiedo la sua benedizione e una preghiera. 

    Indegno nel Padre s. Francesco 

    fr. Massimiliano M. Kolbe 

    Bacio le mani al Rev.mo p. Socio Generale3

    Nota 18.1 P. Stefano Ignudi fu per 14 anni rettore del collegio serafico internazionale dei Frati Minori Conventuali in Roma.  Fr. Massimiliano frequentò nel 1916-1917 il secondo anno di teologia. Durante le vacanze precedenti, il 16 VII 1916, era  stato ordinato suddiacono.  

    Nota 18.2 Fr. Massimiliano riporta il testo originale in lingua italiana.  

    Nota 18.3 P. Pellegrino Haczela si trovava allora in Polonia.

  • S.l.G.C. 

    M.I. 

    Carissima Mamma! 

    La tua lettera dell'11 agosto l'ho ricevuta il 26 settembre nella cittadina di Amelia, situata a circa 60  chilometri a nord di Roma, dove stavo trascorrendo le vacanze presso Sua Ecc. mons. Berti, vescovo  del luogo, anch'egli francescano. 

    È difficile descrivere la commozione prodotta in me da questa sorpresa.  

    Ma, considerando che tutto è dono della Provvidenza divina attraverso l'Immacolata, l'ho ringrazia ta in ginocchio ed ho raccomandato alla sua sconfinata misericordia tutti i membri della famiglia ed o gnuno singolarmente. 

    Quello era il giorno nel quale ho celebrato la mia 152.ma santa Messa. 

    L'ordinazione sacerdotale è arrivata per me all'improvviso. 

    Il giorno 9 aprile il p. Rettore [Stefano Ignudi] mi disse di prepararmi agli esami degli ordini da so stenere in Vicariato 2, e dal momento che le ordinazioni si sarebbero dovute svolgere durante le solen nità della Pentecoste (il 24 maggio), avevo fatto conto di sostenere gli esami due settimane dopo.  

    Improvvisamente arrivò la notizia che per Pentecoste non vi sarebbero state le ordinazioni generali;  e poiché in tale data entrava in vigore il nuovo codice di diritto canonico 3, in base al quale non si può  essere ordinati dopo il terzo anno di teologia - io invece stavo terminando il terzo anno - avrei dovuto  attendere quasi verso la fine del quarto anno.  

    Il p. Rettore andò dal Cardinale [Basilio Pompilj] Vicario di Roma per risolvere questo caso.  Nel pomeriggio di sabato 20 aprile il p. Rettore mi chiamò con gli altri miei compagni che dovevano  prepararsi alle ordinazioni e... ci comunicò che otto giorni dopo ci sarebbero state le ordinazioni.  Non mi aspettavo affatto una data così vicina.  

    Quindi si dovette iniziare subito il corso di esercizi spirituali, abbreviati per dispensa; inoltre, insie me con quelli che non avevano ancora sostenuto gli esami, dovetti darli il 24 aprile, durante gli esercizi. Il mattino del 28, dopo le preghiere recitate in comune nella cappella, sono uscito per prepararmi  (con gli altri che dovevano essere ordinati) e prima delle 7 ci siamo incamminati verso la chiesa di s.  Andrea “della Valle”, dove dovevano svolgersi le ordinazioni generali. Giunto nella sacrestia, mi sono  vestito con i paramenti da diacono e ho recitato con gli altri le preghiere preparatorie per la prima santa  Messa (poiché, in verità, durante le ordinazioni i neo sacerdoti celebrano già la santa Messa).  Quindi ci hanno disposto in fila per due, secondo gli ordini che si dovevano ricevere. Eravamo più  di cento, sia religiosi che chierici secolari di varie nazionalità; c'era persino un negro fra coloro che do vevano essere ordinati, mentre un altro faceva da inserviente al Cardinale durante l'ordinazione. È stato uno spettacolo commovente: nonostante le differenze, eravamo tutti uniti nel vincolo della  religione cattolica e nell'amore fraterno in Gesù.  

    Finalmente arrivò Sua Em. il Cardinale Vicario (del santo Padre) di Roma e si sedette sulla poltro na preparata per lui al centro della sacrestia.  

    Allora ci avviammo a due a due verso l'ampio presbiterio, davanti all'altar maggiore (mi accorgo  che sto scrivendo troppo, in questo modo non finirò mai; e poi qui bisogna spedire una lettera leggera  leggera, come ha detto la Rev.da Madre Superiora delle Suore Nazaretane che ha recapitato in colle gio la lettera raccomandata scritta da te, Mamma, da dove poi me l'hanno spedita ad Amelia). 

    La cerimonia si è svolta partendo da coloro che dovevano ricevere la tonsura, gli ordini minori, il  suddiaconato, il diaconato (perché durante le ordinazioni generali di solito si conferiscono tutti gli ordi ni).  

    Candidati al sacerdozio eravamo circa una ventina. Infine ci hanno chiamati per nome ad uno ad  uno e, uscendo dai banchi, ci siamo disposti al centro del presbiterio, e dopo il canto delle litanie dei  santi, durante il quale coloro che dovevano ricevere il suddiaconato, il diaconato e il sacerdozio, erano  prostrati per terra, è iniziato il rito vero e proprio della ordinazione sacerdotale.  

    Prima dell'elevazione eravamo già sacerdoti e con Sua Eminenza il Cardinale abbiamo pronunciato  oltre le altre preghiere della s. Messa, anche le parole della consacrazione.

    Riconosco con gratitudine che tutta questa vicenda è stata un dono ottenuto per l'intercessione  dell'Immacolata, nostra Mammina comune. Quante volte nella vita, ma particolarmente nei momenti più  importanti, ho sperimentato la sua speciale protezione!  

    Gloria, dunque, al sacratissimo Cuore di Gesù attraverso Colei che è stata concepita senza pecca to, la quale è lo strumento nelle mani della misericordia di Dio per la distribuzione delle grazie.  Depongo in Lei, inoltre, tutta la mia fiducia per il futuro. 

    Quanto a me, ci sarebbero molte cose da raccontare; se il Signore Iddio vorrà, lo farò a voce (se  sarò vivo 4).  

    Solo, come ho già detto prima, riconosco in ogni cosa una speciale protezione della Mammina Im macolata. Quanto a Franco, donde proviene la difficoltà per rientrare nell'Ordine? da parte sua oppure  anche da parte dei superiori?  

    Se non ci fossero difficoltà da parte sua, si potrebbe forse ottenere di farlo rientrare nel nostro Or dine, ma in un'altra Provincia.  

    Per ora vorrei solo sapere donde proviene la difficoltà e... preghiamo.  

    Ti accludo una lettera per lui; tu, Mamma, fagliela avere (ma non so se l'accetteranno, poiché lo  spessore della lettera dovrebbe essere “sottile”). 

    Una grande gioia mi ha procurato la notizia del nostro caro fr. Alfonso 5. Il Signore Iddio e l'Imma colata lo proteggano con le più elette benedizioni.  

    Aggiungo una letterina anche per lui. Leggi pure, Mamma, queste due lettere.  

    Alla fine di quella per Franco ho suggerito il modo con il quale, forse, si potrebbe riparare tutto il male. 

    Mi raccomando caldamente alle tue preghiere, Mamma, perché io possa corrispondere in modo  adeguato a così grandi grazie e a così alta dignità. Il figlio sempre e sinceramente affezionato 

    p. Massimiliano M. Kolbe (francescano 6

    Mando anche a te, Mamma, la benedizione del santo Padre. 

    Nota 19.1 La data è tratta dalla prima frase della lettera - si veda pure SK 988C, alla data 26 IX. Dall'ultima lettera (SK 18)  sono trascorsi quasi 20 mesi. Nel frattempo sono avvenuti fatti molto importanti nella vita del giovane p. Massimiliano: il 28  X 1917 ricevette l'ordinazione diaconale, il 28 IV 1918 il sacerdozio, inoltre il 16 X 1917, con sei confratelli, fondò la Milizia  dell'Immacolata (M.I.).  

    Nota 19.2 Vicariato di Roma: gli uffici della curia diocesana di Roma.  

    Nota 19.3 Il nuovo Codex Juris Canonici venne promulgato il 27 V 1917, solennità di Pentecoste, da Benedetto XV; l'entrata  in vigore della nuova legislazione ecclesiastica venne fissata per la Pentecoste dell'anno successivo, ossia il 19 V 1918.  

    Nota 19.4 Queste parole dimostrano che p. Massimiliano si rendeva conto dell'avanzamento della tubercolosi che aveva  già dato i primi segni nell'estate dell'anno precedente.  

    Nota 19.5 La lettera di cui p. Massimiliano parla è andata perduta. Si conserva invece una precedente lettera della mamma  a p. Massimiliano in data 15 III 1917, nella quale si legge: “Già da un anno e mezzo Peppino si chiama fr. Alfonso; è già tra scorso mezzo anno dalla sua professione, è molto felice e, grazie a Dio, sta bene e, come mi pare, ha uno spirito buono,  ama molto le pratiche della vita religiosa, scrive delle lettere che mi confortano molto”. Quanto a Franco (fr. Valeriano), da  SK 15 e 17 si sa che aveva lasciato la vita religiosa per unirsi ai legionari che combattevano per l'indipendenza della Polo nia. La lettera n. 20 mostra il tentativo di p. Massimiliano per riportare nell'Ordine il fratello maggiore. Tale tentativo fu vano,  come appare da SK 989A, alla data 22 VIII 1921.  

    Nota 19.6 La denominazione Franciszkanin, Franciszkanie, in Polonia è sempre stata applicata all'Ordine dei Frati Minori  Conventuali (OFMConv.) ed è comunemente accolta anche fuori del movimento francescano; ne fa fede, tra l'altro, la topo nomastica storica e attuale in molte località polacche. Le altre famiglie del primo Ordine francescano, oltre ai Kapucyni (O FMCapp.), hanno continuato a conservare le denominazioni storiche: Bernardini, Obserwanci, Reformaci..., che dalla fine  del secolo XIX erano stati riuniti da Leone XIII nell'unico Ordine dei Frati Minori (OFM.). Nelle sue lettere p. Kolbe usa co stantemente tali denominazioni che, fin quasi ai nostri giorni, sono state pacificamente accolte in Polonia.

  • S.l.G.C.! 

    M.I. 

    Carissimo Fratello! 

    Fin che siamo in vita, nulla è perduto, tutto si può rifare.  

    Per lungo tempo non ti ho potuto scrivere nulla, ma di sicuro i miei colleghi e confratelli, tornando  da Roma (in particolare il p. Giuseppe Fery), ti avranno fatto sapere qualcosa di me, anzi il suddetto p.  Fery ti avrà dato il libretto in polacco per il mese di maggio che gli avevo consegnato qui a Roma con la  raccomandazione che te lo recapitasse.  

    Ritengo che quel libretto, o più propriamente Colei di cui vi si parla, cioè l'Immacolata nostra comu ne Mammina, sia stata per Te di speranza e di conforto nei duri momenti della vita. Non per nulla, infatti, san Bernardo dice di Lei nella sua celebre preghiera: “Non si è mai sentito  che alcuno, essendosi rivolto a Te, sia stato da Te abbandonato”2.  

    Io pure sperimento incessantemente la Sua particolare protezione, soprattutto attraverso la grazia  della professione solenne e della dignità sacerdotale.  

    Mi sono proposto subito fin da principio - come del resto era mio dovere - di aiutarti secondo le mie  possibilità.  

    Perciò, ogni giorno includo te, come pure Papà, Mamma e il nostro caro fr. Alfonso, nel “memento”  della santa Messa e raccomando te e tutti all'Immacolata, nostra Regina e affettuosissima Mammina. Scrivimi se puoi (ad esempio per mezzo di Mamma) e fammi sapere come stai, dove abiti, che co sa fai, e... quanto all'Ordine, quali sono le tue attuali intenzioni. 

     Perché se tu sei forte nel tuo proposito, confido che, fra non molto, come insieme siamo entrati  nell'Ordine, abbiamo compiuto il santo noviziato e la professione semplice3, così ci troveremo ancora insieme nell'abito francescano, poi (se Dio vorrà) lavoreremo insieme alla maggior gloria di Dio, per  salvare e santificare la nostra anima e il maggior numero di altre anime. 

    Io qui a Roma ho degli amici spirituali tra i Padri rumeni (miei colleghi)4; nella Provincia rumena c'è  bisogno di polacchi per le missioni, perché là ci sono molti nostri connazionali. Rispondimi al più presto  possibile e... preghiamo l'uno per l'altro.  

    L'Immacolata non può dimenticare noi, poveri esuli figli di Eva. 

    Sinceramente e sempre Tuo affezionato fratello 

    p. Massimiliano M. Kolbe 

      

    Anche a te mando la benedizione del santo Padre. 

    Nota 20.1 La presente era allegata alla lettera precedente (SK 19 ).  

    Nota 20.2 Le parole sono tratte dalla  

    Nota preghiera Memorare, o piissima Virgo Maria, attribuita erroneamente a s. Bernardo di Chiaravalle. L'autore in realtà, è  ignoto. In dubbio, tuttavia, che gli scritti di s. Bernardo siano stati alla base della composizione, come il seguente passo:  “Taccia la tua misericordia, o Vergine, se qualcuno sostiene di essere stato abbandonato dopo di averti invocata nelle sue  necessità” (Sermo IV de Assumptione, PL 183, p. 428).  

    Nota 20.3 P. Massimiliano e suo fratello Francesco (fr. Valeriano) fecero insieme il noviziato ed emisero la professione sem plice il 5 IX 1911 a Leopoli.  

    Nota 20.4 I confratelli di p. Massimiliano della Provincia religiosa di Romania erano: p. Giuseppe Pietro Pal, p. Giuseppe  Fery, p. Domenico Neculaes, p. Antonio Glowiński (18 X 1918) e p. Serafino Bejan.

  • S.l.G.C.! 

    M.I. 

    Carissimo Fratello Alfonso! 

    Fino a questo momento non sapevo neppure quale fosse il tuo nome [di religioso]; l'ho appreso fi nalmente in questi giorni dalla lettera che (dopo tre anni, durante i quali non ho avuto alcuna notizia) mi  è giunta dalla Mamma.  

    Il Signore Iddio e la Vergine santissima ti benedicano sempre, in tutto.  

    La Mamma mi ha scritto che hai emesso i santi voti già da due anni; tra un anno quindi emetterai la  professione solenne.  

    Sempre dalla Mamma ho saputo che hai già ricevuto gli ordini minori. 

    Sia benedetto il Signore Iddio per tutto quello che ha fatto in te ed anche la nostra Mammina Im macolata, per le mani della quale ci vengono dal cielo tutte le grazie.  

    Offriti interamente a Lei che è la nostra ottima Mammina celeste, ed in tal modo potrai superare fa cilmente tutte le difficoltà e... diventerai santo, un grande santo: questa è la sola cosa che ti auguro di  tutto cuore.  

    Si può dire che tutti i santi sono opera della Vergine santissima e la devozione particolare a Lei è  una loro caratteristica comune. 

    Inoltre, il nostro Ordine ha la fortuna di essere sotto la sua protezione particolare, sotto il titolo che  Ella predilige in grado sommo e con il quale ha voluto chiamarsi a Lourdes:  

    Immacolata Concezione”; perciò invochiamola spesso con questo titolo. Incominciando dal Padre  s. Francesco e da s. Bonaventura, la devozione all'Immacolata Concezione è stata una caratteristica  particolare del nostro Ordine; poi Duns Scoto e la scuola francescana hanno difeso questo suo privile gio, a Lei tanto gradito, finché si è giunti alla solenne definizione del dogma dell'Immacolata Concezio ne 2.  

    Pertanto, questo è il filo d'oro del nostro Ordine e, forse, anche l'inizio del rinnovamento della no stra corrotta società, perché di Lei è stato detto: “Ipsa conteret caput tuum” [Gen 3, 15] e “Omnes hae reses sola interemisti in universo mundo” [dall'ufficio della Madonna].  

    Preghiamo spesso, quindi, con le parole di Duns Scoto: “Dignare me laudare Te, Virgo sacrata; da  mihi virtutem contra hostes tuos”, e prepariamoci alla lotta contro satana, il mondo e... noi stessi - per  salvare e santificare la nostra anima e il maggior numero possibile di altre anime - prepariamoci a sof frire e a lavorare; ci riposeremo dopo la morte. 

    Preghiamo insieme anche per il povero Franco, affinché presto divenga anche lui religioso. Iddio  può tutto e l'Immacolata non rifiuta nulla ai peccatori. 

    Sempre tuo affezionato fratello 

    fr. Massimiliano M. Kolbe 

    Mando anche a te la benedizione del santo Padre. 

    Rispondi quanto prima, se puoi. 

    [Allegato] 

    (Per fr. Alfonso) 

    Figura 1scritto originale di P. Kolbe

    MILIZIA DELL'IMMACOLATA 3 

    “Ella schiaccerà la tua testa” (Gen 3, 15). 

    “Tu sola tutte dissipasti le eresie nell'intero mondo” [ufficio della Madonna]. 

    I - Scopo 

    Procurare la conversione dei peccatori, degli eretici, degli scismatici ecc., in particolar modo dei  massoni; e la santificazione di tutti, sotto il patrocinio e per la mediazione della B.V.M. Immacolata. 

    II - Condizioni 

    1) Totale offerta di se stesso alla B.V.M. Immacolata, mettendosi come istrumento nelle immacula te Sue mani. 

    2) Portare la “Medaglia Miracolosa”. 

    III – Mezzi 

    1) Supplicare possibilmente ogni giorno l'Immacolata con questa giaculatoria:  “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che a Voi ricorriamo, e per tutti quelli che a Voi  non ricorrono, ed in special modo per i massoni”. 

    2) Usare tutti i mezzi legittimi secondo la possibilità nei diversi stati e condizioni di vita, nelle  occasioni che si presentano: il che si lascia allo zelo ed alla prudenza di ciascuno; il mezzo poi speciale  sia la diffusione della medaglia miracolosa. 

    V. Concedimi (concedici) di lodarti, o Vergine santissima. 

    R. Dammi (dacci) forza contro i tuoi nemici. 

    (NB. - Amatissimo Fratello Alfonso, se il p. Maestro [Czeslaw Kellar] te lo permette, potresti tradur re in polacco questo foglietto e diffondere l'associazione4. Però, tutto conforme alla santa obbedienza,  perché in essa è la Volontà di Dio e la nostra santificazione). 

    Nota 21.1 Questa lettera era allegata alla n. 19.  

    Nota 21.2 Il dogma dell'Immacolata Concezione fu definito da Pio IX nel giorno 8 XII 1854, con la bolla Ineffabilis DeusNota 21.3 Il testo del primitivo statuto della M.I. è in latino: qui è riprodotta la traduzione italiana o piuttosto il testo autentico  preparato da p. Massimiliano nell'ottobre 1917; l'originale è conservato nell'archivio di Niepokalanòw. Per il testo latino si  veda la lettera seguente (SK 22).  

    Nota 21.4 Per il momento fr. Alfonso non accolse l'invito a tradurre e a collaborare. Lo confessa egli stesso in Notatki o M.I.  [Appunti sulla M.I.], p.4: p. Massimiliano “agli inizi del 1919 mi spingeva con le sue lettere ad iscrivermi alla Milizia, ma ave vo paura di incominciare e del resto non comprendevo lo spirito dell'associazione, perciò lo pregai di attendere fino al suo  ritorno”.

  • J.M.J.Fr

    * Carissimo! 

    Scrivo questa cartolina nel giorno della Manifestazione di Maria Vergine Immacolata della Medaglia  Miracolosa e precisamente per comunicargli una buona notizia riguardo a questa, cioè riguardo alla  nostra “Militia Immaculatae”.  

    La nostra Immacolata Sovrana si è degnata di determinare dopo un anno di aspettazione nei dubbi  ed incertezze da parte nostra il regolamento pei Suoi “Militi” come segue 1

    I Principi: “Ipsa conteret caput tuum” (Gen 3, 15); “Cunctas haereses sola interemisti in universo mundo”. 

    I. Finis:  

    Quaerere conversionem peccatorum, haereticorum, schismaticorum, etc., et praesertim massono rum et sanctificationem omnium sub patrocinio et mediante B.M.V. Immaculata. II. Conditiones:  

    1) Totalis suimetipsius Immaculatae oblatio, sicut instrumentum in immaculatis Eius manibus.  2 ) Gestare “Numisma Miraculosum”. 

    III. Media:  

    1) Possibiliter semel quotidie Immaculatam iaculatoria

    “O Maria sine peccato concepta ora pro nobis, qui ad Te recurrimus et pro omnibus qui ad Te non re currunt et praesertim pro massonis” exorare. 

    2) Omnia legittima media secundum possibilitatem in diversitate status, conditionis, occasionis  quod zelo et prudentiae uniuscuiusque commendatur et praesertim Numisma Miraculosum. Ma Lei mi domanderà forse (o forse no) donde lo so che proprio la nostra amantissima Sovrana  vuole così? Donde?  

    Dal mezzo più sicuro donde si può cognoscere la Volontà di Dio e, conseguentemente, della nostra  Domina e Madre tenerissima.  

    Dall'ubbidienza nel foro interno.  

    E questo basta. 

    Non soltanto, ma anche da questo stesso fonte so che la nostra “Militia” deve allargarsi, anche se  si trovasse qualche buon secolare.  

    Si capisce, in quanto la cosa si fa esternamente, la volontà del buon Dio si manifesta per la volontà  dei Superiori in foro esterno. 

     Che cosa, dunque?  

    Se Lei ha buona occasione può prudentemente e conformemente alla volontà dei Superiori relativi  far gli arruolamenti

    Domandando la preghiera, mi scrivo sincero confratello in S. Padre Nostro Francesco e commilite  in Immacolata 

    fr. Massimiliano 

    Vogliamo rinnovare la nostra oblazione l'8 dicembre? 

    Saluti dal p. Cirillo [Kita] e da tutti gli altri. 

    Tanti saluti dal p. Pal e fra Girolamo. 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 22.1 Si veda la traduzione nella lettera precedente (SK 21). 

  • S.l.G.C. 

    Carissimo Fratello! 

    Non so se riceverai questa cartolina postale; pertanto, fammi sapere qualcosa quando ti arriverà,  perché vorrei assicurarmi se la via è aperta almeno per le lettere.  

    Del resto son già alcuni anni che non ricevo una tua lettera. 

    Scrivendo una volta alla Mamma, ho aggiunto nella lettera un biglietto per te 1 (chissà se l'avrai ri cevuto) in cui descrivevo il piccolo circolo “Militia Immaculatae”; ho fatto la medesima cosa con p. Bro nislaw Stryczny 2, perché insieme a te (in quanto lo permettono i superiori) lo traduca in polacco e in nesti nella terra polacca.  

    Adesso posso finalmente aggiungere che il giorno 28 marzo 3 sua Ecc. l'arcivescovo Jaquet ha ot tenuto per questa associazione (in forma generica, cioè per la “associazione dell'Immacolata che esiste  in collegio”) la benedizione del santo Padre [Benedetto XV] e il Rev.mo P. Vicario Generale il 4 aprile 4 l'ha confermata in iscritto: “Libenti animo benedicimus, votaque facimus ut Beatissima Virgo Immacula ta, Ordinis Nostri Patrona, materna sua protectione ac copiosa benedictione foveat ac protegat piam  militiam. fr. Dominicus M. Tavani, Vicarius Generalis5

    Prega per me e rispondimi al più presto. 

    Sinceramente affezionato e tuo doppiamente fratello 

    fr. Massimiliano M. Kolbe 

    Nota 23.1 SK 21.  

    Nota 23.2 La lettera non è stata conservata. P. Bronisław Stryczny risiedeva allora a Kalisz e risulta quale primo iscritto alla  M.I. in Polonia - cf. Ksiega wpisowa członków M.I. 1919-1922 Registro d'iscrizione alla M.I. 1919-1922, p. 2. 

    Nota 23.3 L'originale porta la data “4 aprile”, ma si tratta di un errore - cf. SK 988E in data 28 III 1919.  Nota 23.4 Anche qui l'originale porta una data errata: “11 aprile” - cf. SK 988F, in data 4 IV 1919.  

    Nota 23.5 Si veda la traduzione in SK 37. P. Tavani, allora Vicario Generale e poco dopo Ministro Generale dell'Ordine,  concesse per iscritto la benedizione - come aggiunge p. Alfonso Kolbe in notatki o M.I., p. 3 - “dopo essersi dettagliatamente  informato sul programma, gli scopi e i mezzi della M.I.” - cf. pure SK 37.

  • S.l.G.C. 

    Carissima Mamma! 

    Con grande consolazione e tristezza insieme, come puoi immaginare, ho letto la tua lettera del 23  febbraio. 

    Povero Franco... Non riesco a comprendere la misericordia divina nei miei riguardi...  Fu lui per primo a chiedere di essere ricevuto nell'Ordine... 

     Insieme ci eravamo accostati per la prima volta alla santa Comunione, al sacramento della Cresi ma, insieme a scuola, insieme in noviziato, insieme abbiamo emesso la professione semplice... Prima del noviziato ero stato piuttosto io che non volevo chiedere l'abito, anzi volevo distogliere an che lui... ed allora avvenne quel fatto memorabile, allorché, mentre stavo andando dal P. Provinciale 1 per dirgli che io e Franco non volevamo entrare nell'Ordine, ho sentito il suono del campanello che mi  chiamava in parlatorio.  

    La Provvidenza divina, nella sua infinita misericordia attraverso l'Immacolata, ha mandato te,  Mamma, in un momento così critico a farci visita.  

    E così Iddio ha sconvolto tutte le trame del demonio.  

    Sono già trascorsi quasi nove anni da quel momento; ci ripenso ancora con timore e con ricono scenza verso l'Immacolata, strumento della misericordia divina.  

    Che cosa sarebbe avvenuto se in quel momento Ella non avesse steso la sua mano?... Lui (Franco) mi ha attirato con il suo esempio a questo porto di salvezza; io volevo uscire e dissua dere anche lui dall'entrare in noviziato... 

    Ma ora... Ogni giorno, nel “memento” della santa Messa, lo offro all'Immacolata e confido (come  anche tu, Mamma) che prima o poi Ella otterrà pietà dalla misericordia di Dio. 

    Quanto a Papà, non so che dire; ogni giorno lo ricordo nella santa Messa.  

    Se avessi una notizia sicura della sua morte 2, almeno celebrerei la santa Messa per la sua anima  e in collegio (come è consuetudine) si canterebbe per lui una santa Messa.  

    Ma se fosse ancora vivo?  

    Il P. Rettore [Stefano Ignudi] mi ha permesso (se sarà possibile) di fare delle ricerche per mezzo  dei giornali russi.  

    Io conosco qui un cittadino russo, perciò vedrò che cosa si potrà combinare.  

    Ho affidato anche tutto questo problema alle mani dell'Immacolata, nostra Mammina, affinché Ella  lo risolva come meglio Le piacerà.  

    Ti ricordi ancora, Mamma, quando io dovevo sostenere l'esame per la scuola commerciale?  Tu dicesti che se lo avessi superato, saresti diventata una regina; mentre Papà affermava che sa rebbe diventato un vescovo.  

    Io, con l'aiuto di Dio, per intercessione dell'Immacolata, ho superato l'esame; tu, Mamma, puoi dire  di aver realizzato il tuo desiderio, ma Papà?...  

    Rimetto tutto alla misericordia di Dio, all'Immacolata. 

    Quanto a fr. Alfonso, sia benedetto Iddio attraverso l'Immacolata, per tutto quello che si degna con cedergli - beato lui!  

    Ma bisogna pregare, perché perseveri fino in fondo e cresca sempre più, senza limiti nell'amore.  Mamma, per questo stesso scopo prega anche per me, soprattutto per quel “senza limiti” e perché  questo amore possa aumentare sempre più e il più rapidamente possibile. 

    Quanto al mio ritorno 3 non posso dirti ancora nulla, perché, a causa della guerra, i miei superiori  fino a questo momento non mi hanno comunicato alcuna notizia.  

    Di sicuro saprò tutto per Pentecoste, perché in quel tempo si svolgerà qui a Roma il Capitolo Gene rale e, se sarà possibile, parteciperà pure il P. Provinciale [Luigi Karwacki].  

    Probabilmente sarò presente alla professione solenne di fr. Alfonso 4.  

    Del resto, in questi tempi, è difficile sapere qualcosa di più preciso, perché chissà se - quando sarà  giunto il momento - la via del ritorno sarà aperta? 

    Lasciamo ogni cosa alla Provvidenza di Dio, nelle cui mani si trova il mondo intero e tutti i suoi av venimenti.  

    Iddio, per mezzo dell'Immacolata, disponga come meglio preferisce: questo sarà anche per noi la  cosa migliore. 

    Chiedendoti una preghiera, il figlio sinceramente affezionato 

    p. Massimiliano M. Kolbe 

    “Buone Feste” (anche se arriverà in ritardo) 5

    Nota 24.1 P. Pellegrino Haczela era stato Ministro Provinciale della Provincia religiosa polacca dei Frati Minori Conventuali  negli anni 1905 1914. La mamma si era recata a Leopoli in tale occasione per informare i figli Franco e Raimondo che, dopo  lunghe conversazioni con il marito, ambedue avevano deciso di abbandonare il mondo e di consacrarsi a Dio in modo più  perfetto: il padre si sarebbe ritirato a Cracovia come terziario francescano, la madre presso le Monache Benedettine di Leo poli. Di fronte a tale decisione dei genitori, Raimondo decise finalmente di abbracciare la vita religiosa. In precedenza, la  fantasia gli aveva posto davanti agli occhi la via del servizio militare per la liberazione della Polonia.  Nota 24.2 Non sono note tutte le circostanze della morte di Giulio Kolbe. Secondo la deposizione di Francesco Langer (fatta  nel 1954), “allorché Pilsundski organizzò le legioni schierandosi contro la Russia degli zar, Giulio Kolbe fu tra i primi ad en trare nelle file dei legionari per combattere contro gli occupanti. Partì da Cracovia con un reparto di legionari, che combatte vano dalla parte dell'Austria, in direzione di Olkusz e ivi rimase circondato dai russi. L'intera compagnia fu fatta prigioniera.  Giulio Kolbe, essendo ufficiale, fu impiccato. Testimone oculare della morte di Giulio Kolbe fu un legionario con il quale mi  sono incontrato casualmente n el 1928 a Czestochowa, mi pare. La morte del Kolbe potrebbe essere avvenuta sul finire di  settembre o al principio di ottobre del 1914” - cf. Dokumenty I, p. 40.  

    Nota 24.3 Con l'anno scolastico 1918-1919 p. Massimiliano terminò la teologia a Roma nella pontificia facoltà teologica dei Frati Minori Conventuali, concluse gli studi accademici con il dottorato in teologia, conseguito il 22 VII 1919. Lasci Roma il  23 VII 1919 con un treno della Croce Rossa e giunse a Cracovia la notte tra il 28 e il 29 VII 1919. Nota 24.4 Fr. Alfonso Kolbe emise la professione solenne il 22 II 1920 a Cracovia - cf. SK 988H, in data 27 II 1920.  Nota 24.5 La festa di Pasqua del 1919 cadde il 20 aprile, ossia il giorno stesso in cui p. Massimiliano scrisse la presente lettera.

  • S.l.G.C. 

    Carissimo Fratello! 

    La Mamma mi ha inviato la lettera che le hai scritto il 13 febbraio.  

    Gloria al Signore Iddio e lode all'Immacolata per tutte le grazie che noi, pur non essendone degni,  riceviamo. 

    Mi riempie di gioia lo zelo che ti anima nella diffusione della gloria di Dio; esiste infatti ai nostri tem pi una gravissima epidemia di indifferenza che colpisce, ovviamente in vari gradi, non solo i laici, ma  anche i religiosi.  

    Tuttavia, Dio è degno di una gloria infinita.  

    Pur essendo noi delle povere creature limitate, incapaci quindi di rendergli la gloria che si merita,  sforziamoci almeno di contribuire, per quanto possiamo, a rendergli la maggior gloria possibile.  Come già saprai (soprattutto dall'etica), la gloria di Dio consiste (praticamente è la stessa cosa)  nella salvezza delle anime.  

    La salvezza, dunque, e la santificazione più perfetta del maggior numero di anime che Gesù ha re dento a caro prezzo con la sua morte in croce (cominciando da noi stessi), deve essere il nostro subli me ideale di vita: tutto questo per procurare le più grandi gioie al sacratissimo Cuore di Gesù. 

    Ma qual è il modo migliore per rendere a Dio la maggior gloria possibile e guidare alla santità più  eccelsa il maggior numero di anime?  

    Senza dubbio Dio stesso conosce meglio di noi un “tale modo” perché è onnisciente, infinitamente  sapiente. Lui, e Lui solo, Dio onnisciente, sa che cosa possiamo fare in ogni momento per rendergli la  maggior gloria possibile.  

    Da Lui, pertanto, e solamente da Lui possiamo e dobbiamo imparare “tale modo”. Ma come rivela Dio la propria volontà?  

    Per mezzo dei suoi rappresentanti qui sulla terra.  

    L'obbedienza, quindi, e solo la santa obbedienza ci manifesta con certezza la volontà di Dio. I superiori possono sbagliare, ma noi obbedendo non sbaglieremo mai.  

    Vi è solo un'unica eccezione: qualora il superiore ordinasse qualcosa che, chiaramente, “eviden ter”, senza alcun dubbio, fosse peccato, anche minimo (il che in pratica non succede quasi mai), poiché  in tale caso il superiore non sarebbe più il rappresentante di Dio e noi non saremmo soggetti a nessuno  e nessuno potrebbe ordinarcelo, nemmeno il nostro cervello limitato e fallibile. Dio e solamente Dio in finito, infallibile, santissimo, clementissimo è il nostro Signore.  

    Lui, il nostro Dio, nostro Padre, Creatore, Fine, Intelletto, Potenza, Amore, Tutto!  Qualunque cosa non sia Lui, in tanto ha valore in quanto si riferisce a Lui, Creatore di ogni cosa,  Redentore di tutti gli uomini, fine ultimo di tutta la creazione. 

    È Lui, dunque, che per mezzo dei suoi rappresentanti qui in terra ci rivela la propria adorabile Vo lontà e ci attira a Sé e vuole, per mezzo nostro, attirare il maggior numero possibile di anime e unirle a  Sé nel modo più intimo e personale. 

    Caro Fratello, pensa quanto è grande la nostra dignità per la misericordia di Dio.  Per mezzo dell'obbedienza noi ci innalziamo al di sopra della nostra pochezza e operiamo confor me a una sapienza infinita (senza esagerazione), alla sapienza divina... 

    Iddio ci offre la propria infinita sapienza e prudenza, affinché esse guidino le nostre azioni: quale  grandezza!..  

    Non è vero che così noi santificheremo nel migliore dei modi il più gran numero di anime? E questo non è tutto; per mezzo dell'obbedienza diventiamo infinitamente potenti: chi, infatti, può  resistere alla Volontà di Dio? 

    Carissimo Fratello, questa e solo questa è la via della sapienza, della prudenza e della potenza in finita, e il modo di rendere a Dio la maggior gloria possibile.  

    Se esistesse una strada diversa, migliore, Gesù con la parola e con l'esempio ce l'avrebbe indica ta. I trent'anni della sua vita nascosta sono descritti in modo chiaro nella sacra Scrittura:

    “E stava loro sottomesso” [Lc 2, 51]; ugualmente, per quanto riguarda l'intera vita di Gesù, leggia mo spesso nella sacra Scrittura che Egli era venuto in terra per adempiere la volontà del Padre celeste  [Gv 4, 34; 5, 30; 6, 38; Ebr 10, 9].  

    Ma tutto questo lo sai bene anche tu; tuttavia quanto più ci si pensa, tanto più se ne vede la gran dezza e la bellezza. 

    Amore, dunque, amore senza limiti verso il nostro ottimo Padre, amore che si dimostra attraverso  l'obbedienza e si esercita soprattutto quando si tratta di adempiere cose che non ci sono gradite.  Il libro più bello e più vero dove si può approfondire senza posa quest'amore allo scopo di imitarlo è  il Crocifisso.  

    Però tutto questo lo otterremo molto più facilmente da Dio per mezzo dell'Immacolata, perché a Lei  Iddio ha affidato tutta l'economia della sua misericordia, riservando a Sé la giustizia, come dice san  Bernardo. 

    Ti ho scritto una lettera e una cartolina 1; non so se le hai ricevute.  

    Per quanto riguarda la mia venuta, non ho ancora alcuna informazione da parte dei superiori; la sciamo tutto alla Provvidenza del nostro benignissimo Padre.  

    Preghiamo per Papà e per il povero Franco. 

    Qui a Roma ho un collega, p. Giuseppe Pietro Pal, il quale ha promesso di ricordarti nel “Memento”  della santa Messa, ma anche lui ti chiede una preghiera (desidererebbe almeno essere incluso una vol ta per sempre tra le intenzioni della tua santa Comunione). 

    Preghiamo reciprocamente, aiutiamoci “ad quam maximam Dei gloriam per Immaculatam”. Sinceramente tuo affezionato fratello 

    p. Massimiliano M. Kolbe 

    Nota 25.1 Cf. SK 21; 23.

  • S.l.G.C. 

    Carissimo Fratello! 

    La notte tra lunedì [28] e martedì [29], dopo 5 giorni di viaggio, sono arrivato a Cracovia.  Da Bologna, per quattro giorni, ho viaggiato su un treno della Croce Rossa, dove non solo ci dava no da mangiare e c'erano letti per dormire, ma avevo pure la possibilità di celebrare ogni giorno la san ta Messa.  

    Per la verità si è dovuto viaggiare assai lentamente, o meglio si è dovuto sostare in diverse stazio ni, in compenso però abbiamo attraversato le frontiere addirittura senza controlli.  Puoi immaginarti la gioia della Mamma, quando, senza alcun mio preavviso, sono andato a farle  visita presso le Suore Feliciane.  

    Diceva che le sembrava di sognare. Ieri ho pure celebrato la santa Messa nella chiesa delle Suore  Feliciane. Forse ci vedremo presto. 

    Ti chiedo una preghiera. 

    Il tuo sinceramente affezionato fratello 

    p. Massimiliano M. Kolbe

  • S.l.G.C. 

    Carissimo Fratello! 

    Profittando di una buona occasione ti mando, per mezzo di p. Ugolino [Czyż], una rosa con i petali  screziati di sangue, come crescono ora nel luogo dove s. Francesco si avvoltolo tra le spine di un rose to, e la medaglia miracolosa di cui in precedenza ti avevo scritto.  

    Se ci sarà posto sufficiente in valigia, ti manderò anche la benedizione del Padre s. Francesco a  Frate Leone.Oggi è stata da me la Mamma e m'ha mostrato le tue due cartoline nelle quali accennavi al  mio prossimo ritorno.  

    Sicuramente hai già ricevuto la cartolina che ti ho scritto subito dopo il mio ritorno.  Mi affretto, per dare tutto a p. Ugolino, perché è già tardi; quando verrai a Cracovia, allora parlere mo insieme, perché, come m'ha detto il P. Guardiano [Mariano Sobolewski], io sono destinato a Craco via 1

    Non dimenticarmi nelle tue preghiere e preghiamo per il povero Franco! 

    Sinceramente affezionato e doppiamente fratello 

    [p. Massimiliano M. Kolbe]

    Nota 27.1 Dagli atti della visita canonica che il Ministro Provinciale, p. Luigi Karwacki, fece a Cracovia nel 1920, risulta che  p. Massimiliano insegnava storia ecclesiastica nello studentato filosofico teologico annesso al convento; nel 1921 insegnava  filosofia, s. scrittura e storia ecclesiastica; nel 1922 filosofia e teologia, senza specificare la materia.  

    Nota 27.2 La parte della lettera comprendente la firma e forse qualche poscritto fu tagliata e andò perduta.

  • S.l.G.C. 

    * Carissimo 

    Ho scritto già una cartolina al p. Rettore [Stefano Ignudi], ma forse il P. Rettore starà adesso in  Assisi, come ho sentito stando là 2; forse almeno Lei è rimasto ancora a Roma.  Noi siamo arrivati a Cracovia quasi senza incidenti.  

    Quasi dico, perché a Bologna nella lista dei viaggiatori il mio nome non era compreso, e così il ca potreno disse chiaramente, che non mi poteva accettare. Dovetti telegrafare di urgenza a Roma, ma  poi tutto si è accomodato grazie a Dio e alla Madonna.  

    Io adesso sono destinato probabilmente (perché non ho parlato ancora con R.mo Provinciale [Luigi  Karwacki], il quale sta a Leopoli) per il Convento di Cracovia. Il p. Cirillo è partito ieri ai suoi, e tornerà a  Cracovia fra 3 settimane o 1 mese, secondo che il treno parta più presto o tardi. 

    Vorrebbe farmi un piacere? Partendo volevo comprare Summarium Theologiae Moralis scritto dal  A. Arregui S.J. ed era esaurito.  

    Se dunque il R.mo P. Generale [Domenico Tavani] è già a Roma vorrebbe domandarlo, se (come  mi ha promesso, quando partivo per Ravello) ha comprato il suddetto libro anche per me.  Se no, oppure se il P. Generale è fuori di Roma e il p. Haczela o non ha comprato ancora, o sta  anche Lui fuori di Roma, vorrebbe Lei, pigliando i danari dal fr. Francesco (della Curia), comprare subi to questo libro per me. Similmente vorrebbe per il P. Guardiano di Cracovia (p. Mariano Sobolewski)  pigliare da fr. Francesco un nostro messale legato. Se poi fosse facile anche aggiungere le opere (i  salmi) di questo celebre adesso scrittore della musica 3 a Roma, che p. Pal cognosce, (che anche Pa latucci voleva dal p. Pal).  

    Ma questo se è facile. Tutto poi bisognerebbe quanto più presto portare alle Suore Nazaretane (Via  Machiavelli N 18) dicendo di mandare al p. Sobolewski a Cracovia, perché le Suore ci penseranno co me mandare. 

    È tornato il R.mo P. Generale? Come sta di salute? E il R.mo. P. Rettore dove sta?  P. Pal è partito in Romenia? E fr. Girolamo si è rimesso? Se vogliono scrivermi qualche cosa pos sono portare le lettere alle Suore Nazaretane, se qualcuna di loro parte per Cracovia (che accade  spesso). Come va M.I.? Tutti 4 i sentimenti, le azioni, la vita, la morte e l'eternità siano alla massima gloria di Dio mediante la salvezza e la santificazione più perfetta del maggior numero possibile di anime  attraverso l'Immacolata!!! 

    Preghino per me. Indegno in s. Padre Francesco 

    fr. Maximilianus M. Kolbe M.I. 

    Saluti per tutti e specialmente pei M.I., tutti insieme e ognuno personalmente quelli che sono nel  Collegio; si ricordino qualche volta davanti alla Mamma di me. 

     fr. Massimiliano 

    Le casse 5 sono già chiuse? 

    Testo originale in lingua italiana.  

    Nota 28.1 L'originale non indica la persona del destinatario. Probabilmente si tratta del chierico fr. Giovanni Garleanu, che  fu il primo presidente della sede primaria della M.I. di Roma, dopo la partenza di p. Massimiliano per la Polonia.  Nota 28.2 Prima di tornare in patria, p. Massimiliano si recò ad Assisi per 3 giorni (11-14 VII 1919), come risulta dal suo re gistro personale delle ss. Messe.  

    Nota 28.3 Mons. Lorenzo Perosi.  

    Nota 28.4 L'intero capoverso è tradotto dal latino.  

    Nota 28.5 Forse p. Massimiliano si riferisce al bagaglio che non aveva portato con sè in treno e che gli sarebbe stato spedi to in seguito cf. SK 38, 40, dove p. Massimiliano accenna di non aver ancora ricevuto “i pacchi” . 

  • S.l.G.C. 

     Carissimo 

    Non so se hai ricevuto la lettera che ti ho inviato circa un mese fa per mezzo delle Suore Nazare tane; ora, presentandosi una buona occasione, ti scrivo di nuovo.  

    Non ti ho fatto sapere ancora della discussione che ho avuto in treno tra Roma e Bologna con un  ebreo sulla religione cattolica: che il Messia è già venuto, che tale Messia è Gesù Cristo, che la Beata  Maria è Vergine, che l'aldilà esiste, ecc.  

    Alla fine mi promise di portare la “medaglia miracolosa” che aveva ricevuto da me, domandò di  pregare per lui e, secondo quanto gli avevo consigliato, disse inoltre che da quel giorno avrebbe prega to la Beata Vergine Maria affinché, se è Immacolata e Madre di Dio, lo converta.  

    Voi della M.I. pregate qualche volta per lui e se avete l'occasione andate a fargli visita e mostrategli  dei buoni libri, affinché abbia l'opportunità di approfondire la religione cattolica, che seriamente vuol co noscere (è un commerciante di stoffe). 

    Ci siamo scambiati i rispettivi indirizzi per la corrispondenza epistolare.  

    Ecco il suo nome e indirizzo: Enrico Pitigliani - Via Amerigo Vespucci n. 41 Roma.  Pregate per lui. (Se il P. Rettore [Stefano Ignudi] lo permette) fategli visita e attiratelo per mezzo  dell'Immacolata. 

    In treno ho incontrato ancora un'altra persona che negava apertamente l'esistenza dell'inferno, ma  davanti all'evidenza del ragionamento - mentre io invocavo continuamente l'Immacolata - ammise da vanti a tutti l'insostenibilità della propria tesi, accettò la “medaglia miracolosa” dicendo che era il primo  segno religioso che portava nella sua vita.  

    Mi dispiace che abitiamo lontani.  

    Ci siamo scambiati l'indirizzo.  

    Gloria all'Immacolata. 

    Occorre lottare; fuori del collegio si presenta di frequente l'occasione di agire, anche se deve es serci sempre il tempo per la preghiera. 

    Come va la M.I. in collegio?  

    Qui 13 dei nostri finora si sono iscritti alla Milizia dell'Immacolata 2.  

    Nella nostra giaculatoria ognuno è libero di aggiungere le intenzioni che vuole e questo da noi si fa  abbastanza frequentemente.  

    Sarebbe una bella cosa che ogni mese, ad esempio, le intenzioni particolari per le quali vogliamo  pregare l'Immacolata fossero raccolte in schede (anche anonime o con le iniziali delle persone delle  quali vogliamo la conversione) e collocate in una “cassetta” ai piedi dell'Immacolata (ad esempio della  statua); così che sia un segno che le affidiamo a Lei e nello stesso tempo tutti comprendano (una volta  per sempre) che, pregando con la nostra giaculatoria, noi vogliamo ricordare soprattutto coloro che so 

    no raccomandati, affinché l'Immacolata interceda per loro.  

    Inoltre (se al P. Rettore sembrerà opportuno) talvolta sarebbe conveniente elaborare ed esaminare  insieme i seguenti argomenti: i rapporti dell'Immacolata con il nostro Ordine, con i peccatori, il metodo  di discussione con i non credenti, gli scismatici, ecc., la natura e lo spirito della M.I. ecc., la storia della  “medaglia miracolosa” ecc.  

    Considerate se e fino a che punto vi piace, o meglio se e fino a che punto l'Immacolata desidera  questo da voi. 

    Ho saputo della grave malattia di fr. Paolo Moratti.  

    È ancora vivo?  

    Scrivetemi al più presto. Almeno potrò pregare in suo suffragio. 

    Termino questo scritto pieno di errori sotto ogni aspetto, poiché lo spazio è terminato e sento che  l'orologio suona le 10 e un quarto; domani mattina poi devo spedire la lettera. 

    Mandatemi la risposta o per il sacerdote che abita in via Mascherone 55 o per quello del collegio  polacco che deve venire in Polonia. 

    Indegno nel Padre s. Francesco 

    fr. Massimiliano M. Kolbe M.I.

    Vorrei scrivere a fr. Girolamo, ma non so se si trova a Roma.  

    Saluti cordialissimi per lui. 

    P. Pal è ancora nel collegio?  

    Dove sta?  

    Saluti di cuore. 

    Monsignore [Domenico Jaquet] sta ancora in Svizzera?  

    Se è con voi, salutatemelo, ringraziandolo per i suoi appunti, poiché ora mi sono utili per la scuola  di storia ecclesiastica che devo fare. 

    Saluti a tutti gli altri e a ciascuno in particolare dei membri della M.I. 

    __________ 

    Traduzione dal latino. 

    Nota 29.1 Cf. SK 28, nota 1  

    Nota 29.2 Dal primo registro degli iscritti alla M.I. in Polonia non è possibile sapere chi fossero queste 13 persone, perché  fino al giorno 25 IX 1919 risultano iscritte soltanto 5 persone, tutti Frati Minori Conventuali. Maggior luce offre p. Alfonso  Kolbe in notatki o M.I., p. 4, dove afferma che il giorno 8 IX 1919 p. Massimiliano parlò della M.I. agli studenti di teologia del  seminario dei Conventuali di Cracovia e distribuì loro le medaglie. Evidentemente p. Massimiliano ritenne quel momento  come decisivo. Nel seminario teologico francescano di Cracovia c'erano allora quattro sacerdoti novelli: p. Giacinto Wana 

    towicz, p. Stanislao Jadrychowski, p. Adamo Szot e p. Eustacchio Duda; e i chierici: fr. Samuele Rosenbaiger, fr. Bonaven tura Podhorodecki, fr. Alfonso Kolbe, fr. Giorgio Wierdak, fr. Domenico Bednarz, fr. Valentino Skurzak, fr. Norberto Uljasz, fr.  Gerardo Domka. In tutto, con il rettore p. Czeslaw Kellar, 13 persone.

  • J.M.J.Fr. 

    * Carissimo 

    Ho ricevuto la Sua colla lettera di fr. Albino, ma l'occupazione non mi permise subito scrivere qual che cosa.  

    Le notizie del Collegio sono per me molto preziose, perché la maggior parte della mia [vita] religio sa ho trascorso lì, perciò grazie tante ed a Lei ed a fra Albino (dica Lei anche a Lui).  Molto mi dispiace la malattia del R.mo P. Rettore [Stefano Ignudi] ed ho domandato, come Lei mi  scriveva, la preghiera ai nostri chierici.  

    Grazie a Dio che il nostro caro fr. Paulo [Moratti] non ci ha ancora abbandonato su questa terra.  Non minor piacere mi fece la notizia che i M.I. del Collegio crescono.  

    Mi scriva chi si è ancora iscritto. 

    A Cracovia fra i Chierici non soltanto sorse la santa Milizia, ma ancora si è organizzata per ottene re, in quanto richiedono le condizioni e circostanze, quanto di più è possibile 1.  E così per conoscere sempre più perfettamente lo scopo, esplorare il campo d'azione ed imparare i  mezzi sempre più adatti per salvare e santificare le anime per mezzo dell'Immacolata e la Sua Meda glia Miracolosa, hanno stabilito di fare, nel primo e terzo Sabato del mese, una sessione nella quale  uno farebbe qualche conferenza in questa materia e poi si facessero i progetti e si raccogliessero le in tenzioni.  

    A capo sta un Presidente eletto colla maggioranza dei voti, similmente è anche eletto il Segretario.  Il P. Maestro M. R. P. Ceslao Kellar protegge l'opera ed anche ad essa appartiene. Una cosa.  

    Nelle nostre facoltà di benedire la Medaglia Miracolosa ci sono poche indulgenze.  Domandi un po' (per se vel per alium) come è la cosa, perché il Breve del 8 di Luglio 1909 concede  tutte le indulgenze dello scapolare ceruleo (guardi in Acta Apostolicae Sedis, an. 1, vol. I, num. 17, die  15 Sept. 1909) che sono immense.  

    Mi scriva subito come è questa cosa. La notifichi (quando saprà che sono ancora queste indulgen ze) anche agli altri nostri in Italia. 

    Confrater in S. Patre Francisco, commiles in Immaculata 

    fr. Maximilianus M. Kolbe, M.C. M.I. 

    Bacio la mano al R.mo P. Rettore. Saluti al R.P. Vice rettore [Bonaventura Marini], tutti e singoli M.I. (adesso non so quali sono di più), al p. Domenico; congratulazioni al neosacerdote p. Luciano; tutti  non ci entrano qui in particolare, allora per tutti del Collegio insieme. 

    P. Cirillo aspetta ancora le carte per partire in America. 

    Saluti cordialissimi a fr. Girolamo (se è tornato). 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 30.1 I chierici Conventuali di Cracovia, membri della M.I. (cf. SK 29, nota 2) elessero presidente fr. Alfonso Kolbe, se gretari fr. Samuele Rosenbaiger e fr. Bonaventura Podhorodecki -cf. p. ALFONSO KOLBE, Notatki o M.I., p. 7.

  • S.l.G.C. 

    Caro Broniu 1

    Qui a Cracovia (per quanto ricordo) ti ho dato il foglietto con il programma della “Militia Immacula tae”, anzi ti sei iscritto ad essa.  

    È vero che il lavoro individuale delle singole persone può portare grande vantaggio nel campo delle  conversioni e delle santificazioni, ma quello collettivo sembra moltiplicare i frutti.  Per questo anche tra i chierici qui a Cracovia si è aggiunto al programma, tenendo conto delle cir costanze (come è detto in “Mezzi 2” del programma), un'organizzazione che si assomiglia quasi a Ze lus Seraphicus 2 [...] una breve relazione più o meno su questo tema.  

    Segue la discussione e le proposte per il futuro 3.  

    Al termine si consegnano le intenzioni, ossia i biglietti con le intenzioni (anche con pseudonimo)  per la conversione di persone, secondo le richieste dei singoli, o per altre grazie.  Queste intenzioni vengono deposte successivamente ai piedi dell'Immacolata, per significare che  sono offerte completamente a Lei.  

    Questa è l'organizzazione per i chierici. 

    Scrivimi, quando riterrai opportuno, se non sia possibile introdurre tra di noi, giovani sacerdoti ap partenenti alla M.I., un'organizzazione più stretta, in cui, ad esempio, 

    1) ciascuno possa mandare qui le proprie intenzioni; 

    2) dopo aver ottenuto delle conversioni, dar notizia di esse, affinché, quando se ne raccoglie  un numero più consistente, si possa divulgarle, a gloria dell'Immacolata.  

    Scrivi se hai qualche altra proposta. 

    Tuo fratello nel Padre san Francesco e commilite nell'Immacolata 

    fr. Massimiliano M. Kolbe M.I. 

    Bacio le mani al M. Rev. P. Custode (Daniele) 4.  

    Saluti al Guardiano p. Maurizio e a p. Remigio. Pregate per me. 

    Nota 30a.1 Nelle lettere a p. Stryczny, p. Kolbe si rivolge quasi sempre all'amico chiamandolo con il diminutivo familiare  “Broniu” (piccolo Bronislaw).  

    Nota 30a.2 Parte dell'originale è danneggiato per l'asportazione del francobollo presente sulla cartolina postale. - Zelus Se raphicus era un circolo di studio autogestito esistente nel seminario maggiore dei Frati Minori Conventuali, a Cracovia, negli  anni 1910-18.  

    Nota 30a.3 P. Massimiliano ha poi depennato le parole: “per il futuro” .  

    Nota 30a.4 Nel convento di Kalisz dimoravano, con p. Stryczny, anche i padri Daniele Biele, Maurizio Madzurek e Remigio  Huppenthal. 

  • S.l.G.C. 

    Caro Broniu! 

    Ieri sera ho ricevuto la tua cartolina e questa mattina ho acquistato, presso la Curia Diocesana, le  tre Messe (3 corone) e te le ho spedite subito in raccomandata (504), ma chissà se ti giungeranno in  tempo; la tua cartolina, infatti, ha viaggiato cinque giorni. 

    Quanto alla M.I. (Militia Immaculatae) non conosco l'attuale predisposizione dei miei colleghi, poi ché sono stato lontano da loro 7 anni, o almeno 4; tu, perciò, potresti indicarmi meglio...1 e poi darmi  una risposta.  

    Io, come forse ti ho già detto, ne ho accennato a p. Ugolino, ma gli scriverò ancor più chiaramente  2

    Ma non pensare, caro Padre, che ciò vada avanti in maniera così liscia; se c'è qualcosa di buono,  deve purificarsi nel fuoco delle prove e delle avversità.  

    L'unica forza, in questi casi, è l'obbedienza “nel rispettivo foro” 3, qui non si sbaglia. Fratello nel Padre san Francesco e commilite nell'Immacolata 

    fr. Massimiliano M. Kolbe 

    Insegno storia ecclesiastica. Saluti cordialissimi al p. Custode, al p. Guardiano e al p. Remigio 4

    Nota 30b.1 Parte dell'originale è danneggiato per l'asportazione del francobollo, presente sulla cartolina postale.  Nota 30b.2 La lettera a p. Ugolino Czyż, se e stata scritta, non è stata conservata.  

    Nota 30b.3 L'espressione è in lingua latina.  

    Nota 30b.4 Cf. SK 30a, nota 4

  • Evv. M.I. 

    * Carissimo fr. Paulo, 

    Grazie tante per la cartolina, che mi portò tanta consolazione nella notizia o piuttosto prova del Suo  miglioramento, potendo col proprio pugno scrivermi.  

    Ho ringraziato dalla Sua parte i M.I.  

    Chierici di Cracovia che hanno pregato per Lei. 

     Loro hanno scritto adesso una lettera ai M.I. del Collegio di Roma; saprà di questo certamente da  fr. Girolamo quando leggerà queste righe. 

    Lei mi scrive che non sa perché il buon Gesù e la nostra cara Mamma Lo hanno lasciato ancora in  questa misera terra. Si vede che Lei voleva volarsene da questa malattia in Paradiso. Ma, pazienza; ci sono ancora tante anime traviate, ingannate, sedotte, infelici schiave del demonio,  che gemono e non sono capaci neppure [di] riconoscere la propria miseria e stupidezza.  Se dunque Gesù ed Immacolata nostra Lo ha risparmiato, si vede che vogliono che Lei porga ma no a questi miserabili e (come scrisse fr. Antonio di s.m.) “facendosi guida di molte, molte anime con duca tutte” a Dio per l'Immacolata nostra Regina. Bella missione per la quale torna conto vivere, soffri re, lavorare e anche morire (volesse il cielo come martire).  

    Così vivendo ci santificheremo anche noi, saremo come le vittime consumate dall'ardore dell'amore  sempre operoso.  

    Amore verso il buon Dio e conseguentemente verso tutte e singole anime che sono e saranno;  amore largo, che sovrapassa il creato, giunge a Dio e brama questa unione beatifica di tutte le anime  con Dio per amore di Dio. 

    Carissimo, lavoriamo insieme e soffriamo e così insieme vicino vicino alla carissima nostra Mamma  godremo in... Paradiso. 

    In Zagarolo forse avrà occasione di parlare col p. Quirico (almeno saprà dove sta; perché io non lo  so).  

    Gli dica che noi qui abbiamo una organizzazione di Preti di M.I.1 i quali almeno una volta all'anno  manderanno il resoconto della loro azione per M.I. e possono mandare le intenzioni dei peccatori o a cattolici convertendi, i quali deposti poi ai piedi dell'Immacolata, una volta per sempre intenzione fatta,  tutti per questi vogliono specialmente pregare e nei casi difficili lavorano chiedendo il consiglio degli al tri.  

    Può anche lui fra i nostri sacerdoti fuori del Collegio questo fare. 

    Tuo in S. Padre Francesco Confratello e Commiles 

    fr. Massimiliano M. M.I. 

    Saluti al p. Quirico se è a Zagarolo. Mi scriva presto se p. Quirico sta lì e come si è fatto. 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 31.1 P. Alfonso Kolbe in Notatki o M.I., p. 34, annota: “Quel giorno 5 I 1920 la Milizia organizzata dei sacerdoti tenne  la sua seduta introduttoria (padri: Czeslaw Kellar, Enrico Gorczany, Giacinto Wanatowicz e Massimiliano Kolbe )” .

  • W.G.M.Fr. 

    * 1) Si provveda quanto prima all'iscrizione dei sacerdoti - i cui nominativi sono stati trasmessi per  mezzo dei PP. Cappuccini - nei registri delle associazioni: “Unio Sacerdotum pro moribundis” e “Ani mae Victimae” (Via dei Villini Roma). 

    2) P. Domenico non si scordi di quello che abbiamo in Amelia 1, tornando dal mons. Ciatti, combi nato. Saluti cordialissimi. Si faccia sentire. 

    3) Fr. Girolamo si ricordi del trino, quatrino 2 etc. Tanti saluti. Scriva qualche volta. 4) Saluti a fr. Giovanni et tutti gli altri e specialmente M.I. 

    5) Di qua è partita una lettera dai M.I. Chierici di Cracovia. La avete ricevuta? 

    6) Mandiamo adesso un'altra lista dei nomi dei Sacerdoti se per caso non avete ricevuta la prima;  era stata mandata (se non mi sbaglio) al R.mo P. Rettore o ad un altro che fa le Sue veci in caso di as senza. In questa lista ci sono 2 nomi di più: quelli segnati colla stelletta. Se possibile procurate anche  per questi. La facoltà per imporre la Medaglia Miracolosa possiamo ottenerla qua in Cracovia. 

    7) Lavorate, soffrite, vivete e morite per la quanto più grande gloria di Dio per l'Immacolata. Salvare  e santificare quanto di più tutte e singole le anime che sono e saranno. Torna conto. Dopo la morte si  faranno i conti. 

    8) Scriveteci per [il] giorno dell'Immacolata una relazione; così sapremo che cosa fece Ella da Voi.  Rispondete pure con una lettera comune ai Commilitoni Chierici di Cracovia, “se piace”. Confrater in S. Patre Francisco et Commiles in Immaculata 

    fr. Massimiliano M. M.I. 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana; il primo capoverso è tradotto dal latino. 

    Nota 32.1 P. Domenico Neculaes dimorò con p. Massimiliano ad Amelia nell'estate del 1918 - cf. SK 988C, in data 16 VIII  1918 e seguenti.  

    Nota 32.2 Si tratta, probabilmente, di un accordo tra p. Massimiliano e fr. Girolamo Biasi, la cui parola d'ordine doveva esse re appunto: “trino, quatrino etc.” - cf. SK 988D, alla data 14 XI 1918.

  • G.M.G.Fr. 

    * Carissimo Commilite 

    Come vede la nostra cara Mamma ci ha fatto avere già la prima stampa.  

    Benché la carta e la stampa siino molto care, abbiamo fatto fare 5000 copie 2. Il convento è anche  in indigenza e non può sostenere le spese, ma la nostra Regina Immacolata pensa a tutto.  Appena si è finita la nostra stampa deve scoppiare uno sciopero e il prezzo deve essere alzato del  doppio. La Mamma ci ha pensato proprio a tempo.  

    Le medaglie poi costano molto di più. - Così pare che la Mamma ci prepara una via molto lumino sa, sarà anche dolorosa, ma però sempre con una vittoria certa. Ci siamo oltre 30 uomini, donne di ve ramente diversi stati e condizioni 3. Il giorno 11 di gennaio terrà uno dei padri [Enrico Górczany] un di scorso spiegando la natura e lo spirito della Milizia nella così detta “Cappella Italica” (una grande nostra  

    sala) dove sono invitati tutti i fedeli con un invito affisso alla porta della chiesa. Questo è primo nostro  atto publico.  

    Da ieri poi si inscrivono i secolari nella sacrestia della chiesa. 

    Nel “NB 2”, cioè nella stampa “UWAGA: 2”, abbiamo aggiunto espressamente questo che ci era già  implicitamente, cioè in latino sarebbe: “Nihil sub peccato etsi minimo obligat; solus amor (sine limite)  erga Sacratissimum Cor Iesu ut quamplurimas animas cum eo quam strictissime per Immaculatam u niamus, est noster unicus stimulus” 4

    Tutto quello che è stampato è, si intende, lo statuto generale.  

    Distinguiamo poi 2 o piuttosto 3 gradi, in quanto, in forza del C. III §2 dello statuto generale, l'azio ne è individuale soltanto oppure anche sociale ovvero, in fine, “senza limiti” (è un grado davvero eroi co).  

    Gli statuti particolari del 2 grado possono variare secondo la varietà degli stati, condizioni. I chierici  (nostri) di Cracovia hanno elaborato e approvato uno statuto (del quale una copia Le mando) “ad expe rimentum” per 3 mesi.  

    Per l'elaborazione era delegata una commissione di 3 membri del M.I. dei Chierici di Cracovia. Si milmente a Leopoli si forma già un altro focolare di M.I. 

    È anche di prossima uscita lo statuto dei Padri M.I. della nostra Provincia. 

    Scrivo tutto questo perché vi consoliate, rinforziate e - per sempre più patire e lavorare per le ani me - rianimiate. Scriviamoci a vicenda con questa intenzione e sopra tutto per glorificare la nostra Re gina e Mamma e per Essa il buon Dio. 

    (Potrà vedere nel momento libero se per caso negli ultimi mesi della mia dimora nel Collegio non  ho dimenticato di notare nel libro del Collegio una delle Messe celebrate e notate in S. Anastasia). Avendo occasione distribuisca le stampe come sono segnate. 

    Dove è fr. Girolamo? Mi scrisse p. Cirillo che doveva partire dal Collegio per la malattia. Scriva a me direttamente per la posta. Mando 12 francobolli.  

    Se qualcuno degli Americani Polacchi volesse mandare qualche dollaro per la M.I. in Polonia, ac cettiamo volentieri perché abbiamo, p. es., stampato pei denari imprestati e vogliamo ancora far molto;  dall'altra parte i dollari da noi valgono molto. 

    Suo 

    fr. Massimiliano M., M.C. M.I. 

    Non mando di più dei fogli della stampa, perché peserebbe troppo e intanto non si capisce da tutti il  polacco. 

    La morale 5 non è ancora arrivata. 

    Mi scriva presto e direttamente per la posta perché per le altre vie cammina troppo piano. Grazie tante a p. Domenico che si è occupato della mia domanda (la facoltà). Già ho ricevuto tutto direttamente. Tanti saluti a Lui e buon Capo d'Anno.

    Dove e come sta il nostro caro Commiles fr. Girolamo? non ho avuto niente da Lui. Lo saluti tanto  tanto dalla parte mia, se avrà qualche occasione. 

    A tutti e singoli M.I. del Collegio saluti e buon Capo d'anno, pieno della benedizione di Dio per le  mani misericordiose della nostra carissima Mamma, da me e da tutti i M.I. del Collegio nostro di Craco via. 

    Soffrire, lavorare, amare e gioire. 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 33.1 Cf. SK 28, nota 1.  

    Nota 33.2 Pagelle d'iscrizione alla M.I.  

    Nota 33.3 Fino al 2 I 1920 incluso si erano iscritti alla M.I. 34 persone - cf. Ksiega wpisowa czlonkow M.I. 1919 1922, p.2. In  questa prima trentina vi erano sacerdoti, chierici e fratelli dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, le novizie delle Suore Or soline, alcuni studenti, un agricoltore, una domestica.  

    Nota 33.4 Ecco il testo, tradotto dal polacco: “Nulla obbliga sotto peccato, benché minimo; il nostro unico sprone è l'amore  (senza limiti) verso il sacratissimo Cuore di Gesù, allo scopo di unire a Lui attraverso l'Immacolata il maggior numero possi bile di anime nel modo più stretto” . In SK 35 p. Massimiliano dà una propria traduzione italiana di questo testo.  

    Nota 33.5 Il manuale che p. Massimiliano aveva chiesto in data 5 VIII 1919 cf. SK 28

  • [...] 1 a coloro che volessero lavorare in gruppo, sarebbe bene consegnare uno statuto particolare,  come, ad esempio, quello composto dai chierici a Cracovia (e inviato “in visione” a p. Venanzio). Nello  stesso modo anche i chierici di Roma hanno uno statuto con alcuni punti particolari. Gli statuti particola ri muteranno secondo la diversità del ceto e della condizione sociale. 

    Le facoltà per le quali lei, Rev.mo P. Provinciale, mi ordinò di scrivere a Roma, sono già arrivate e  quanto prima cercherò di distribuirle.  

    Ad una di esse è aggiunta una tassa di 50 centesimi: considerando 30 copie, secondo la valuta in  corso, la somma ammonterebbe a 150 corone; tuttavia, dietro consiglio del Rev.mo P. Guardiano [Ma riano Sobolewski], risponderò che pagheremo dopo la stabilizzazione della moneta, il che vorrà dire  una spesa 10 volte inferiore. 

    Riguardo alla facoltà di benedire e di imporre la medaglia miracolosa, esiste una così detta “Asso ciazione della Medaglia Miracolosa” arricchita, con un “Breve” dell'8 luglio 1909, di tutte le indulgenze  annesse allo scapolare azzurro (dell'Immacolata Concezione).  

    Unica condizione per appartenere ad essa è il portare la medaglia miracolosa imposta da chi ne ha  la facoltà. Tuttavia, questa associazione deve essere canonicamente eretta; perciò è indispensabile  che il Vescovo nomini un ispettore diocesano.  

    A questo proposito ho preso accordi con il P. Visitatore dei Preti della Missione [Gaspare Slomiń ski], affinché coloro che riceveranno la medaglia dai nostri padri che hanno la facoltà di imporla,  possano godere le indulgenze annesse. Ultimamente il P. Visitatore mi ha scritto che per la diocesi di  Przemysl potrei indicare uno dei nostri padri come ispettore. Proporrei p. Ugolino, ma voglio prima av visare lei, Rev.mo P. Provinciale, affinché poi non ci siano delle difficoltà. In proposito, p. Floriano, che  un paio di settimane fa è stato qui a Cracovia, ha accettato ed ora certamente ha ottenuto l'ispettorato  per la diocesi di Wilno (perché ho spedito già la lettera del P. Visitatore al vescovo di Wilno [mons.  Giorgio Matulewicz]). Comunque, questo non impone obblighi specifici. 

    Sebbene l'imposizione della medaglia da chi ne ha la facoltà non sia una condizione per apparte nere alla “Milizia dell'Immacolata”, ma soltanto il portarla, tuttavia questa modalità per noi in tanto è utile  in quanto si lucrano le indulgenze. Devo dunque indicare il p. Ugolino come ispettore per la diocesi di  Przemysl? 

    Riguardo alla invenzione 2 - se cosi la si può chiamare - forse scriverò al p. Felice, perché non ho  l'indirizzo del signor Gruchala. Ringrazio per l'indicazione delle fonti storiche. 

    Chiedendo la serafica benedizione e augurando un felice anno nuovo, rimango indegno nel Padre  S. Francesco 

     fr. Massimiliano M. 

    Nota 34.1 Della presente lettera si sono conservati soltanto gli ultimi due fogli, contenenti pure la data.  

    Nota 34.2 difficile sapere di quale “invenzione” si tratti; forse di un tipo di telegrafo che p. Massimiliano aveva ideato qual che anno prima (SK 1387 ).

  • J.M.J.Fr. 

    * Carissimo, 

    Ho ricevuto una Sua cartolina, ma non so se la mia seconda è arrivata nella quale scrivevo che mi  sono inteso con il Visitatore della Polonia dei PP. Missionari (S. Apollinare a Roma) di far che Lei possa  essere ispettore della “Società della Medaglia Miracolosa” ultimamente di nuovo approvata con “Breve”  di 8 luglio 1909 (vedi Acta Apostolicae Sedis).  

    Il vescovo deve nominare l'ispettore e per questo atto introduce canonicamente la detta Società, e  allora tutti coloro che ricevono in tutta la diocesi la medaglia miracolosa da uno dei sacerdoti che hanno  la facoltà di benedire e imporre la medaglia, godono di tutte le indulgenze (vedi Raccolta delle Indul genze).  

    L'ispettore del resto non ha nessun obbligo determinato. Mi risponda quanto prima se si è fatto già  nominare dal Rev.mo p. Cipollini 1 o no ancora e se lo vuol fare (perché se no scrivo ad un altro). Vedi  sono troppo focoso, è vero? 

    Un'altra cosa: la nostra carissima comune Mamma fece, come vede dal foglio stampato aggiunto a  questa lettera, anche stampare il nostro Statuto Generale di Roma.  

    Ne abbiamo fatte fare 5000 copie a dispetto della carestia terribile della carta e della stampa.  I cattivi stampano e non c'è per loro la carestia e allora neppure per noi. Subito dopo che erano fini ti i nostri fogli, il prezzo della stampa si alzò, in seguito ad uno sciopero, da 90 a 100 per cento; vuol di re il doppio.  

    La Mamma ci ha pensato proprio a tempo. - Ricevuta l'approvazione del vescovo di Cracovia  [mons. Adamo Stefano Sapieha] abbiamo cominciato a lavorare più pubblicamente.  Si inscrivono uomini e donne di diversissima età e condizione.  

    Siamo quasi 60 2. Questa domenica [11 I] sarà [in] così detta “sala cappellare Italica” 3 un discorso  spiegante la natura e lo spirito di M.I.  

    Lo terrà un padre ([Enrico Górczany] professore di S. Scrittura da quasi forse 10 anni). L'invito a  tutti i fedeli è affisso alla porta della chiesa. 

    Lo Statuto Generale è questo che è stampato; in forza poi di C. III, §2 dello stesso Statuto si distin guono 2 o anche 3 gradi in quanto l'azione è soltanto individuale oppure anche sociale ossia in fine  “senza limiti” (sarebbe anche eroico). 

    Il 2 grado ammette poi statuti particolari per regolare gli atti sociali.  

    Così per es. i chierici di Cracovia hanno elaborato un tale statuto (per mezzo di una commissione  di 3, eletta per questo) e approvato nella seduta ordinaria del 20 XII (ci sono due sedute ordinarie al  mese: nel primo e terzo sabato) “ad experimentum” per tre mesi.  

    Le mando una copia.  

    Il vescovo di Riga [mons. Edoardo O'Rourke] passando di qua ci lasciò una benedizione in scritto e  volle per sé una copia latina e polacca. 

    Il 5 I 1920 ebbe luogo la prima seduta della M.I. dei Sacerdoti, francescani, Min[ori] Conv[entuali],  della nostra Provincia.  

    Eletto il Presidente e il Segretario 4, erano anche questi due delegati per elaborare uno statuto par ticolare.  

    Il tempo della seguente seduta lasciato “ad arbitrium” del Presidente.  

    Ci entrano anche qua dei capelli bianchi 5

    Carissimo, non so che cosa la nostra cara Mamma vuole ultimamente fare con tutto questo, cerco  soltanto di seguire in tutto l'obbedienza e poi non mi curo. 

    Se crede opportuno applichi anche nel Collegio dove sta il desiderio del Rev.mo P. Generale [Do menico Tavani] cioè che la “Milizia dell'Immacolata” si impianti nei nostri Collegi.  Lo statuto particolare dei Chierici di Cracovia che Le potrà, oltre la semplice notizia dell'operato del la Mamma, servire anche di aiuto per compilare (o approvare la compilazione fatta dai Chierici stessi)  dello Statuto particolare del suo Collegio. 

    Aspettiamo dunque la notizia ufficiale della M.I. del Collegio di Rumenia ai M.I. del Collegio di Chie rici di Cracovia.  

    Questo giova per rinforzarsi e rinfocarsi per la salute e la santificazione delle anime.  È vero che lo Statuto del Collegio nostro di Rumenia avrebbe lo stesso carattere dello Statuto par ticolare dei Chierici di Cracovia, cioè: specialmente la preparazione al futuro lavoro.  I Chierici nostri o piuttosto i M.I. dei nostri Chierici hanno già mandato una lettera ufficiale munita  delle firme di tutti e scritta da un delegato per questo e il cui scritto venne approvato dagli altri. Sarebbe una gran consolazione per i nostri M.I. come fu quella dei Romani, se una tale lettera arri verà quanto più presto anche dalla Rumenia. - A Leopoli si sta già formando un altro focolare M.I. fra i  novizi nostri. 

    Carissimo Padre, mettiamo adesso in pratica quelle belle idee che ci sviluppavamo a vicenda a  Roma. Lavorare, soffrire e “utinam” anche morire si potesse per la salvezza di tutte tutte le anime che  sono e saranno e per la loro quanto più alta santificazione (cominciando, si capisce, ma non limitando si, con la propria)! 

    Ancora qualche parola di M.I. Sul foglio stampato vede nella pag. 3 riga 8: “2) Nic nie... etc.” questo  così sarebbe più o meno in italiano: “Niente obbliga sotto il peccato benché minimo; soltanto l'amore  verso il SS.mo Cuore di Gesù per unire, nel modo più stretto possibile con Lui per mezzo dell'Immaco lata quanto più delle anime è l'unico nostro stimolo”. 

    Ancora: Se vuole prendere in Sua mano la causa della M.I. in tutta la Rumenia.  Può anche compilare uno statuto particolare con gli altri Padri M.I. cioè p. Bejan e p. Persechini.  Si capisce che la caratteristica di questo non è di prepararsi, ma di lavorare anche in comune pre 

    ghiera, cognizione e applicazione dei (legittimi) mezzi, benché il luogo separi i singoli.  Faccia anche (se crede) il foglio stampato in rumeno (e ci mandi per l'archivio almeno una copia),  ottenuta l'approvazione del rispettivo vescovo e poi iscriva anche (come facciamo noi qua) i secolari,  prima al I grado, poi se il numero sarà sufficiente si può con statuti particolari organizzare separata mente gli studenti, per es., i maestri, etc.  

    Facendo tutto coi mezzi legittimi non si avrà difficoltà neppure dalle autorità civili. Scusi per scarabocchio, sgridami forte.  

    Ci mandi particolari per una biografia del p. Antonio [Głowiński]. 

    Suo sincero e cordiale in S. Padre Francesco e in Immacolata commiles, 

    fr. Massimiliano M. Kolbe, M.C. M.I. 

    La biografia di fr. Antonio [Mansi] si stamperà in polacco in qualche periodico. La traduzione della  biografia del p. Antonio fatta a Roma è già tradotta in polacco e andrà in questi giorni in qualche periodico. 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 35.1 P. Ulderico Cipolloni fu Ministro provinciale in Romania negli anni 1911 1920.  

    Nota 35.2 Dei primi 30 iscritti alla sede della M.I. di Cracovia si è già parlato in SK. 33. Nella seconda trentina figurano tra  gli altri: due religiosi fratelli, studenti, domestiche, sarte, un insegnante  

    Nota 35.3 Sala o cappella italiana, adiacente alla chiesa di s. Francesco d'Assisi dei Frati Minori Conventuali di Cracovia.  Nota 35.4 P. Massimiliano e p. Enrico Gorczany - cf. SK 36.  

    Nota 35.5 Tra i padri più anziani dimoranti allora nel convento di Cracovia vi erano: il Guardiano p. Mariano Sobolewski, p.  Stefano Wawrzkowicze p. Daniele Biele . 

  • S.l.G.C. 

    Reverendissimo Padre Provinciale, 

    Chiedo scusa se la importuno così di frequente con le mie lettere, ma che debbo fare? comunque  anche per questo, Rev.mo P. Provinciale, l'Immacolata la ricompenserà. 

    Ebbene, il 3 I 1920 ebbe luogo nella cella del Rev.mo P. M. Enrico la prima seduta della “Milizia  dell'Immacolata” dei sacerdoti francescani di Polonia (cioè di 2 grado) e questa si svolse con il suo  permesso, ottenuto mentre lei si trovava qui a Cracovia.  

    Erano presenti il M. Rev.do P.M. Czesław Kellar, il M. Rev.do P.M. Enrico Górczany, il Rev.do P.  Giacinto Wanatowicz ed il sottoscritto. Dapprima presiedette la seduta il piu anziano di età, cioè il M.  Rev.do P. M. Czeslaw, quindi - fino alla stesura di uno statuto particolare, la cui elaborazione venne af fidata al presidente e al segretario - io venni nominato presidente ed il M. Rev.do P. M. Enrico fu eletto  segretario all'unanimità.  

    Egli accettò volentieri. Dopo la stesura e l'approvazione, che avverrà nella prossima seduta, sotto porremo subito lo statuto a lei, Rev.mo P. Provinciale, per eventuali emendamenti e la definitiva con ferma. 

    Ieri, 11 I 1920, si è svolta nella Sala Italiana (con il consenso del Rev.mo P. Guardiano [Mariano  Sobolewski]) la riunione inaugurale allo scopo di far conoscere [ai fedeli] lo spirito e l'essenza della “Mi lizia dell'Immacolata”.  

    Erano presenti numerose persone (la sala era gremita); il M. Rev.do P.M. Enrico tenne una confe renza, dopo la quale abbiamo distribuito più di 400 foglietti stampati a quanti avessero voluto iscriversi.  Dopo aver apposto il proprio nome e cognome sulla pagellina, si presentano in sacrestia per la firma di  un sacerdote (appartenente alla Milizia) e per la iscrizione nel registro. 

    Nella mattinata dello stesso giorno il segretario del vescovo principe portò la seguente benedizione  scritta: “Benediciamo di cuore i membri della Milizia dell'Immacolata: combattendo sotto lo stendardo  della Madre di Dio aiuti la Chiesa a condurre ai piedi di Gesù tutto il mondo. 

    † Adam Stefan”. 

    Poiché la Milizia è, secondo il codice, una “pia unio” e non “sodalitas” ne deriva, in forza della se conda parte del can. 708, che è sufficiente la “approbatio” del vescovo; pertanto, le vorrei chiedere se è  possibile ottenere tale approvazione anche dagli altri vescovi polacchi e magari - come qui a Cracovia - anche la benedizione scritta; inoltre, vorrei domandarle, Rev.mo P. Provinciale, se lei stesso si vuole  interessare personalmente di questo, oppure se debbo farlo io. Senza dubbio alcune sue parole sareb bero più efficaci di tutta una mia lunga lettera. 

    La pregherei anche di una sua benevola risposta, perché così si aprirebbe la via per una ulteriore  diffusione della “Milizia”. 

    Domandando la serafica benedizione 

    indegno nel Padre S. Francesco 

    fr. Massimiliano M. Kolbe

  • J.M.J.Fr. 

    Carissimo! 

    Benché abbia poco tempo, tuttavia è giusto che io risponda quanto prima, anche se in breve. La lettera che ci avete inviato è stata per noi di grande consolazione; dico “per noi”, poiché, dopo  averla tradotta in polacco, l'ho fatta conoscere anche agli altri chierici della M.I. Da noi l'Immacolata incrementa sempre di più la “sua Milizia”.  

    Senza dubbio avete già ricevuto la pagellina stampata in polacco.  

    Ora, oltre alla benedizione del vescovo di Riga (Lettonia), che dal polacco può essere tradotta così:  “Iddio benedica le pie aspirazioni della Milizia dell'Immacolata e la Madonna santissima la sostenga con  la sua intercessione e la sua protezione.  

    † Edoardo O'Rourke Vescovo di Riga”, abbiamo ricevuto anche quella del vescovo principe di Cra covia che, tradotta dal polacco, si legge così: “Benediciamo di cuore i membri della Milizia dell'Immaco lata: combattendo sotto lo stendardo della Madre di Dio (Madonna) aiuti la Chiesa a condurre ai piedi di  Gesù tutto il mondo. † Adam Sapieha”. 

    Questo vescovo è particolarmente conosciuto per la difficoltà con cui approva qualcosa di nuovo.  Inoltre, il M. Rev.do P. Provinciale [Luigi Karwacki] mi ha scritto il 27 XII 1919 dicendomi: “Ti prego di  divulgare la Milizia dell'Immacolata e di stamparne lo statuto, evidentemente con il consenso del P.  Guardiano [Mariano Sobolewski]”. 

    E, subito, in data 12 I 1920, dopo aver ricevuto la pagella già stampata e le notizie del progresso  della M.I., mi scrisse (sempre in polacco): “Mi fa molto piacere che lei, padre, si occupi con tanto zelo  della “Milizia” e sono fiducioso che in breve tempo lei intraprenderà un'offensiva su tutta la linea nella  Grande, Piccola e Media Polonia (così si dividono le parti della Polonia) e anche in Lituania e forse su 

    gli altri fronti, per difendere la devozione all'Immacolata”. 

    Sicuro, perciò, di muovermi nell'obbedienza e, quindi, nella volontà della nostra Madre e Regina,  non mi preoccupo degli scherni e delle difficoltà che d'altronde devono pur venire. Il numero degli iscritti al I grado ha già superato i 200 2

    Quanto alla storia, fr. Girolamo sa molte cose e poiché forse ora avrà un po' di tempo, perciò potrai  chiedere a lui qualcosa di più. Io noto solo questo: la “Milizia dell'Immacolata” è nata nelle vacanze e stive del 1917.  

    All'inizio non c'era un programma determinato, ci univa solo il desiderio più o meno espresso di  consacrarci totalmente all'Immacolata come strumenti nelle sue mani immacolate per salvare e santifi care le anime (specialmente i massoni). 

     Dopo la stesura del primo statuto, i primi si radunarono nella camera di fr. Antonio Mansi, di s.m. - con l'incoraggiamento del Rev.mo P. Alessandro Basile S.J. e con il permesso del Rev.mo P. Rettore  P. Stefano Ignudi - per discutere e approvare lo statuto.  

    Nonostante ciò, per un intero anno la situazione rimase incerta. Tuttavia, dopo che due membri, p.  Antonio M. Głowiński (18 X 1918) e fr. Antonio M. Mansi (31 X 1918) ebbero fatto il loro ingresso in pa radiso, lo statuto ricevette la conferma e gli iscritti si moltiplicarono. 

    Il 28 III 1919 Sua Ecc. Mons. Domenico Jaquet, in una udienza particolare dal Pontefice Benedetto  XV, chiese ed ottenne (in forma generica, senza la presentazione dello statuto) la benedizione per la  “Associazione della B.V.M. Immacolata esistente tra gli alunni del Collegio Serafico”.  

    Una settimana più tardi, il 4 IV 1919, il Rev.mo P. Vicario Generale, P.M. Domenico Tavani, dopo  aver esaminato diligentemente il fine, i mezzi, lo spirito e lo sviluppo della Milizia, diede questa benedi zione scritta di propria mano: “Ben volentieri benediciamo e facciamo voti affinché la Beatissima Vergi ne Immacolata Patrona del Nostro Ordine incrementi e protegga con la sua materna protezione e una  copiosa benedizione la pia Milizia. Fr. Domenico M. Tavani, Vicario Generale”. 

    Fin da allora il Rev.mo P. Generale 3 espresse pure il desiderio che i membri della M.I. si moltipli cassero e la M.I. fosse introdotta e si sviluppasse nei nostri collegi. 

    Termino qui, poiché il resto già lo conosci bene anche tu. Pure p. Cirillo Kita è dei nostri.

    Per quanto riguarda le correzioni, lo statuto generale rimanga come il P. Generale l'ha approvato  con la sua benedizione.  

    Al NB se ne può aggiungere un altro (NB 2) come nella pagellina polacca; tradotto potrebbe essere  così: “Nulla obbliga sotto peccato benché minimo; nostro unico sprone è l'amore (senza limiti - le parole  senza limiti non si trovano nel testo polacco, perché sono state tolte dal censore episcopale di Craco via; se il censore di Roma le accetta si possono aggiungere) verso il sacratissimo Cuore di Gesù, allo  scopo di unire a Lui attraverso l'Immacolata il maggior numero possibile di anime nel modo più stretto”.  

    Inoltre, le parole: “Dignare me...” è meglio collocarle dopo l'atto di consacrazione (come nella pa gellina polacca). Per quanto riguarda lo stesso atto, non venga mutato da come è stato pubblicato in  polacco e approvato ufficialmente dal vescovo. Si tolgano solo gli sbagli grammaticali. 

    Ecco il testo: 

    Atto di consacrazione alla B.V.M. Immacolata. 

    O Immacolata,  

    Regina del cielo e della terra,  

    rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima,  

    cui Dio volle affidare l'intera economia della misericordia,  

    io …..N.N., …. 

    indegno peccatore, mi prostro ai Tuoi piedi supplicandoTi umilmente  

    di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà Tua,  

    e di fare con me e con tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo,  

    con la mia vita, morte ed eternità, ciò che Ti piace.  

    Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva  

    per compiere ciò che è stato detto di Te: “Ella ti schiaccerà il capo” [Gen 3, 15], come pure: “Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero” [ufficio della B.V. Maria],  affinché nelle Tue mani immacolate e misericordiosissime  

    io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile  la Tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in tal modo,  quanto più è possibile il benedetto Regno del sacratissimo Cuore di Gesù.  

    Dove Tu entri. infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione,  

    poiché ogni grazia scorre attraverso le Tue mani dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi. R. Concedimi di lodarti, o Vergine santissima. 

    V. Dammi forza contro i tuoi nemici. 

    Puoi anche presentare questo atto al Rev.mo P. D'Avoli 4 per la correzione degli errori puramente  grammaticali, come feci io con lo statuto generale prima di ricevere la benedizione del Rev.mo P. Ge nerale. 

    Se a Roma puoi far stampare facilmente la pagella d'iscrizione in latino, fàllo quanto prima (eviden temente con il permesso dei superiori), altrimenti scrivimi subito. 

    Quanto alle norme generali per qualsiasi statuto particolare, cioè della M.I. di secondo grado  (M.I.2) siano fermi questi punti:  

    1) gli statuti particolari nascono in forza del C. III §2 dello statuto generale;  

    2) ogni atto sociale (sottoposto, quindi, al “foro esterno”) ha valore con l'approvazione del Protetto re, il quale è sempre il superiore ecclesiastico immediato (per noi il superiore dell'Ordine); tutti i  membri, infatti, nell'obbedienza riconoscono la volontà della loro Madre e Regina. Gli atti sociali  sono: la determinazione dello statuto particolare, i suoi cambiamenti, le elezioni con sistema  democratico, i decreti, ecc. 

    Basta per ora, poiché non ho tempo. Sappia, perciò, il Rev.mo P. Rettore chi sono i membri attuali  della M.I. e quali sono le loro attività esterne. Tutto questo è contenuto nei “Nota bene” [dello statuto]. Pertanto si faccia tutto secondo l'obbedienza nel rispettivo “foro” e, poiché generalmente le cose  nuove vengono in mente a poco a poco e poi si evolvono, quindi generalmente prima appartengono al  “foro interno”.  

    Dato che da questa fonte noi veniamo assicurati della volontà della nostra Regina, allora se l'azio ne è esterna - il che avviene quasi sempre negli atti sociali - noi conosciamo di fatto la Sua volontà  dall'approvazione o disapprovazione del Protettore.

    Sarà bene altresì che per [accogliere nella] M.I. di primo grado (M.I.1) si apprezzi il consiglio e il  permesso del direttore spirituale, per il secondo grado lo si consigli (specialmente per i giovani), mentre  nel terzo grado lo si esiga sempre 5

    Se ritieni opportuno cambiare lo statuto particolare da tipo monarchico a democratico - come è qui  a Cracovia - allora, dopo aver accolto il parere del direttore spirituale, cerca di conoscere la volontà del  Rev.mo P. Rettore, in quanto Protettore (dato che è superiore) e agite come l'Immacolata vi ispirerà, al la Sua maggior gloria. 

    Ho scritto troppo, quindi anche se non ho detto tutto, per ora basta. 

    Ringrazio ancora p. Domenico per la lettera e digli che, di quella cosa di cui ho scritto in preceden za, ne avevamo parlato dopo la confessione, mentre camminavamo verso il convento di S. Maria. Un po' d'italiano 6: io non so che cosa vuole la nostra comune Mamma, ma forse da noi [la] M.I. si  ingrandirà di ancora molto

    Preghi un po' per me povero, che io possa meglio corrispondere alle grazie di Dio per mezzo della  Mamma. Scusi anche se senza ordine ho scarabocchiato. 

    Saluti tutti i M.I. dalla parte dei nostri M.I. - Oggi c'è la seduta ordinaria.  

    La conferenza [la] tiene il fr. Alfonso sulla fede e ragione 7

    Lavoriamo e soffriamo per la Mamma Immacolata e per le anime. 

    Suo in S. Francesco fratello ed in Immacolata commiles 

    fr. Massimiliano M. Kolbe M.I. 

    Il bacio della mano mando al R.mo P. Rettore; lo saluti tanto. 

    Era stata da noi nella domenica 11 I una conferenza di M.I.; la sala era piena e quasi 400 carte  stampate si sono distribuite per venire poi per ricevere la firma del sacerdote M.I. che ammette alla M.I. Fr. Girolamo dove sta? Lo saluto, che si ricordi del “povero Max”. 

    Saluti a p. Lelii. Al p. Vicerettore saluti. 

    Vorremmo sapere anche i nomi dei nuovi M.I. 

    __________ 

    Traduzione dal latino; eccetto l'ultima parte (cf. nota 6). 

    Nota 37.1 Cf. SK 28, nota 1.  

    Nota 37.2 In Ksiega wpisowa czlonkow M.I. 1919-1922 Registro d'iscrizione alla M.I. 1919-1922 dal n. 60 al n. 200 appaio no, tra gli altri, 33 Clarisse di Cracovia e 10 soldati della scuola per sottufficiali di Przemy l.  

    Nota 37.3 Il 6 VI 1919 p. Domenico Tavani era stato eletto Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali.  Nota 37.4 P. Antonio D'Avoli era professore nel collegio serafico internazionale di Roma.  

    Nota 37.5 P. Alfonso Kolbe in Notatki o M.I, p. 3, annota: “A Roma si veniva accettati alla M.I. solamente quando il direttore  spirituale acconsentiva, mentre il sistema usato era fortemente monarchico” .  

    Nota 37.6 Fino al termine della lettera il testo originale di p. Massimiliano è in lingua italiana.  

    Nota 37.7 Più precisamente: “Può la fede opporsi alla ragione?” .

  • S.I.G.C. 

    Egregio Signore, 

    La prego di ritirare al più presto possibile dal ginnasio (da don Rylski) la pagella con cui si dimostra  che il ragazzo 1 è stato ammesso al primo anno di ginnasio e di mandarmela (meglio in lettera racco mandata, perché non vada perduta).  

    Dopo che l'avrò ricevuta cercherò di farlo accettare nel ginnasio a Cracovia.  

    Quando la cosa sarà risolta, scriverò subito e il ragazzo potrà venire. 

    La prego, perciò, di mandarmi quanto prima la pagella e di attendere la risposta. Con ossequio. 

    p. Massimiliano M. Kolbe 

    Nota 37a.1 Durante la permanenza a Pabianice la famiglia Kolbe abitò per un certo tempo vicino alla famiglia Kłys. Edoardo  Kłys e elencato tra le persone per le quali p. Massimiliano intendeva pregare nella santa Messa quotidiana (cf. SK 133). Il  destinatario della presente era, probabilmente, il padre di Edoardo.

  • L.J.Chr. 

    * Reverendissimo Padre Rettore 

    Con tutto il cuore pieno di gratitudine Le mando “Buona Pasqua”. 

    Scusi che scrivo in un foglio solo, perché altrimenti la lettera ringrosserebbe forse troppo. Da noi tutto incerto; si aspetta dal giorno in giorno i nuovi avvenimenti; ma niente è certo, special mente se la nostra guerra (polacco-bolscevica) in oriente finirà o no.  

    Il bolscevismo cerca di infiltrarsi anche in Polonia, ma finora è fortemente combattuto.  Anche la (così detta) “chiesa libera polacca” 1 fa degli sforzi per allargarsi. Inoltre i protestanti vo gliono acquistare quanto di più dei proseliti. Anche Y.M.C.A. 2 è largamente organizzata nell'esercito.  Non ostante la gran carestia della stampa e la mancanza della carta appariscono dei libretti contro la  Chiesa, che si distribuiscono gratis

     La massoneria poi lavora intensamente in ispecie fra gli uditori dell'università. 

    Così anche “la Milizia dell'Immacolata” ha molto da fare e la Madonna la fece già penetrare anche  in università a Cracovia. 

    Grazie tante per la morale (Arregui); cercherò di accomodare i conti quanto più presto. Siccome lo scopo della “Milizia” è diventato il mio ideale della vita, cioè: cercare la conversione e  santificazione senza posa, ho scritto più largamente ai commilitoni di queste cose 3. Bacio la Sua mano e domandando la benedizione serafica mi scrivo dev.mo 

    fr. Massimiliano M. Kolbe 

    Buona Pasqua alla Sua Eccellenza Mons. Domenico Jaquet. 

    Buona Pasqua al R.mo P. d'Avoli. 

    Buona Pasqua al R.do P. Vicerettore [Bonaventura Marini]. 

    Supponendo il Suo permesso ho fatto stampare la versione polacca della biografia di p. Antonio  [Głowiński] fatta da Lei. Fu collocata in un mensile, che esce in 12.000 copie 4. Dei pacchi non abbiamo ricevuto niente; dunque se non sono mandati ancora meglio sarà aspetta re il tempo più propizio, se sono mandati bisognerebbe far ricorso all'agenzia. 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 38.1 La Chiesa nazionale polacca trapiantata dagli USA.  

    Nota 38.2 Cf. SK 59, nota 2.  

    Nota 38.3 SK 39.  

    Nota 38.4 Non è stato possibile stabilire il titolo della rivista.

  • L. J.Chr. 

    * (Al venerabile fr. Giovanni Garleanu - Ai M.I.) 

    Carissimi M.I. 

    Augurando “Buone Feste” mando anche qualche notizia di quello che l'Immacolata nostra Sovrana  e Madre si degnò di operare per la Sua Milizia in Polonia. 

    Il numero nostro sta per compiere il primo migliaio; l'ultimo occupato nel libro delle iscrizioni in mo mento presente è 966; inoltre aspetto relazioni da Kalisz e da Miejsce Piastowe 1, perciò il numero dei  nuovi iscritti compirà e senza dubbio supererà questo primo migliaio.  

    Fra questi ci sono persone di diversissime condizioni, età, ed occupazioni. Per questi si fanno ogni  mese delle conferenze di natura religioso apologetica riguardo alle correnti antireligiose del momento  presente. E così: 

    1) il 11 I - (introduttoria) “ Natura e lo spirito della Milizia dell'Immacolata”; 

    2) il 8 II - “Uno dei pericoli del momento presente”; 

    3) il 14 III - “Il più grande nemico della Chiesa”. 

    La prima e la seconda tenne il P.M. Enrico Górczany, professore di S. Scrittura (membro della Mili zia); terza poi il P.M. Ceslao Kellar, professore di filosofia, Maestro (Rettore) dei Chierici professi (an che lui M.I.). 

    In seconda delle conferenze si trattava della (così detta) “Chiesa libera Polacca”, che nata in Ame rica, rifiutando la soggezione al Papa, fa degli sforzi per allargarsi da noi in Europa; nella terza poi si  svelò e combatte la massoneria, che anche da noi minaccia fortemente. 

    Al diavolo tanto dispiacciono queste conferenze che ha inspirato già due volte qualche zelante di  strappare l'invito alla prima ed alla terza di esse nel momento quanto di più potevano essere lette. Oltre  questo ci sono qua non poche difficoltà da superare anche da uomini di ottima fede, ma colla obbe dienza santa, dalla quale nacque e vive, la M.I. sempre è vittoriosa. 

    Non so se ho già scritto altre volte che nel giorno (o nella vigilia) della I conferenza abbiamo ricevu to la benedizione del Vescovo di Cracovia, che così suonerebbe tradotta dal polacco: “Benediciamo dal  cuore ai membri della Milizia dell'Immacolata; combattendo sotto la bandiera della Madre di Dio aiuti la  Chiesa a condurre tutto il mondo ai piedi di Gesù. † Adam Stephanus”. 

    Nel secondo grado, poi, abbiamo l'attività sociale (come scrissi altre volte). Esiste come sapete “ il  focolare” dei Chierici di Cracovia (teologi e filosofi) - il primo in Polonia. Ebbe finora 12 sedute dove si  tennero delle conferenze di natura apologetico religiosa. Inoltre hanno cominciato un'altra specie di  brevi sedute colle conversazioni apologetiche per imparare praticamente come si potrebbe in qualche  occasione (per es. in treno) rispondere e confutare gli avversarii della Chiesa ed anche domandare che  essi rispondano.  

    Finora ci erano due di queste e trattavano prima del scetticismo, l'altra del idealismo.  La seguente sarà del ateismo etc., seguendo così logicamente il pensiero umano dal scetticismo  universale fino alla cognizione delle fondamentali, almeno, verità della fede.  

    Si fanno poi così: uno fa (per es.) da idealista ed gli altri cercano di convertirlo 2.  Convinto che sia mette lui ancora i suoi argomenti per difendere la verità ed allora gli altri, cam biando la posizione, gli fanno le obiezioni.  

    Così ciascuno ha l'occasione di proporre i suoi punti forse non ancora chiari e comunicare agli altri  le ragioni “a pro” della verità che conosce. Tutto poi si fa in una forma libera, sciolta così come potreb be accadere in una compagnia, in un treno.  

    Per agevolare poi la libertà si usano perfino i titoli che allora si userebbero cioè “signore”. Adesso  fr. Bonaventura Podhorodecki (il Secretario II) tiene una serie di conferenze, o, piuttosto una conferen za divisa in parecchie, sotto il titolo: “Come bisogna fare le conferenze”. Lavoro scientificamente pro fondo ed assai utile per la ricerca e comunicazione agli altri della verità. Inoltre ci erano delle conferen ze “della Massoneria”, “della relazione dell'intelletto alla fede” 3 etc.

    Il 17 I, giorno di sabato, cominciò un nuovo “focolare” di M.I.2 (secondo grado) fra i Chierici novizii  a Leopoli; eletto il Preside, Secretario I e Secr. II.  

    Adottarono lo statuto particolare dei M.I. di Cracovia. È venuta al Secr. II della M.I. dei Chierici di  Cracovia una lettera ufficiale dei M.I. dei Chierici di Leopoli colla data di 16 III dove, dando una notizia  della vitalità del “focolare”, dicono di aver stabilito di dir anche una parte del Ufficio della Madonna (Of ficium Parvum) in ogni seduta per le intenzioni raccolte nella seduta. 

    I titoli delle conferenze sono:  

    1) La potenza dell'Immacolata (fr. Giuliano),  

    2) I privilegii dell'Immacolata (fr. Eugenio),  

    3) L'Immacolata nel nostro Ordine (fr. Ilario).  

    Ci sono 8 membri (cioè tutti i novizii). 

    Si è fondato anche “il focolare” fra i Sacerdoti con uno statuto particolare diverso, perché adattato  non tanto alla preparazione come al lavoro stesso.  

    Lo compongono 7 membri, fra i quali il Maestro dei Novizii (a Leopoli), il Maestro dei Chierici pro fessi (filosofi ed teologi), il Secretario della Provincia ed un Padre Professore di Sacra Scrittura 4. Uffi ciale apertura si aspetta ancora, perché lo statuto deve essere prima bene perscrutato. 

    Il 28 III si tenne la seconda seduta del “focolare” degli studenti del ginnasio. Già il Preside e i due  Secretarii sono eletti ed adesso si è scelta una commissione di 3 per elaborare lo statuto particolare. La  terza seduta è stabilita dopo le feste.  

    Ci sono 7 membri (in I grado ci sono quasi 100). 

    Si sta formando anche un focolare di uditori (studenti) di università ed un altro di artigiani. Non ostante le difficoltà, la indifferenza religiosa ed un intensivo lavoro della massoneria, sociali smo, bolscevismo etc., la nostra Mamma lavora. 

    La massoneria lavora specialmente in Università (come dappertutto).  

    Cinque uditori appartengono già alla M.I. di I grado. 

    Abbiamo comprato anche una stamperietta a mano (di gomma) ed anche fatto fare il bollo. Eccolo:  MILICJA NIEPOKALANEJ - M.I. - W POLSCE 5

    M.I. in Polonia possiede anche una scelta biblioteca di natura apologetico religiosa (per lo più). Il  numero dei volumi è per adesso quasi 40. 

     Oltre questo abbiamo comprato e divulgato quasi 400 libriccini descriventi le grazie ed i miracoli  operati per mezzo della Medaglia Miracolosa. (La biografia di p. Antonio [Głowiński] abbiamo fatto  stampare in un periodico (mensile) che esce in 12.000 copie 6). 

    Domanderete forse donde abbiamo il danaro per far tutte queste spese nei tempi di una tale care stia. Ecco: la povertà di S. Francesco rimedia a tutto. Non può spendere certo il convento, perché i  tempi sono da noi difficili, ma la Madonna inspira quelli che si inscrivono alla Milizia di contribuire volon tariamente, perché non vendiamo niente né le pagelle d'inscrizione né i libretti: tutto gratis ed anche la  Provvidenza ci pensa gratis

    Domanderei (se possibile) un po' più di fonti per la biografia di p. Antonio e di fr. Antonio [Mansi]. Adesso sto preparando un giudeo soldato a battesimo; ed altro ieri ho finito [con] un altro israelita,  uditore di diritto nella Università, gli esercizi spirituali per il battesimo 7. Io avevo cura anche di lui in  questi giorni. È anche candidato ottimo alla M.I., ma prima lasciamo che si faccia cristiano. Sarà bat tezzato probabilmente per la Pasqua. Ecco le consolazioni mie. 

    Adesso da noi c'è molto lavoro per le confessioni. 

    Finisco domandando la preghiera alla nostra comune Mamma e Duce l'Immacolata. Voi vi prepara te adesso al futuro lavoro; io devo già combattere, salvare. Aiutiamoci dunque davanti al Santissimo ed  ai piedi della nostra Regina. 

    In S. Padre Francesco fratello e nell'Immacolata commiles 

    fr. Massimiliano M. Kolbe M.I. 

    (Questa è la nostra carta per le lettere di M.I.; per questo è segnata da principio: Milicja Niepokala nej w Polsce [Milizia dell'Immacolata in Polonia]). 

    Cracovia, 1 IV 1920

    In fine chiudo la lettera. L'occupazione non mi permise di scriverla ad un tratto, perciò ci sono dei  cambiamenti da notare. Ecco: il numero dei M.I. è 985 (ci sono dei nuovi anche, ma non ancora messi  nel libro, perché ero fuori di casa quando uno mi portò la lista). 

    Nella biblioteca entrarono altri quasi 40 libri nuovamente comprati, tutti scelti per bene, di natura  per lo più religioso apologetica. Undici dei primi acquistati uscirono dalla legatoria dei libri per resistere  di più al sudore delle mani dei lettori ed al tempo distruttore. 

    Aspettiamo le notizie da Roma. 

    Pregate per me povero che io giunga a riconoscere ed amare con tutto il cuore il mio vero niente  ed i tutto del buon Dio per mezzo dell'Immacolata. 

    Il vostro sincero in S. Padre Francesco fratello e nell'Immacolata commiles (M.I.) fr. Massimiliano M.I. 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 39.1 A Kalisz operava p. Bronislaw Stryczny, appartenente gia alla M.I. - cf. SK 23, nota 2. Il 3 II 1920 si iscrisse alla  M.I. il chierico della comunità dei Micaeliti, Lorenzo Karch, il quale prese 300 pagelline d'iscrizione alla M.I. ed una corri spondente quantità di medaglie miracolose - cf. p. ALFONSO KOLBE, Notatki o M.I., p. 37.  

    Nota 39.2 Agl'inizi lo stesso p. Massimiliano si assumeva il ruolo di difensore, mentre i chierici presentavano le obiezioni - cf. p. Alfonso Kolbe, Notatki o M.I., p. 40, 42 43.  

    Nota 39.3 La conferenza “Sulla massoneria” fu tenuta da p. Czeslaw Kellar, mentre quella sul tema: “Può la fede opporsi  alla ragione” da fr. Alfonso Kolbe, come egli stesso scrive in notatki o MI., p. 31, 35.  

    Nota 39.4 P. Venanzio Katarzyniec, p. Czeslaw Kellar, p. Bernardo Kalisz e p. Enrico Gorczany. Oltre a quelli nominati  (compreso p. Massimiliano) appartenevano al “Circolo M.I. dei sacerdoti dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali”, anche p.  Giacinto Wanatowicz e, per settimo, uno di quelli iscritti alla M.I.1 in quel periodo (forse p. Bronis aw Stryczny di Kalisz, i p.  Stanislao Jadrychowski e Adamo Szot di Cracovia, oppure p. Leonardo Dugopolski di Leopoli).  

    Nota 39.5 un timbro di forma ovale, con la sigla M.I. al centro, mentre il resto è scritto seguendo la figura ovale.  Nota 39.6 Non è stato possibile stabilire il titolo della rivista.  

    Nota 39.7 Cf. SK 988H, in data 26 III 1920.

  • W G.M.G. 

    * Carissimo 

    Scrivo molte lettere in una busta e fra queste una ai M.I. di Roma; vorrebbe farla vedere a tutti i no stri Commilitoni nell'Immacolata? 

    Come vedrà dalla lettera su nominata, la nostra cara Mamma e Regina sta confermando e svilup pando sempre di più la Sua Milizia in Polonia, e tante volte lo fa vedere che è proprio Essa e non qual cuno di noi che lo fa.  

    Quando qualche volta pare che tutto è già quasi disperato, allora le cose affidate con un abbando no illimitato nelle mani di Lei vanno ottimamente. 

    Preghi soltanto per me povero stupido, debole, indegno, alla Mamma, che faccia Essa tutto da noi. Grazie tante per la morale di Arregui 1. Cercherò di accomodare i conti quanto più presto. Dove sta fra Girolamo [Biasi]? Mi scrisse p. Pal che stava in qualche cittadina moribondo.  È vero questo? E forse non vive più.  

    Mi scriva per piacere che cosa è accaduto con lui dall'abbandono del Collegio. 

    È arrivata la mia lettera coi fogli stampati 2

    Quale sarebbe l'indirizzo di p. Cirillo [Kita]? Gli americani lo devono sapere.  

    Ha scritto forse a loro? 

    Mi scrisse fr. Albino che (in quanto ho capito) ci erano nel Collegio degli ammalati gravemente.  Domandi un po' per piacere a qualcuno della provincia padovana se la mia Guida di Roma che ho  imprestata (che hanno imprestata ad un ufficiale, loro conoscente) si è ritrovata. Se sì, domanderei di  mandarmela perché dalle feste di Pasqua ho da fare nella scuola i primi tempi del cristianesimo e così  mi servirà anche essa (per le catacombe etc.). D'altronde i libri per la posta arrivano come è arrivato Ar regui. 

    Come va M.I. nel Collegio? Come si chiamano i Rumeni che hanno dato nome alla M.I.3?  Forse ci sono degli altri.  

    E la lettera comune non è ancora arrivata, l'aspettiamo o piuttosto l'aspettano più ancora i M.I. del  “focolare” dei Chierici perché non conoscono ancora i M.I. romani. 

    P. Quirico [Pignalberi] come e dove sta?  

    E fr. Paulo [Moratti] si rimise? 

    Si è forse tentato di estendere M.I. nei collegii di Sardegna o altri? 

    Preghiamo “ad invicem” ed aiutiamoci e diamo la mano a tanti poveri illusi che non riconoscono il  buon Dio. 

     fr. Massimiliano M. M.I. 

    Vorrebbe dire a fra [Alessandro] Gallo che non abbiamo ricevuto niente dei pacchi; dunque se non  sono mandati ancora meglio aspettare con l'invio, se poi sono già mandati, bisognerebbe far ricorso  all'agenzia che o ritrovi o (se ha garantito) paghi. 

    Vorrei avere la poesia composta e recitata da fr. Antonio nella mia ordinazione sacerdotale. Desidererei dei documenti quanto più particolari del p. Antonio [Glowiński], fr. Antonio [Mansi] e p.  Norsa. 

    Saluti a tutti e specialmente i M.I. M.I. di Cracovia (dei Chierici) saluta i M.I. di Roma. __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 40.1 Il manuale che p. Massimiliano aveva chiesto in data 5 VIII 1919 - cf. SK 28.  

    Nota 40.2 Cioè le pagelline d'iscrizione alla M.I. stampate in polacco - cf. SK 33.  

    Nota 40.3 In data 27 XI 1919 si iscrissero alla M.I. i chierici rumeni: fr. Giovanni Duma, fr. Giovanni Ladan e fr. Antonio Tal macel.

  • S.l.G.C. 

    Caro Padre, 

    non ho ancora ricevuto informazione circa quella s. Messa che avevi promesso di celebrare ancora  in febbraio (se non m'inganno) e la cui elemosina sarebbe andata per le necessità della “Milizia”: è già  stata celebrata oppure è stata dimenticata.  

    Ti prego di avvisarmi. 

    L'Immacolata sviluppa sempre più la sua “Milizia”, nonostante numerosi ostacoli.  In questo momento siamo circa 1.050.  

    A Leopoli esiste anche un “focolare” tra i novizi; hanno già avuto 3 conferenze e hanno già manda to l'elenco ufficiale ai chierici della M.I. di Cracovia. 

    Si sta organizzando la M.I. anche tra gli alunni dei sacerdoti di don Markiewicz 1, a Miejsce Pia stowe. 

    Ti prego di mandarmi:  

    1) nome e cognome,  

    2) impiego,  

    3) luogo di residenza dei membri della M.I. a Kalisz. 

    Avete spesso occasione di recarvi a Poznań? 

    La M.I. possiede una piccola biblioteca, una settantina di volumi appena acquistati, scelti, una  macchinetta da stampa e un timbro

    Buone feste pasquali a te e a tutti i Padri e al M. Rev. P. Custode.  

    fr. Massimiliano M. Kolbe M.I. 

    Nota 40a.1 Don Bronisław Markiewicz (1842-1912), fondatore dei Michalici, o Congregazione di san Michele Arcangelo, e  delle Michalitki, Suore di san Michele Arcangelo (cf. Dizionazio degli Istituti di Perfezione, vol. 5, col. 1001-3; vol. 8, col. 598- 601).

  • S.l.G.C. 

    Caro Padre, 

    per incarico del P. Maestro [Czesław Kellar], ti informo che la Messa gregoriana viene celebrata il  20 c.m. 

    Perché non mi fai sapere se quella s. Messa, la cui elemosina doveva andare a vantaggio della  “Milizia” (accettata ancora in gennaio) è già stata celebrata oppure no? 

    È importante, ma tu stesso mi avevi ingiunto di rammentartelo, perciò non so se te ne sei dimenti cato. 

    I membri della M.I. ora sono circa 1.300.  

    Abbiamo più o meno 150 libri (da prestare) soprattutto di contenuto apologetico e di vite di santi.  Tra i lettori c'è un protestante, una scismatica e due giudei. 

    Ho molto bisogno di preghiera, perciò mi raccomando ardentemente. 

    p. Massimiliano M. M.I. 

    Come va la M.I. da voi? 

    Nota 40b.1 L'anno è stato stabilito sulla base del timbro postale.

  • W M.I. 

    * Carissimi Commilites 

    Gran piacere mi fece la lettera del 2 V.  

    Suppongo che venne compilata dal Segretario in nome dei M.I.; suppongo, perché nessuno è e spresso nella firma, ma la calligrafia pare che sia di fr. Paulo. (Da noi - in diverse società - c'è uso di  mettere nelle cose ufficiali la firma del Preside e del Segretario; forse ci gioverebbe di adottarlo). 

    Riguardo ai 3 gradi ho scritto qualcosa a fr. Giovanni 1 cioè, che lo statuto approvato a Roma il 4 di  aprile dell'anno scorso dal R.mo P. Generale [Domenico Tavani] viene considerato come una norma  generale ed anche sufficientemente concretata per il primo grado.  

    I 3 gradi poi convengono nello statuto generale e distinguonsi specialmente esprimendo più distin tamente C.  

    II §2 (prima parte) dello statuto generale, cioè “Omnia legittima media secundum possibilitatem in  diversitate status, conditionis et occasionis, quod zelo et prudentiae uniuscuiusque commendatur”2.  E così il grado primo si limita all'azione individuale; il secondo aggiunge la sociale ed il terzo, rom pendo ogni limite, tende a eroismo.  

    Lasciamo però per adesso stare quest'ultimo grado, benché chi si sente chiamato, può - dietro il  consiglio del proprio direttore spirituale ed in modo da lui regolato - esercitarlo. 

    La pagella che abbiamo fatto stampare in polacco contiene il sufficiente per il primo grado, cioè lo  statuto generale con qualche aggiunta spiegativa.  

    Certamente la pagella polacca e la sua versione in latino avete ricevuta.  

    Ad ogni modo aggiungo a questa lettera un altra simile pagella (come se fosse fatta per fr. Giovan ni).  

    A Roma avete dei polacchi che possono con viva voce dare le spiegazioni riguardo alla versione. Si potrebbe nella giaculatoria aggiungere anche “per i raccomandati” intendendo quelli che racco mandano sé o gli altri per es.: eretici, scismatici, increduli etc.  

    Queste raccomandazioni chiamiamo in Polonia “le intenzioni” e scritte su pezzetti di carta vengono  in una busta collocati al piè dell'Immacolata. 

    È molto raccomandabile la devozione delle 3 Ave mattina e sera per ringraziare Iddio pei doni della  Potenza, Sapienza e Misericordia concesse alla Madonna e per la grazia della perseveranza finale.  Ci sono anche delle conversioni e sanazioni miracolose operate per questo mezzo. Sarebbe molto bene di avere una rivista come organo del M.I. In questa si potrebbe refutare le ten denze antireligiose che infestano i relativi paesi, accettare le difficoltà (almeno le più comuni) e pubbli care le loro soluzioni.  

    Mettere anche delle raccomandazioni e poi relativi ringraziamenti all'Immacolata, ottenuta la con versione.  

    Per noi è questo per adesso abbastanza difficile per la mancanza della carta (che inoltre, quando  c'è, costa più di 100 volte tanto, come prima) e la enorme e sempre crescente carestia della stampa.  Credo che per loro in principio si troverebbe qualche posticino nel Fides 3 o anche una bella rubri ca nel bollettino parrocchiale ai SS. XII Apostoli.  

    Inoltre non dimenticata ancora memoria della “Accademia dell'Immacolata” gioverebbe - credo - al la M.I. (per i secolari) in questa basilica. 

    Noi adesso stiamo formando una biblioteca.  

    Abbiamo già più di 100 volumi ben scelti (per lo più di un carattere apologetico) e più di 150 piccoli  libriccini (anche questi per lo più apologetici).  

    Fra gli acattolici hanno ricevuto per leggere dei libri: un protestante, una scismatica, un giudeo, due  giudee. Pregate per la loro conversione

    Il secondo grado poi, come dissi, si distingue con un'azione sociale, colle comuni forze nel pregare,  combinare le cose da farsi e nell'operare.  

    Perciò possiede uno statuto particolare, che si fonda sul generale. 

    Questo statuto è necessario per regolare gli atti comuni, tra i quali uno dei più importanti è la sedu ta, nella quale c'è l'occasione di comunicare le idee, discutere e determinare le cose da farsi o prepa rarsi, per mezzo delle conferenze e dei colloqui apologetici (e ascetici), a ribattere le accuse mosse  contro la Santa Madre Chiesa ed illuminare gli erranti. 

    Si capisce che lo statuto particolare richiede per stabilirsi e determinarsi in tutti i particolari un po'  più di tempo e l'esperienza lo adatta ai diversi luoghi e condizioni.  

    Sarà anche diverso secondo le diverse condizioni, lo stato ed occasioni dei relativi membri. Noi siamo adesso in 1.325.  

    Abbiamo delle difficoltà e degli scoraggiamenti da ogni parte da superare - ma ci pensi Essa. Preghiamo “ad invicem” e raccomandiamo noi e la nostra missione all'Immacolata, che si degni  Essa stessa far tutto, proprio tutto, perché noi non sappiamo [fare] altro da noi stessi che rovinare se  stessi e gli altri e se c'è qualche cosa di buono ascrivere questo a noi stessi - insomma rubare. Vostro nell'Immacolata Commiles 

    fr. Maximilianus M. M.I. 

    Il bacio della mano al R.mo P. Rettore [Stefano Ignudi]. 

    Quali ordinazioni ci erano in questo periodo?  

    Ci saranno dei nuovi sacerdoti, diaconi etc.? 

    Saluti al R. P. Vicerettore [Bonaventura Marini]. 

    Saluti al p. Stella, p. Domenico Neculaes (forse prepara la valigia). 

    Combinate e fate come credete più opportuno per la gloria dell'Immacolata, in quanto lo approve ranno i relativi Superiori. 

    È morto il Segretario della nostra Provincia P. M. Bernardo Kalisz, anche lui M.I. - ricordatelo nella  Comunione almeno una volta. 

    Sono passati già un po' di giorni da quando ho cominciato a scrivere questa lettera e non trovo op portunità di finirla.  

    E così il numero dei M.I. crebbe fino a 1.363.Vi salutano i M.I. chierici di Cracovia. Auguro la più copiosa benedizione dell'Immacolata al Preside fr. Giovanni [Garleanu], al Segretario e a tutti i singoli M.I. di Roma, che si possano preparare bene per la lotta coi nemici di Dio, dell'Imma colata, della Chiesa, del Papa e di tutte le anime. 

    Non vi scordate di me al piè dell'Immacolata. 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 41.1 Forse si tratta della lettera scritta in data 17 I 1920 (SK 37).  

    Nota 41.2 Si veda la traduzione in SK 21, allegato.  

    Nota 41.3 Fides rivista della “Pontificia Opera per la preservazione della fede in Roma”, di cui era redattore p. Stefano Ignu di.

  • Caro Fratello! 

    Volevo mandarti la lettera per mezzo di fr. Gerardo e di fr. Giuseppe: l'avevo già scritta ieri sera, se  non che questa mattina essi si sono “volatilizzati”, sicché non ho più avuto la possibilità di rivederli.  Accludo la pagellina di iscrizione in lingua italiana. 

    Essi (i [chierici] romani) hanno mandato anche una lettera ufficiale, che però metto da parte per far la leggere dopo le vacanze, in quanto al presente i militi di Cracovia sono dispersi; o meglio, già che mi  viene in mente che “tutta la presidenza” si trova a Kalwaria 1, la manderò con questa lettera.  

    Anche se il latino del chierico segretario della M.I. di Roma lascia a desiderare, ciò nonostante si  Nota molta buona volontà.  

    Nessuno di quanti inizialmente fecero parte della M.I. si trova attualmente in Collegio e per questa  ragione si sta organizzando quasi tutto “ex novo”. 

    Il P. Maestro [Czesław Kellar] e ancora a godersi l'aria fresca. 

    Fr. Domenico [Bednarz] e fr. Giorgio [Wierdak] sono andati per qualche giorno a Jasło. Io stesso  domani sera partirò, per qualche tempo, per Zakopane come cappellano in un piccolo ospedale. Per quanto riguarda la “sede primaria”, senz'altro Roma è la più adatta.  

    Anche p. Czeslaw è dello stesso parere e pertanto, fra poco, risponderò a questa loro richiesta;  manderò pure ulteriori dilucidazioni sui tre o, meglio, sui due gradi. 

    (Se fra loro ci fossero i primi membri della M.I. forse non ci sarebbe bisogno di tanti chiarimenti). Ho ricevuto la lettera con la poesia: stupenda quella via, la vera via regale (cioè quella della croce)  che porta direttamente al cielo.  

    L'amore avvampa dietro queste spine. 

    Prega affinché neppure io rimanga indietro. 

    Tuo affezionato fratello 

    p. Massimiliano M. Kolbe M.I. 

    Saluti a tutti i chierici.  

    Il Maestro p. Venanzio [Katarzyniec] è lì con i chierici di Leopoli?  

    Se si trova lì, allora mostra pure a lui la pagella d'iscrizione in lingua italiana e salutalo da parte  mia. 

    Ritornando, riporta la pagella e la lettera 2 a Cracovia per l'archivio della M.I. 

    Nota 42.1 I chierici di Cracovia trascorrevano le vacanze nel convento di Kalwaria Pacławska, presso Przemy l.  

    Nota 42.2 La prima pagella d'iscrizione alla M.I. in lingua italiana, stampata ad Amelia (Terni) nel giugno 1920, e la lettera  dei chierici della sede primaria della M.I. di Roma.

  • S.l.G.C. 

    Cara Mamma! 

    Eccomi già nel luogo di destinazione. Anche se non camminerò sulle montagne, come il sacerdote  rappresentato sulla cartolina, tuttavia questo posto, per me, è il più adatto per la cura. Qui posso atte nermi completamente alle prescrizioni del medico 1

    L'aria è ottima, c'è anche una veranda dove si può stare all'aperto sulla sedia a sdraio; il vitto è  molto buono e si può avere quel che si vuole; perciò ora si compia la volontà di Dio, sia che il male ri manga, sia che si aggravi, sia che si allevii o che sparisca del tutto. 

    Il figlio sempre affezionato 

    p. Massimiliano M. 

    Non ho ancora visto p. Enrico [Górczany], perché è fuori tutto il giorno per una gita sui monti.  Grazie a Dio, si vede che la sua salute si sta rafforzando. 

    Il mio indirizzo è: Ospedale Climatico - Zakopane. 

    Nota 43.1 Nell'articolo inedito Garstka wsp omnie o Rycerzu Niepokalanej Una manciata di ricordi sul RN, p. Massimiliano  spiega le vicende che lo portarono a Zakopane: “Verso la fine dell'anno scolastico 1919-1920, fui mandato a Leopoli per far  le veci di p. Venanzio Katarzyniec, già fortemente febbricitante; da quel convento il dottor Rencki mi mandò a Zakopane. I  lunghi mesi di cura (dieci e mezzo) e i quattro e mezzo di Nieszawa dovevano migliorare i miei polmoni” - SK 1256; cf. pure  SK 988I, in data 16 VI 1920 e seguenti.

  • S.l.G.C. 

    Molto Reverendo Padre Maestro, 

    Riguardo alla lettera della M.I. di Roma - anche se per corrispondenza ho già ricevuto da lei, P.  Maestro, un chiarimento in merito al problema, cioè se la sede “primaria” debba essere a Roma - no nostante i romani mi abbiano chiesto una sollecita risposta, tuttavia non ho ancora scritto e sono tuttora  in dubbio se farlo. 

    La principale ragione di questa mia indecisione sta nel fatto che il Rev.mo P. Provinciale [Luigi  Karwacki], per il tempo della cura, mi ha raccomandato di lasciar da parte anche la “Milizia” e di preoc cuparmi solo di recuperare la salute.  

    D'altra parte una risposta comporta delle serie conseguenze per la M.I.; pertanto, se non è Volontà  di Dio che io risponda, di sicuro se lo facessi rovinerei molto. 

    A me pare sia bene che la sede M.I. del Collegio Internazionale (interprovinciale) debba avere la  preminenza e forse anche un ruolo di guida (solo per quanto riguarda la M.I.) nei confronti dei collegi  provinciali; non sarebbe conveniente, tuttavia, che la M.I. dei chierici - benché abbia sede a Roma - di riga pure la M.I. dei sacerdoti, anche se quest'ultima si trova fuori Roma.  

    Attualmente la M.I. di Roma è composta da chierici (o da sacerdoti novelli); vi aderiscono anche tre  sacerdoti, anch'essi però giovani e sparsi per l'Italia.  

    Per quanto riguarda le questioni di natura apologetica, converrebbe che un gruppo di professori del  collegio ne assumesse la responsabilità e, magari, esercitasse un certo influsso per sostenere l'attività  apologetica (in campo dottrinale, per esempio, quali le obiezioni, la loro confutazione, la dimostrazione  della verità). 

    Con questa risposta converrebbe organizzare (presentare un progetto concreto di statuto) i sacer doti della M.I. in Italia. 

    La stessa risposta si dovrebbe inviare anche in Romania, dove ci sono 3 sacerdoti della M.I. E, for se anche per noi, sarebbe bene stendere dei punti base per il progetto di un piccolo statuto particolare.  Così si potrebbero regolare i rapporti all'interno della M.I. tra i chierici di Roma e quelli fuori, fra i sacer doti sparsi per ora in Italia, in Polonia e in Romania. Ciò porterebbe una nuova vitalità, un rapido svi luppo in tutta la nostra attività. 

    Tuttavia, per ora (ed anche in futuro) la “Sede Primaria” potrebbe essere, ma solo per il primo gra do, nel collegio [internazionale], cioè tra i chierici del collegio, anche se conviene che a capo (direttore)  della M.I. ci sia un padre del collegio (non uno studente), perché questo compito esige un po' di tempo  e comporta sempre dei rapporti più frequenti con i laici.  

    A Roma c'è un padre (Domenico Stella) professore di canto che, mi pare, sarebbe adatto per svol gere questo compito. 

    I chierici di Roma scrivono ai chierici di Cracovia presentando loro questa e altre questioni: la lette ra ce l'ha fr. Alfonso; forse potrebbe darci un'occhiata anche lei, P. Maestro. 

    Che cosa debbo fare, dunque, per agire come strumento nelle mani dell'Immacolata e non secondo  la mia iniziativa?  

    Se lei, P. Maestro, lo ritiene opportuno, sia così gentile da scrivere lei stesso a Roma. Con la richiesta di un “memento”. 

     fr. Massimiliano M. Kolbe 

    Le suore 1 di qui si danno molto da fare per me. 

    La pregherei di rispondere con una certa sollecitudine, nel caso si dovesse scrivere qualcosa ai  romani; ma dal momento che questa è una questione abbastanza complicata, credo che per ora rimar rà sospesa, come desiderava il P. Provinciale. Del resto, io stesso non so che fare; quindi attendo una  risposta. Se sarà positiva, faccia lei, P. Maestro, della M.I. quel che credo opportuno

    Nota 44.1 Cf. SK 58, nota 2.

  • S.l.G.C. 

    Caro Fratello! 

    Non c'è molto tempo, perché mi sta ormai sfuggendo l'occasione di consegnare questa lettera; allo ra eccoti in fretta alcune righe. 

    Le piogge degli ultimi giorni hanno portato parecchia umidità nei cereali; oggi però abbiamo avuto il  sole per tutta la giornata.  

    Sulle cime dei monti c'è già la neve che scende lentamente verso le colline più basse. Io mi sento  molto meglio. 

    Come va la M.I.?  

    A me si è presentata diverse volte l'occasione di agire come membro della M.I.: nella conversazio ne e anche nell'azione; per esempio durante il viaggio verso Zakopane ho strappato il giornale degli in dipendenti d'America 1 incollato sul vetro del treno; l'ho stracciato e buttato fuori dal finestrino; ma  quante invettive lanciavano contro il santo Padre! 

    Prega per me. 

    fr. Massimiliano M. Kolbe M.I. 

    Saluti a tutti i Fratelli Chierici. 

    Bacio la mano al P. Maestro [Czesław Kellar]. 

    Nota 45.1 In Polonia facevano propaganda soprattutto i testimoni di Geova, i metodisti (YMCA compresa) e gli avventisti.  Nota pure l'avversione verso il Sommo Pontefice da parte della cosiddetta Chiesa nazionale polacca.

  • S.l.G.C. 

    Carissimo P. Pal, 

    Ecco dove sono: sui monti per rimettermi in salute.  

    È la stessa cosa che si manifestò a Roma, cioè catarro polmonare. 

     Devo camminare poco e piano piano, rimanere molte ore sulla sedia a sdraio all'aria aperta ed es sere disposto a vivere fuori del convento come un esiliato almeno per altri due mesi.  Abito in una casa di cura diretta dalle Suore del Sacratissimo Cuore di Gesù.  

    Abbiamo anche una cappella, piccola ma molto bella, in cui si conserva il Santissimo Sacramento e  celebro ogni giorno la s. Messa. 

    Mi procureresti una gioia immensa mandandomi il testo e la musica di “J'irai la voir”.  Un chierico mi disse di averla sentita cantare in polacco a Wilno (se non sbaglio), ma ivi le mie ri cerche sono state vane.  

    Si può trovare la musica, ma il testo è diverso.  

    Ho trovato anche altre parole in francese adattate a questa musica. Scrivimi indirizzando a: Ospe dale Climatico, Zakopane. 

    Ho lasciato a Cracovia il tuo indirizzo, quindi i caratteri specifici dell'alfabeto rumeno forse non sono  esatti.  

    Il P. Provinciale [Luigi Karwacki] mi ha ordinato di mettere da parte tutto, compresa la M.I. (la dire zione) e di preoccuparmi solamente di recuperare la salute. 

    Per ora si occupa della M.I. il P. M. Czesław Kellar, maestro dei chierici professi e definitore della  nostra Provincia. 

    Credo che tu abbia saputo della morte del p. Lodovico König1, consunto dalla tisi; eravamo a Ro ma insieme. Un ricordo nella s. Messa per lui. 

    Dove sta p. Domenico [Neculaes]? È già tornato? E come vanno quelle idee che avevi in mente  quand'eri in collegio, specialmente riguardo all'istruzione del popolo in materia religiosa e lo sviluppo  del seminario?  

    Lavoriamo con prudenza, pazienza, umiltà, ma con costanza, purificando continuamente le nostre  intenzioni, per compiere solamente la volontà di Dio per mezzo dell'Immacolata, aiutandoci vicende volmente con la preghiera, il consiglio e l'azione. 

    Dove si trova ora il p. Bejan? È in collegio?  

    Fammi avere il suo indirizzo. Lo saluto cordialmente. Memento

    Che cosa hai fatto per fr. Antonio Głowiński?  

    Se hai delle buone documentazioni, in seguito fammele avere. 

    Ricordati di tutti i nostri patti spirituali: in vita - nel sacrificio della Messa2, per la grazia del martirio3 - e dopo la morte chi arriva per primo alla Patria celeste, affinché io non lasci troppe grazie infruttuose.  Ma prega “davvero” e forte forte! 

    Arrivederci in... Paradiso4. Tuo nel S. Padre Nostro Francesco 

    fr. Massimiliano M. M.I. 

    PS Saluti al P. Custode (che è stato a Roma). 

    Traduzione dal latino. 

    Nota 46.1 P. Lodovico König morì a Horyniec il 7 VIII 1920.  

    Nota 46.2 P. Massimiliano e p. Pal si erano promessi vicendevolmente il “memento” nella s. Messa - cf. pure SK 630.  Nota 46.3 P. Massimiliano celebrò la sua terza s. Messa il 30 IV 1918 sull'altare di s. Pietro nelle grotte vaticane, secondo la  seguente intenzione: “pro gratia apostolatus et martyrii pro me et confratribus in Collegio” - cf. SK 1336.  Nota 46.4 Nell'originale le parole: “davvero e forte forte! Arrivederci in... Paradiso” sono in lingua italiana. 

  • S.l.G.C. 

    Cara Mamma! 

    Ho ricevuto in questo momento la tua cartolina; il tempo di leggerla e rispondo subito. Non ho potu to farti avere la risposta per mezzo di p. Enrico, perché è partito improvvisamente. Ho avuto solamente  una mezz'oretta di tempo per scrivere ufficialmente due parole al M. Rev.do P. Guardiano [Mariano  Sobolewski].  

    Comunque, avrei dovuto rispondere subito, non l'ho fatto per trascuratezza ed ho fatto male.  

    Ho ricevuto la lettera con l'offerta della Messa e l'ho celebrata il 20 IX come “libera” (perché tutti ogni mese abbiamo una intenzione “libera”); perciò con la prima occasione rimanderò i soldi, perché la  Provvidenza divina mi dà già tutto ed anche più di quanto mi sia necessario. 

    Quanto alla salute, il medico mi ha detto che la parte sinistra del polmone va abbastanza bene,  quella destra invece non si è ancora cicatrizzata; la cura pertanto durerà ancora qualche mese, perché  queste sono malattie lunghe.  

    Ma la cosa migliore sarà come il Signore Iddio disporrà per mezzo dell'Immacolata. Chiedo una preghiera affinché io compia la Volontà di Dio. 

    Il figlio affezionato 

    p. Massimiliano 

    Suor Teresa del Bambin Gesù ha già convertito molti.  

    In una sua biografia più ampia e più recente in lingua italiana sono riportati più di cento casi di con versioni e di guarigioni. 

    Qui abbiamo attualmente un tempo splendido; e questo contribuisce alla cura.  Franco mi ha risposto personalmente, con una lettera.  

    L'Immacolata lo protegga.

  • S.l.G.C. 

    Caro Fratello! 

    Dio ti ricompensi per gli auguri! Mi fa piacere che la poesiola “Błogosławieni” venga pubblicata 1.  Se potrai mandarmene almeno una copia (un ritaglio) la conserverò come ricordo.  Se riuscirai a realizzare ciò che in essa ti sei proposto, in breve tempo potrai farti santo! È la via  

    verso l'infinito e non terminerà mai, perciò “colui che è santo si santifichi ancora” [Ap 22, 11]; ma quanto  più uno avanza su questa via, tanto più chiaramente vede quanto sia lungo il cammino che gli rimane  ancora da percorrere e quanto breve è il tratto che ha già percorso in confronto al tutto da percorrere.  

    Quanto più svelto corre, tanto più comprende la lentezza del suo cammino attuale. E così senza  sosta, come se dovesse sempre cominciare da capo; anche il nostro Padre s. Francesco, sul letto di  morte, affermò: “Cominciamo ad operare il bene” 2

    Mi ha rallegrato molto la notizia del lavoro della M.I. e della seduta straordinaria, nonostante le for ze fossero tanto ridotte.  

    Occorre davvero attenersi ai principi della poesia “Błogosławieni” per non lasciar cadere le braccia. L'utilità della relazione e delle conversazioni si dimostra maggiormente nelle occasioni che talvolta  si presentano.  

    Una risposta evasiva e talvolta anche il silenzio diventano seme di indifferentismo e forse anche di  miscredenza. 

    Mi raccomando alle preghiere e cordialmente saluto tutti i chierici, soprattutto i militi. fr. Massimiliano M. Kolbe 

    Nota 48.1 La poesia dal titolo Błogosławieni Beati, composta da fr. Alfonso Kolbe, è un commento alle beatitudini evangeli che, fu pubblicata da Polski Siew nel 1920 e fu ripresa da RN 1 (1922) 10-11.  

    Nota 48.2 Cf. TOMMASO DA CELANO, Vita prima di s. Francesco d'Assisi cap. VI: “Cominciamo, fratelli, a servire il Signo re Iddio, poiché finora abbiamo fatto ben poco, anzi nessun profitto” .

  • S.l.G.C. 

    Caro Padre 

    Ieri ho esaurito le intenzioni delle ss. Messe e ho ricevuto la lista delle nuove. Iddio la ricompensi! Non so quando ritornerò; e può darsi che mi seppelliscano qui prima.  

    Del resto, come il Signore Iddio concederà, così sarà la cosa migliore.  

    La parte sinistra [dei polmoni] sta già bene, solo la destra non si è ancora cicatrizzata, perché in  essa, oltre l'apice, è interessato anche un altro tratto di polmone.  

    C'è lì anche una “caverna” e il medico vuole divertirsi a fare il muratore e tappare i buchi con la cal ce (per fortuna, ancora senza mattoni), perché diversamente sembra che si debba attendere a lungo, e  forse inutilmente, la loro cicatrizzazione.  

    E dato che i montanari qui stanno costruendo case, fienili, ecc., da tutte le parti, e persino un nuovo  ospedale (i raccolti sono finiti, la gente ha tempo), perciò anche il medico vuole realizzare il rifacimento  edile dei miei polmoni nel periodo invernale, che del resto è già iniziato. 

    Mi fa piacere la notizia a proposito della “bibliotechina” 1 della M.I.; spero solo che non abbia perso  la qualifica di “circolante”, perché i suoi scaffali devono essere le stesse mani dei lettori.  A questo penserà, certamente con profitto, il M. Rev.do P. Maestro [Czesław Kellar] (io, per ora,  non me ne occupo 2). 

    Con la richiesta di un “memento”, nel Padre S. Francesco 

    fr. Massimiliano M. 

    La prego di ringraziare il Rev.mo P. Guardiano [Mariano Sobolewski] per la sollecita accondiscen denza alla mia richiesta di intenzioni di ss. Messe, ed anche il Rev.do P. Custode [Daniele Bieleń] per il  disturbo. 

    Nota 49.1 La biblioteca circolante della M.I. a Cracovia contava 200-300 volumi e una quarantina di riviste - cf. RN 2 (1923)  107-108.  

    Nota 49.2 Cf. SK 44.

  • Al M. Rev.do P. Maestro

    PS 

    1 - Rimando la benedizione data alla M.I. dall'arcivescovo Teodorowicz, poiché appartiene all'ar chivio della M.I. Me l'ha spedito don Adamo Bogdanowicz.  

    Ho staccato il secondo foglio, pulito, perché mi può servire. 

    2 - Ho scritto alla M.I. di Roma dicendo che riceveranno la risposta, tuttavia da parte mia non ho  accennato per nulla a quei problemi, aggiungendo che in questo momento avrei certamente sbagliato,  in quanto è volontà dell'Immacolata (espressa per mezzo del Rev.mo P. Provinciale [Luigi Karwacki])  che per ora non mi interessi di queste cose; e ho accennato che ora al mio posto c'è lei, M. Rev. P.  Maestro. 

    3 - Come membro della M.I.:  

    a) ho fatto condannare al rogo alcuni libri della biblioteca dell'ospedale, lasciati dai malati e fatti  circolare senza alcun controllo.  

    La sentenza fu subito eseguita.  

    b) Vedendo che il dott. A. Czerpak doveva tenere qui le sue conferenze nel “Sokół” 2 (avevo vi sto gli annunci), ho telefonato al superiore dei Gesuiti [Giovanni Holik] affinché esercitasse la propria  influenza presso l'amministrazione del “Sokół”, perché non prestassero la sala per simili cose.  

    Mi ha ringraziato ed ha promesso di consigliarsi con altri (con il sacerdote amministratore [don Gio vanni Tobolak]).  

    Non ho più visto successivi annunci; forse per il mio intervento, ma non lo so; ho saputo, comun que, che egli ha parlato un po' sulla “Inquisizione”, ma in modo corretto.  

    Può darsi che abbia ritoccato quella conferenza. 

    4 - Non sarebbe opportuno che la M.I. ringraziasse ufficialmente l'arcivescovo Teodorowicz, come  pure il vescovo Francesco Berti di Amelia per aver concesso la benedizione alla M.I. e per aver curato  [quest'ultimo] la stampa dello statuto in lingua italiana?  

    Questo, comunque, non è affare mio. 

    Chiederei di farmi avere, quando si presenterà un'occasione, alcune Medaglie Miracolose. Di quel le ricevute: una la diedi ad un'ebrea, 4-5 ad ex ebrei, una ad un sordomuto e un'altra ad un povero  ammalato, ormai spacciato. 

    [p. Massimiliano M.] 

    Nota 50.1 L'annotazione iniziale di p. Massimiliano indica che il destinatario è p. Czesław Kellar. La data è stata stabilita in  base al contenuto della lettera.  

    Nota 50.2 Sokó (Falco) era un'organizzazione socio culturale sorta a Léopoli nel 1867 con i seguenti scopi: irrobustire il vi gore fisico dei cittadini e formarli alle virtù civiche. Aveva sedi un po' ovunque e raccoglieva circa100.000 aderenti, tra gio vani e adulti.

  • S.l.G.C. 

    Caro Fratello! 

    Non ero ancora a conoscenza della composizione della presidenza della M.I. dei chierici ed anche  del fatto che pure p. Floriano è membro della associazione.  

    Comunque, nemmeno ora conosco i membri della M.I. dei chierici 1.  

    Del resto, non sono obbligato a tenermi informato su nessuna di queste novità. Dato che i romani hanno stampato le pagelline d'iscrizione in italiano, certamente queste saranno  utili anche per i laici. Per i chierici, tanto qui come in Italia, è più difficile (quasi impossibile) agire fuori  della propria cerchia, in mezzo ai laici. 

    Questo apostolato è più accessibile ai sacerdoti.  

    Perciò, mi sembra che in Italia, non tanto gli alunni del collegio quanto piuttosto due o tre sacerdoti  della M.I. potrebbero agire più facilmente tra i laici.  

    Senza dubbio, dopo le ordinazioni, dopo le prime destinazioni, potranno agire in maniera più consi derevole quelli che a tale scopo si sono ben preparati durante il periodo del chiericato.  Mi sembra che la stessa cosa avverrà anche da noi.  

    Non c'è, quindi, da meravigliarsi se (come scrivi) non si riesce ad attirare qualcuno dal di fuori. E poiché ciò non è la “conditio sine qua non apostolatus”, non si possono incolpare i confratelli se  non se ne occupano. 

    Il testo della benedizione del vescovo Teodorowicz è completo 2.  

    Può darsi, tuttavia, che quel foglio fosse accompagnato da una lettera (che don Adamo Bogdano wicz non mi ha mandato).  

    Anch'io ho avuto la stessa impressione. 

    Quanto a me, sto sempre meglio, solo che le malattie polmonari sono sempre di lunga durata. L'intelletto è al di sopra dei sensi e la fede al di sopra dell'intelletto, benché essa sia “rationabile  obsequium, quoad evidentiam extrinsecam, non autem intrinsecam” 3

    E quanto meno l'intelletto vede la “evidentiam intrinsecam” e tuttavia segue la fede, tanto maggiore  è la gloria che rende a Dio, riconoscendo la sua infinita sapienza, bontà e potenza. La perfezione consiste nell'amore di Dio, nell'unione con Lui, nella nostra divinizzazione.  L'amore si manifesta mediante l'attuazione della Volontà di Dio, che a noi si rivela per mezzo della  volontà dei superiori, qualora questa non sia apertamente e con sicurezza contraria alla legge di Dio (in  modo esplicito o implicito) - in realtà, esiste anche una subordinazione di leggi e di superiori. L'angelo  custode disse a Gemma che la via più breve e più autentica per giungere al cielo è l'obbedienza 4. Il rimettersi alla Volontà di Dio e la sua attuazione, specialmente in ciò che è contrario ai sensi e  persino ad un intelletto limitato e fallibile, infiamma sempre più l'amore verso Dio.  La croce è scuola di amore. 

    Termino con l'augurio che l'Immacolata non risparmi le croci alla sua “Milizia” e a ciascuno dei  membri per causa di essa; solo così, infatti, si purificano le intenzioni, sicché non si aderisca ad essa  né in essa si lavori per propria esibizione o per compiacenza interiore, ma unicamente per puro amore  (come in “Błogosławieni” 5). 

    Con sforzo comune i membri procurino di conoscere bene le odierne correnti antireligiose, i fonda menti della fede, il socialismo, il bolscevismo, la massoneria, il protestantesimo, ecc. e imparino ad agi re contro di essi. 

    Ti chiedo una preghiera. 

    Tuo fratello 

     fr. Massimiliano 

      

    Non capisco cosa voglia significare il termine “fantasie6, però credo che la M.I. si debba mantene re su una strada difficile e dura, ma vantaggiosa, nello sforzo di conoscere gli errori, i pregiudizi antire ligiosi - oggi così largamente disseminati - la loro natura, le conseguenze deleterie, i metodi di propa-

    ganda, i loro rappresentanti e come contrattacarli, come salvare tante anime che si perdono; e non si  trasformi in un'associazione letteraria o artistica, perché fallirebbe lo scopo.  

    Il periodo del chiericato è breve e la materia da apprendere è abbondante, occorre quindi utilizzare  bene il tempo. 

    Per esperienza personale so che non è lo stesso imparare qualche cosa per la scuola ed essere  preparati ad esporre un problema in modo convincente ad ogni persona, di qualunque ceto sociale.  Perciò, che Iddio non permetta che un membro della M.I., trovandosi in qualsiasi luogo, in società o in  treno, possa sbarazzarsi di qualche obiezione contro la religione solamente con una risposta evasiva, e  così indebolire la fede degli ascoltatori.  

    E casi simili sono accaduti e proprio tra i sacerdoti

    Nota 51.1 Essi erano: fr. Bonaventura Podhorodecki (presidente), fr. Alfonso Kolbe (segretario), fr. Valentino Skurzak, fr.  Giuseppe Wyrostek, fr. Giuliano Mirochna, fr. Giustino Nazim e fr. Cristoforo Gorecki.  

    Nota 51.2 P. Alfonso, nella lettera del 25 X 1920 a p. Massimiliano, scriveva: “Ho dimenticato di ricordarti che, della benedi zione dell'arcivescovo Teodorowicz alla M.I., ci hai mandato soltanto la parte finale, quindi, forse per disattenzione, devi a ver staccato l'inizio credendo che fosse un foglio pulito. Se non lo avessi ancora usato guarda per favore - se non vi sia l'ini zio di quella benedizione” .  

    Nota 51.3 Ossequio della ragione per ci che riguarda l'evidenza esteriore, non già quella interna.  

    Nota 51.4 P. Germano di S. STANISLAO, passionista, Biografia della Serva di Dio Gemma Galgani Vergine lucchese, VI  ediz., Roma 1910, pp. 177-178.  

    Nota 51.5 Cf. SK 48, nota 1.  

    Nota 51.6 Nella lettera di fr. Alfonso a p. Massimiliano in data 25 X 1920 si trova questo brano: “Durante queste ultime riu nioni straordinarie oltre alle conferenze, alle declamazioni di propria composizione o di qualche poeta, di contenuto confa cente alla solennità, e al canto, hanno o avranno luogo discorsi, dialoghi e perfino fantasie”.

  • S.l.G.C. 

    Caro Fratello! 

    Malgrado le “vacanze” per la cura 1, non ho molto tempo a disposizione, per questo non ho rispo sto subito.  

    Trascorro le mie giornate passeggiando, sulla sedia a sdraio, in una parola curandomi. La Mamma m'ha fatto sapere della tua partenza e mi ha pure spedito la tua cartolina da Varsavia e  la lettera da Grodno 2

    (È già l'11 XII e quasi le 9,30 di sera, quando mi metto di nuovo a scrivere). 

    L'obbedienza è la Volontà di Dio in tutto. 

    Per quanto riguarda la M.I., è chiaro che noi siamo uno strumento nella mano dell'Immacolata, per ciò dobbiamo agire solo in quanto Ella lo desidera (e questo si dimostra soltanto con l'obbedienza).  Anch'io adesso mi limito ad agire come un semplice membro, in modo alquanto limitato, perché El la vuole così.  

    L'Immacolata mi ha permesso di avvicinare gli studenti universitari che dimorano nella loro casa di  cura “Bratnia Pomoc” 3. Hanno fama di miscredenti e non senza motivo.  

    La direzione è socialista (così dicono) e composta da chissà quali teste.  

    Ora sono loro che mi invitano (vale a dire una cerchia ristretta di pazienti, universitari) e con molte  insistenze, per trattare con loro questioni religiose.  

    Ho organizzato, perciò, una breve serie di conversazioni apologetiche, durante le quali ognuno a veva la possibilità di prendere liberamente la parola.  

    Si è passati dall'esistenza di Dio fino alla divinità di Gesù Cristo. 

    Si sono perfino comperati il Nuovo Testamento dello Szczepański, Wieczory nad Lemanem [Serate  sul Lemano, di Mariano Morawski, S.J.] e la Apologetica di Bartynowski.  

    Ma anche in questo mi voglio tenere entro giusti limiti per non nuocere alla mia salute.  

    Talvolta accadevano scenette graziose durante le discussioni, ma non ho il tempo di descriverle. Stiamo attenti a non fare nella M.I. più di quanto l'obbedienza permette, perché altrimenti non agi remmo più come strumenti nelle mani dell'Immacolata.  

    Ti raccomando di riflettere sulla dogmatica, soprattutto su quella fondamentale. Tutto ciò che mi scrivi è buono e secondo lo spirito francescano, ma se la Mamma non ti mandasse  né lettere né marchi, allora tutto ciò sarebbe ancor più secondo lo spirito francescano. Invoca l'Immacolata per la mia conversione. 

    Tuo fratello 

    fr. Massimiliano M. Kolbe 

    Oh! 4 se tu potessi trovare la canzoncina alla Madonna: “J'irai la voir un jour; Au ciel à ma patrie  J'irai voir Marie; Ma joie et mon amour. (bis) Au ciel, au ciel, au ciel J'irai la voir un jour”, ma in polacco,  con la melodia (a una voce).  

    In Italia la cantavamo in francese: è bellissima. Un novizio mi disse di averla ascoltata in una chie sa di suore (?) a Wilno (in polacco) e... di aver pianto dalla commozione. 

    Perciò, se la potrai trovare, fammela avere. 

    Per il disagio che ti viene dalle mie lettere 5 (come mi hai scritto), penso che debba essere proprio  così, poiché anche lo scultore non riuscirà mai a trasformare un blocco di pietra in una statua con sole  carezze, ma deve scalpellare e cesellare. 

    Auguro liete feste e felice Anno Nuovo a te e ai padri Floriano e Innocenzo. 

    fr. Massimiliano M. Kolbe 

    Nota 52.1 La cura di p. Massimiliano a Zakopane durò dal giorno 11 VIII 1920 fino al 28 IV 1921 - cf. DM p. 29-37.  Nota 52.2 Ai primi di novembre del 1920 fr. Alfonso Kolbe fu trasferito a Grodno per curarsi.  

    Nota 52.3 Aiuto Fraterno - era situata non molto lontano dall' Ospedale Climatico, dove dimorava p. Massimiliano. Nella ca sa universitaria non c'era il cappellano e il direttore generale vedeva mal volentieri qualsiasi servizio religioso e lo permette va solamente in via eccezionale. In questa casa di cura p. Massimiliano svolse un'attività abbastanza intensa: organizzava,  per i degenti, delle conferenze religiose al giovedì; chiamato di giorno o di notte, accorreva presso i malati per confortarli  spiritualmente. La cappella si trovava nell' Ospedale Climatico; nelle domeniche e nelle feste i più volenterosi vi si recavano  per la s. Messa, anche dalla casa di cura universitaria.  

    Nota 52.4 Da qui inizia un secondo foglietto, simile al primo quanto alla qualità della carta e dell'inchiostro, perciò sono stati  riuniti, ma non è escluso che il secondo sia l'ultima parte di un'altra lettera.  

    Nota 52.5 Nella lettera del 13 IX 1920 fr. Alfonso scriveva a p. Massimiliano: “Le tue parole a voce o scritte producono in me  strani effetti, cioè mi affliggono. Ma questo è amor proprio, subdolo, nascosto, che mi spinge a scoraggiarmi per la mia infe riorità nel servizio all'ideale. Perciò reprimo, come posso, energicamente questo senso di scoraggiamento e mi metto a lavo rare con maggior fervore”. Nella lettera del 28 X 1920: “Qualche cosa di strano succede in me. Quando parlo con gli altri  della dignità e responsabilità del sacerdote, mi pare di essere ormai vicino all'ideale di apostolo di Cristo; ma non appena tu  ti rivolgi a me con la parola o con uno scritto, provo come una disillusione e una tentazione di scoraggiamento, una sensa zione di umiltà e il desiderio di intensificare il lavoro per una migliore preparazione” . 

  • S.l.G.C. 

    Caro Fratello 

    Questa volta ho ricevuto la lettera con la lista dei libri. 

    Iddio ti ricompensi per l'ampio lavoro che hai svolto.  

    L'ho già data agli universitari perché la esaminino; inoltre ho pensato di procurare loro i volumi più  importanti e così trasformare un poco la loro biblioteca.  

    Per le spese ci penserà il parroco di qui (amministratore [don Giovanni Tobolak]).  

    Egli conosce certe contessine che forse si impegneranno a preparare qualche “strenna natalizia”  per gli studenti ospiti di “Bratnia Pomoc”. 

    In tutta questa misera casa soltanto una universitaria di Wilno [Edvige Bieniecka] e una donna di  servizio sono sinceramente praticanti (l'universitario che si è confessato è già partito).  

    Questa paziente mi ha invitato nella sua stanza e mi ha mostrato qualcosa di insolito in “Bratnia  Pomoc”: delle immagini sacre.  

    Vicino al letto c'era un piccolo quadro di s. Antonio senza cornice, attaccato alla parete, e sopra la  finestra si vedeva una bellissima immagine del sacro Cuore, dipinta su vetro e bene incorniciata.  

    La signora mi raccontava che una sua amica, venuta a farle visita, era rimasta sconvolta per la si tuazione preoccupante di questa casa dal punto di vista religioso.  

    Allora ha comperato quel quadro e... insieme hanno organizzato la cerimonia della intronizzazione [del s. Cuore] in quella casa. 

    Da allora molte cose sono cambiate in meglio. Io ho cominciato a farvi delle capatine, un universi tario si è confessato, un ebreo ha ricevuto il battesimo, alcune anime sono sinceramente alla ricerca  della verità, poiché si sentono “infelici” senza la fede; infine, è imminente un cambiamento dell'ammini strazione miscredente. 

    Il medico del luogo, una volta, mi ha invitato nel suo studio e mi ha pregato, d'accordo con il diretto re, di non frequentare più la casa di cura “Bratnia Pomoc”.  

    L'Immacolata mi ha dato un po' di energia e mi sono opposto, facendogli presente che anch'io sono  un ospite come gli altri e sono libero di entrare nelle ore di visita, e non si possono fare eccezioni. 

    Ti chiedo una preghiera per questi poveretti. 

    fr. Massimiliano M. Kolbe M.I.

  • S.l.G.C. 

    Caro Fratello! 

    Mi scrivi che non stai organizzando nulla; senza dubbio contribuisci di più alla gloria di Dio e alla  salvezza delle anime studiando secondo l'obbedienza, che operando miracoli di conversioni, ma contro  la Volontà di Dio.  

    Comunque, devo dirti che anche a Zakopane, fra gli studenti universitari, hai fatto qualcosa; infatti,  ho ritenuto opportuno leggere ad alcuni di loro la poesiola “Błogosławieni” 2 in risposta alle loro obie zioni contro il clero. 

    Possiamo ringraziare l'Immacolata, poiché il più accanito avversario (non so se già te ne ho scritto)  si è arreso alla grazia di Dio e, prima di partire da Zakopane, ha voluto confessarsi.  Ho anche battezzato uno studente ebreo che stava ormai in punto di morte 3: e il fatto ha provoca to una scenata quando sono giunti la madre e il fratello, ma “post factum”.  

    Faresti una cosa lodevole se qualche volta tu volessi pregare il Cuore di Gesù, per mezzo dell'Im macolata, per la conversione di “tutti” gli studenti universitari che si trovano qui.  Ho sperimentato che solo la preghiera ottiene la grazia della conversione. 

    Quanto alla mia salute, sono ancora febbricitante.  

    Potresti accennare a p. Innocenzo dei miei progetti di fisica 4.  

    In ogni caso, glieli manderò io stesso appena mi sarò ristabilito un poco (forse egli potrà preparare  un modellino).  

    Fai una preghierina per la salvezza della mia anima e, se è per la maggior gloria di Dio, anche per  quella del mio corpo (ma sempre sotto condizione). 

    Tuo fratello 

    fr. Massimiliano 

    Nota 54.1 Nell'originale vi è l'indicazione “1920” : si tratta, evidentemente, di un errore.  

    Nota 54.2 Cf. SK 48, nota 1.  

    Nota 54.3 Era uno studente di medicina di Tarnow.  

    Nota 54.4 Tra gli scritti di p. Massimiliano vi è un progetto per il volo interplanetario, dal titolo: Etereoplano ed altri apparec chi (SK 1386), che egli presentò a p. Giuseppe Gianfranceschi, professore della Gregoriana a Roma, il 22 XI 1918 (cf. SK  988D, alla stessa data) e che alcuni giorni più tardi comunicò alla rivista milanese Scienza per tutti . Negli stessi anni p.  Massimiliano abbozzò alcuni progetti per un telegrafo (SK 1387) e un trattato di matematica (SK 1388; cf. pure 34, nota 2).

  • Sia lodato Gesù Cristo! 

    * Carissimo fratello mio 

    Scrivo poco, perché ammalato e ancora febbricitante.  

    Continuo a stare nell'ospedale come cappellano e paziente insieme e dovrò stare qua fino al mese  di maggio (se la cura andrà bene).  

    Con tutto ciò mi trovo assai bene, perché la vita dei M.I. si riduce a farsi guidare dove, quando e  come piace alla Mamma. 

    L'ubbidienza, dunque la Mamma, mi mandò qua, allora che cosa posso desiderare di meglio? Di M.I. non me ne occupo più; cioè: non la reggo, perché il P. Provinciale [Luigi Karwacki] mi ha  detto di lasciare tutto, anche la direzione di M.I. ed attendere alla recuperazione della salute, dunque  anche questo vuole la Mamma.  

    Adesso le cose di M.I. in Polonia tiene nella mano il P. M. Ceslao Kellar, definitore della Provincia. Io mi riduco all'azione di un membro di M.I. ed anche questa moderatamente, non organizzo nien te, soltanto prego e faccio pregare gli altri e parlo un po'; e così un impiegato governativo, che da molto  tempo trascurava i SS. Sacramenti e che, ricevuto il libro apologetico da leggere, lo mise da parte e  sfogliava soltanto certi romanzacci e diceva “io sono un eretico”, “per me ci vogliono le prove chiare”,  raccomandato alla Mamma Immacolata che preghi il S. Cuore per mezzo della Gemma e ricevuto la  medaglia miracolosa, contro ogni aspettazione, subito presa la medaglia si confessò.  Alla Gemma ho promesso per questo la versione della Sua biografia in russo se questo signore si  fosse confessato nello stesso giorno e così fu. 

    Non lontano di qua ci sta una casa di salute degli studenti di università colla fama della irreligione.  L'Immacolata mi portò in mezzo a loro per mezzo d'una mia furberia, “sicut serpentes” [Mt 10, 16], feci  con loro una serie di discussioni apologetiche, ma libere, così che ciascuno poteva dire la sua senten za. Il più accanito avversario, che convinto ha detto una volta: “la logica è un gioco di parole” ed un'al tra: “io non posso credere”, dopo fallita una prova colla filosofia di Schopenhauer ed un altro libro in  mano, cedette alla grazia di Dio per mezzo dell'Immacolata, della quale ha ricevuto prima la “Medaglia  miracolosa”, e colla meraviglia dei colleghi disse pubblicamente che si voleva confessare - e subito lo  fece.  

    Mi ha scritto adesso (perché tornato in casa) raccomandandosi alla preghiera. 

    Preghi anche Lei e faccia pregare per lui. 

    Nella stessa casa ho avuto la felicità di battezzare un giudeo (studente di università anche lui) e gli  diedi gli ultimi Sacramenti (era molto grave).  

    Un giorno dopo venne la sua madre con fratello e fecero un pandemonio, ma era troppo tardi.  Anche a lui diedi la medaglia.  

    Per questo ho incitato un odio di quasi tutti gli accademici e quando una delle accademiche prega va il medico di casa che chiami me (o piuttosto dopo che io sono stato già lì) disse lui che si può chia mare gli altri preti, ma questo no, perché lui è un... missionario.  

    Che bel reato, è vero?  

    Che felicità sarebbe morire per una tale colpa. 

    Quando i prigionieri bolscevichi stavano qua (erano 40) feci venire da Cracovia dei libri (in russo)  apologetici dalla biblioteca di M.I. e imprestai a loro designando uno che doveva far da bibliotecario.  Parecchi arrivarono alla persuasione che Gesù Cristo fondò una Chiesa e qualcuno si persuase che il  capo di questa è il successore di S. Pietro, il Papa.  

    Tutti accettarono le “Medaglie miracolose”, anche due giudei che erano fra i soldati polacchi per la  guardia presero le medaglie.  

    Adesso tutti partirono e dicevano i russi: “quando guarderemo questa medaglia ci ricorderemo che  l'ha data un sacerdote”.  

    Preghiamo anche per loro e per questa povera e misera casa dei studenti di università che il S.  Cuore, al quale era stata consacrata da una signora [Edvige Bieniecka] che lì sta, regni anche in que-

    sto luogo. - Ho dato la Medaglia anche ad una giudea che promise di tenerla con onore; quando m'in contra, allora mi saluta con un profondo inchino.  

    Oltre questo cerco di imprestare i libri agli irreligiosi, ed incitare al fervore i buoni, p.e. per mezzo  dello “Specchietto delle gioie spirituali” o qualche buona parola.  

    Ecco un po' di azione che la Mamma Immacolata si degna fare per me adesso. Incontrati gli operai o gli altri, se è opportuno e conveniente e prudente, mi fermo e si parla della in sufficienza del socialismo, della irragionevolezza degli increduli e della felicità e verità nella pratica del la religione e la fede. 

    Ecco un fascio di notizie, che Lei può comunicare anche al fra Paulo [Moratti] e a quelli che voglio no sapere come potrebbe lavorare uno M.I. anche senza organizzazioni. 

    Forse non ha ricevuto la mia cartolina 2 scritta 3 mesi fa da Zakopane [?] 

    Con p. Pal ci sto in relazione come con voialtri. Indirizzo: Colegiul Franciscan, Halaucesti Jud. Ro man. Romania. Mi mandi: “J'irai la voir un jour” colla musica 3

    Avrei molto da scrivere ma non posso, perché se no la febbre andrà su.  

    Preghiamo, soffriamo e lavoriamo per amore di Gesù per le mani dell'Immacolata.  Fra poco - in paradiso. 

    Suo aff.mo confratello 

    Massimiliano M. Kolbe M.C. M.I. 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 55.1 Nell'originale vi è l'indicazione “1920”: si tratta, evidentemente, di un errore. Il destinatario è indicato da una anno tazione di p. Massimiliano (“per fr. Girolamo” ) all'inizio della lettera.  

    Nota 55.2 La cartolina non è stata conservata.  

    Nota 55.3 In precedenza p. Massimiliano aveva già indirizzato una simile richiesta a p. Pal - cf. SK 46. 

  • G.M.G.Fr. 

    * Carissimo Confratello 

    Non ripeto questo che già ho scritto nel foglio per il fr. Girolamo, perché la salute non me lo permet te.  

    Domandi dunque a lui e faccia sapere lui delle cose di M.I., che metto qua come risposta alla Sua  lettera. 

    Io non posso dire niente di ufficiale, perché (come ho detto nel foglio al fr. Girolamo) sono adesso,  per la Volontà della nostra carissima e benignissima Mamma Immacolata, un semplice membro. Riguardo dunque alla condizione del consenso del confessore posso comunicare soltanto il fatto  che dai secolari in Polonia questa condizione non si esige.  

    Neppure la mettevamo quando si trattava dei Padri. 

    Bisogna anche concedere che, stampata la pagella, tutti coloro che compiscono le condizioni ivi in dicate appartengono alla M.I.  

    Dunque strettamente parlando è la consacrazione alla Madonna Immacolata (anche con atto inter no) secondo lo spirito di M.I. cioè come strumento incondizionato e totale in vita, morte ed eternità, co me la Sua proprietà, che costituisce l'essenza di M.I. 

    La Sua medaglia è il segno esterno della consacrazione e fonte di tante grazie da Essa promesse.  È dunque una parte integrante, non però essenziale, così che se mancano le medaglie, si fa a meno,  senza però troncare subito M.I. 

    Anche l'inscrizione nel libro non figura come condizione, dunque strettamente parlando non è asso lutamente necessario, ma però si deve fare per avere evidenza e comodo nel reggere l'associazione.  La giaculatoria e in genere i mezzi non sono la condizione “sine qua non”.  

    Questo è finora; se poi nel concedere le indulgenze la Congregazione vorrà richiedere come con dizione anche l'inscrizione o qualche altra cosa, p.e. la giaculatoria, allora chi non la osserverebbe non  avrebbe parte nelle indulgenze. 

    Dunque anche i Chierici come gli altri fedeli possono (dicendo strettamente) appartenere alla M.I.  senza il consenso del Confessore, ma saranno allora incapaci di vincere le avversità, le contraddizioni  e diverse burrasche alle quali ogni opera di Dio era stata esposta.  

    Se si troveranno degli uomini del resto molto savii e santi, che però non saranno per loro i Superiori  nel rispettivo foro (interno o esterno secondo i diversi atti) e questi uomini metteranno fuori le ragioni  molto savie e sante in contrario così che loro si persuaderanno; di più se troveranno difficoltà in ogni  passo e continui fiaschi, quando ci perderanno voglia per tutto questo, allora non potranno resistere.  

    Ci ho io anche degli esempi. Perché dove potrebbero allora trovare l'appoggio? Sola certezza che  non si appartiene alla M.I. per la propria volontà (volubile) e secondo la propria ragione (fallibile), ma  secondo e per l'ubbidienza cieca, è un fondamento incrollabile.  

    Tutte le obiezioni e avversità potranno affliggere, ma non mai rompere. Solo l'ubbidienza contraria  potrà cambiarci, ma anche allora non diremo mai di aver sbagliato facendo prima “sì” e adesso “no”,  ma che prima era bene “sì” perché così voleva Iddio e la Mamma e adesso è buono “no” per questa  stessa ragione. Siamo strumenti nella mano dell'Immacolata, Essa dunque deve chiamarci.  

    E la certezza possiamo avere solamente nella santa ubbidienza.  

    Perciò dico che senza questa condizione si può appartenere alla M.I., ma quelli che così apparten gono non avranno tanta forza e pace quanto gli altri, che piuttosto entrano nel 3 grado di M.I. cioè in  modo eroico. 

    Potrà dire al P. Rettore [Stefano Ignudi], che io mi misi a piantare la M.I. nei nostri collegii perché  R.mo P. Generale [Domenico Tavani] privatamente ha detto a me quando ero a Roma di fondare M.I. (secondo il programma che benedisse) nei nostri Collegii (si parlava di tutto l'Ordine, perché in genera le).  

    Dunque io Gli comunico questo desiderio del R.mo P. Generale.

    Riguardo alla Confraternita di Parigi 2, questa si limita soltanto alla preghiera, M.I. però benché la  usi come l'arma principale, ugualmente si mette in azione con tutti i mezzi permessi dalle circostanze,  come p.e. da noi in Polonia: dunque approfondire la scienza della religione in sé e fra gli altri, libri,  stampe, biblioteche, conferenze, discussioni, etc. 

    I Chierici si preparano a questo per mezzo delle collocuzioni apologeticoreligiose (in Noviziato da  noi si tratta l'ascetica) e i Sacerdoti lavorano secondo la preparazione acquisita nel Chiericato. Poi, noi ci consacriamo illimitatamente all'Immacolata e questo costituisce l'essenza di M.I.;  nell'Associazione di Parigi questo non c'è. - Ogni nostra passione e l'azione, pensieri, parole, atti; vita  morte eternità tutti noi siamo sempre la proprietà irrevocabile (che dolcezza) dell'Immacolata Regina  del cielo e della terra.  

    Dunque anche se non ci pensiamo (come piace a riflettere)  

    Essa dirige ogni nostro atto e predispone tutte le circostanze, ripara le cadute e ci porta amorevol mente verso il cielo e per mezzo di noi si compiace di seminare buoni pensieri, affetti, esempi, di salva re le anime e ricondurle al buon Gesù. - C'è dunque una bella differenza. 

    Ma la Volontà della nostra Mamma è lo stesso che la Volontà di Dio? Senza dubbio, ma (se si può  dirlo) c'è qualche distinzione cioè che la Mamma è lo strumento della Misericordia di Dio, non però del la Giustizia. Il Buon Dio per non punirci ci diede la Mamma per poter restringere quanto più la Sua Giu stizia. 

    Noi dunque, consacrandoci ad Essa, siamo anche, come Essa nella mano di Dio, così noi nella  Sua immacolata mano gli strumenti della misericordia di Dio.  

    L'ubbidienza è la Volontà di Dio, e per noi di Dio per mezzo dell'Immacolata, cioè di Dio misericor dioso

    Lasciamoci dunque guidare, siamo quieti, quieti, non pretendiamo di fare più di quello che vuole  Essa, oppure più presto.  

    Lasciamoci portare da Essa, Essa ci penserà a tutto, ci provvederà a tutti i nostri bisogni di anima e  di corpo; ogni difficoltà, dispiacere diamo a Lei e confidiamo che ci penserà meglio di noi.  Dunque pace, pace, molta pace nell'illimitata confidenza in Lei.  

    Tutta M.I. non la abbiamo fatta noi e neppure noi la sappiamo o possiamo portare avanti.  Se è la cosa della Mamma gli ostacoli la faranno più forte, se poi no, cada pure; perché deve im picciare?  

    Se anche la Mamma non volesse che M.I. durasse più, ma si contentasse di quello che si è fatto fi nora, è Essa la nostra Signora, faccia come Le pare. 

    Occupiamoci, ma non preoccupiamoci.  

    Bisogna che le tribolazioni esterne ed interne, i fiaschi, la svogliatezza, la stanchezza, le derisioni, i  rovesci e altre croci ci purifichino e ritemperino.  

    Ci vuole molta pazienza anche con se stesso e perfino col buon Dio, che per amore ci prova. Scrivete quanto più presto a fra Garleanu di queste cose che sono scritte in questa lettera e po trebbero servirgli specialmente che non si turbi, lasci tutto alla Mamma, perché noi tutti non facciamo  da noi che rovinare. Io non gli scrivo perché ammalato e, come vedete, per francare una lettera ci vo gliono 10 marchi.  

    Salutatemelo tanto tanto. 

    Preghi alla Mamma che anch'io mi converta. 

    Aff.mo confratello 

     Massimiliano M. Kolbe M.C. M.I. 

    __________ 

    Testo originale in lingua italiana. 

    Nota 56.1 Nell'originale vi è l'indicazione “1920”: si tratta, evidentemente, di un errore. Il probabile destinatario è stato identi ficato in base ad un confronto della presente con la lettera n. 55.  

    Nota 56.2 Associazione della Medaglia Miracolosa - cf. SK 34. 

  • Caro Fratello! 

    Bisogna raccomandare all'Immacolata la causa della sua Milizia, perché il diavolo non riesca ad o stacolarne l'approvazione e lo sviluppo. 

    Massimiliano