“… come Ella è strumento perfettissimo nella mano di Dio, nella mano della misericordia divina, del Ss. Cuore di Gesù, cosi noi siamo uno strumento nella mano di Lei. E cosi, attraverso Lei siamo lo strumento del Ss. Cuore di Gesù, vale a dire della misericordia di Dio.

Perciò la nostra parola d’ordine è: <<attraverso l’Immacolata al Cuore di Gesù>>”.

SK 339 (lettere a p. Floriano Koziura)

REGOLA  DI  VITA  M. I.

MILIZIA DELL’IMMACOLATA

Associazione pubblica internazionale di fedeli della Chiesa Cattolica  fondata da P. Massimiliano Kolbe nel 1917


“Santi  e  immacolati  nell’ amore”


REGOLA  DI  VITA  M. I.

per imparare da Maria a vivere come Maria


Presentazione (*)

(*) 

- In corsivo i testi di S. Massimiliano Kolbe (citati con SK) e altre citazioni.

- In grassetto i testi biblici e i Titoli.

- Le sottolineature evidenziano passi particolari.


Il Fondatore della Milizia dell’Immacolata, P. Massimiliano Kolbe, dotato di grande capacità intellettuale e organizzativa, ha scritto molto nella sua vita, ma non ha lasciato una precisa “Regola di Vita” per quanti avrebbero fatta propria la spiritualità emanata dal suo carisma. 

Dei 1388 Scritti raccolti, ce n’è uno (SK 1226) che riassume brevemente la spiritualità e la struttura di questa Associazione. 

Il Centro Nazionale M.I. ha avvertito l’importanza di presentare in forma organica la spiritualità e la struttura affinchè i consacrati all’Immacolata nell’Associazione M.I. abbiano a portata di mano un sintesi chiara, completa (anche se non esauriente) del pensiero di P. Kolbe.

La presente “Regola di Vita” trova il suo fondamento negli “Statuti Generali della Milizia dell’Immacolata”, che la Chiesa ha emanato con il più recente aggiornamento del 25 marzo 2015.

Negli Statuti Generali la Chiesa ha riassunto sinteticamente tutto il carisma di S. Massimiliano ed ha delineato la vita, la struttura e la testimonianza della Associazione.

Nella Regola di Vita viene evidenziata la grande “grazia” che Dio concede a chi, accogliendo Maria “in casa sua” (cfr. Gv. 19,27), cioè nel suo cuore, si consacra a Lei Immacolata e “si lascia condurre da Lei e dallo Spirito Santo” (cfr. SK. 987) “per fare le opere buone, che Dio ha preparate precedentemente affinché le pratichiamo” (Ef. 2,10).

La Regola di Vita essenzialmente è per i consacrati nella M.I., ma è anche un valido sussidio per chi desidera conoscere o approfondire la Spiritualità di S. Massimiliano M. Kolbe.



L’Associazione M.I. spiegata da S. Massimiliano M. Kolbe (1938)


1) Un po' di storia. 

La Milizia dell'Immacolata è un'associazione sorta a Roma nel 1917, nel Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali. 

Il 02.01.1922 la Milizia ottenne esistenza giuridica nella Chiesa mediante il seguente decreto del Cardinale Pompilj, Vicario del S. Padre per la diocesi di Roma: “Con il vivo desiderio che la devozione alla Santissima Vergine si estenda ovunque, con la nostra autorità istituiamo canonicamente la pia associazione chiamata comunemente "Pia Unione della Milizia di Maria Immacolata" nella cappella del Collegio Serafico dei Frati Minori Conventuali in Roma e approviamo quanto è stato istituito. Dal Vicariato, 02.01.1922. Basilio Card. Pompilj, Vicario Apostolico”. 

Il 18.12.1926, il S. Padre Pio XI promulgava un “Breve”, con il quale concedeva numerose indulgenze agli iscritti alla “Milizia dell'Immacolata”; il 23.04.1927 il medesimo Pontefice Pio XI con un altro “Breve” elevava la Milizia dell'Immacolata alla dignità di “Primaria”. 


2) Lo scopo. 

Lo scopo della M.I. è: “Impegnarsi nell'opera di conversione dei peccatori, degli eretici, degli scismatici, ecc., ma soprattutto dei massoni, e nell'opera di santificazione di tutti, sotto la protezione e per la mediazione dell'Immacolata”. Il suo scopo è l'amore verso tutti gli uomini, senza nessuna differenza di fede e di nazionalità, allo scopo di accostarli alla felicità che l'avvicinamento a Dio, cioè la santificazione, fa sperimentare. E tutto questo sotto la protezione e per la mediazione della Ss. Vergine Maria Immacolata. Tutti sappiamo che la Vergine Immacolata è stata costituita da Dio Mediatrice di tutte le grazie. Nessuno si converte o si santifica senza la grazia di Dio, poiché è proprio la grazia di Dio la causa della conversione e della santificazione, purché l'anima voglia collaborare con tale grazia. 

Per questo motivo non si può affatto parlare né di conversione né di santificazione senza l'aiuto dell'Immacolata, Madre della grazia divina. 

Anzi, quanto più uno si avvicina a questa Dispensatrice delle grazie divine, tanto più numerose grazie riceve, tanto più facilmente si fa santo e contribuisce alla santificazione del prossimo. È logico, quindi, che ci si impegni nell'opera di conversione e di santificazione delle anime sotto la protezione e per la mediazione dell'Immacolata. 


3) Le condizioni. 


Le condizioni per appartenere alla M.I. (M.I. è la sigla internazionale della Milizia dell'Immacolata, in latino “Militia Immaculatae”). 

Chi desidera offrire il proprio contributo all'opera di santificazione degli altri deve cominciare da se stesso. Egli stesso deve avvicinarsi sempre più all'Immacolata, per ottenere da Lei le grazie che lo aiutino ad amare Dio in modo sempre più perfetto e concreto in ogni istante della sua vita quotidiana. La forma più perfetta di avvicinamento è la donazione totale, la consacrazione come cosa e proprietà. La condizione prima ed essenziale per appartenere alla M.I. è la consacrazione totale di sé all'Immacolata. 

Tale consacrazione non esige che si abbandoni contemporaneamente il mondo, la famiglia e che si entri in un convento. No! Si può benissimo continuare ad occuparsi di tutti gli onesti affari nei quali si è impegnati, solo che ormai non siamo più noi soli ad offrire tali nostri affari quotidiani a Dio, ma è Lei, l'Immacolata, di cui siamo divenuti proprietà, che li presenta a Dio. E Maria offre tutto questo non come fosse nostro, difettoso, pieno di imperfezioni, ma come Sua proprietà personale, poiché noi e tutto ciò che è nostro apparteniamo a Lei. Di conseguenza, anche qualsiasi nostra occupazione appartiene a Lei. L'Immacolata, però, non può offrire a Dio alcunché di macchiato dal peccato. 

Allora, nelle Sue mani immacolate le nostre azioni imperfette divengono pure senza macchia e, perciò, incomparabilmente più preziose. Colui che entra a far parte della M.I. può continuare a permanere nel suo stato e nella sua professione civile, tuttavia, conscio di appartenere alla Immacolata, egli pone una cura tutta particolare per rendere tutta la sua vita sempre più degna dell'attributo di figlio, di proprietà di Lei. In una parola, cerca di appartenere a Lei nel significato più rigoroso di tale espressione. Non solo, ma, sperimentando quanta dolcezza dà nella vita l'avvicinamento all'Immacolata, quanta energia nelle tentazioni, quanto conforto nelle difficoltà, cerca di partecipare anche a coloro che gli vivono accanto la propria felicità, fa di tutto per avvicinare pure costoro all'Immacolata, per conquistare a Lei i loro cuori. 

Il solo pensiero che tante anime ancora non conoscano neppure il nome di Maria, non gli dà pace. Bramerebbe conquistare il mondo intero a Lei, introdurre l'Immacolata in ogni cuore che batte e che batterà in ogni tempo sotto il sole, affinché Ella possa illuminare questi cuori con tante grazie, li riscaldi con l'amore del Suo Cuore materno e accenda in essi il fuoco dell'amore verso Dio, verso il Cuore Divino di Gesù. 

Egli si rende conto, tuttavia, di non essere in grado di far fronte da solo ad un'opera così vasta; comprende che l'Immacolata stessa deve agire in lui e attraverso di lui in mezzo alle persone che gli vivono accanto e perciò si offre ancor più perfettamente in proprietà all'Immacolata, quale docile strumento nelle Sue mani immacolate. Allora, la condizione prima ed essenzialissima è: “donarsi totalmente all'Immacolata come strumenti nelle sue mani immacolate”. 

Vi è pure una seconda condizione: portare la medaglia miracolosa. Non si tratta di una condizione essenziale, tuttavia costituisce in certo qual modo il segno esterno della totale donazione interiore all'Immacolata. Questa medaglietta è chiamata “miracolosa” poiché operato innumerevoli conversioni. L'Immacolata si compiace di far scendere incessantemente numerosissime grazie su coloro che la portano al petto con devozione. La medaglia ebbe origine nel 1830. L'Immacolata stessa la volle mostrare a Caterina Labouré, novizia delle Suore della Misericordia, a Parigi. La gran quantità di grazie ottenute conferma l'autenticità di tale apparizione. 

Per appartenere in maniera giuridicamente valida alla M.I. e lucrare le indulgenze che le sono state concesse, è indispensabile aver già ricevuto il s. battesimo e far parte della Chiesa cattolica; inoltre bisogna far iscrivere il proprio nome e cognome sul registro degli iscritti in una delle sedi, canonicamente istituita, della Milizia. 


4) I mezzi. 

Di quali mezzi si serve la M.I.? 

Il buon esempio, la preghiera, la sofferenza e il lavoro sono i mezzi ordinari con i quali si promuove il bene nelle anime. 

L'esempio spinge all'imitazione; la preghiera, il sacrificio e la sofferenza attirano le grazie divine, mentre l'attività esteriore porta a compimento l'opera, purché l'anima che si vuol condurre al bene non opponga resistenza in modo cosciente e volontario all'azione della grazia divina. 

A proposito della preghiera, gli associati si impegnano, per quanto è loro possibile, a rivolgersi all'Immacolata almeno una volta al giorno con l’invocazione impressa sulla medaglia miracolosa: “O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a Te ricorriamo”, aggiungendo inoltre: “e per tutti coloro che a Te non ricorrono, in particolare per i massoni e per quelli che sono stati raccomandati a Te”. In tal modo con questa brevissima preghiera essi abbracciano tutti gli associati e tutte le persone del mondo. 

Ciò che ciascuno può fare personalmente per la causa dell'Immacolata nelle anime è lasciato allo zelo e alla prudenza dei singoli. Alcuni si raccolgono in gruppi con un'organizzazione più rigorosa e nelle loro riunioni stabiliscono insieme i piani di lavoro, esaminano i risultati della loro azione ed eleggono un proprio consiglio direttivo.. 


5) L'essenza e lo spirito della M.I. 

L'essenza della M.I. consiste nel fatto che essa appartiene alla Immacolata in modo incondizionato, irrevocabile, illimitato: è della Immacolata sotto ogni aspetto. Di conseguenza, colui che entra a far parte della M.I. diviene totale proprietà dell'Immacolata. Per ciò stesso egli diviene proprietà di Gesù, così come Maria è proprietà di Gesù, e quanto più perfettamente appartiene a Lei, tanto più perfettamente appartiene a Gesù; ma sempre in Lei e attraverso Lei, ossia nel modo più facile e sicuro. 

Attraverso Gesù, egli diviene proprietà di Dio. Essere dell'Immacolata, quindi, è l'essenza della M.I. Il movimento si chiama “Milizia”, poiché colui che ne fa parte non si limita alla donazione totale di sé all'Immacolata, ma si dà da fare, per quanto può, per conquistare a Lei anche i cuori degli altri, affinché anche costoro si donino a Lei. Egli vuole conquistare a Lei il maggior numero possibile di persone. Questa è l'essenza della M.I, 

Ma qual è il suo spirito? Lo spirito è ciò che dà vita, che dà movimento. Lo spirito della M.I. dovrà vivificare tutti i suoi aderenti, affinché siano sempre più perfetti militi dell'Immacolata, divengano ogni giorno più proprietà della Immacolata e conquistino a Lei i cuori dei loro vicini. Quanto più saranno vivificati da questo spirito, tanto più saranno militi dell'Immacolata. 

A conforto delle anime fervorose è necessario sottolineare che l'essenza della donazione all'Immacolata non consiste nel pensiero costantemente rivolto a Lei, ma nella volontà. Perciò l'anima occupata nel coscienzioso adempimento del proprio dovere e sempre proprietà dell'Immacolata e anche i suoi pensieri, le sue parole, le sue attività non cessano di appartenere all'Immacolata, anche se in quel momento non ci pensa. (…)

Sarei ben felice se queste poche parole potessero contribuire ad avvicinare molte, moltissime anime alla comune nostra Madre spirituale, Maria Immacolata, e se potessero spronarle nell'opera di conquista di un numero sempre maggiore di cuori a Lei e, attraverso Lei, al sacratissimo Cuore di Gesù, Uomo-Dio. 

 p. Massimiliano M. Kolbe ( SK 1226 )


Il progetto di Dio sull’uomo sin dall’eternità (“ci ha creati per essere santi e immacolati nell’amore” Ef. 1,4) è stato apparentemente disatteso dall’esperienza iniziale del peccato. 

Ma Dio ha fatto sì che tutto concorresse al bene di coloro “che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Quelli che egli da sempre ha amato li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo; quelli che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati” (Rom. 8,30). 

Dio chiama, giustifica, glorifica.

L’Incarnazione del Verbo di Dio ha fatto fare all’uomo un’esperienza molto più ricca di quella inizialmente prevista, con una conclusione “divina”: “Ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra… perché noi fossimo a lode della sua gloria” (Ef. 1, 10-12).

Questo progetto eterno si è realizzato “nella pienezza del tempo” (Gal. 4,4) per la libera collaborazione di Maria, e raggiungerà il suo vertice anche per la nostra collaborazione. 

Siamo chiamati a rendere visibile l’Amore, imparando da Maria, “essendo Maria”. Il P. Massimiliano Kolbe, autorevolmente proclamato “Patrono di questi difficili tempi”, ha avuto la grazia di imparare, ha avuto la vocazione di coinvolgere e la missione di diffondere questa esperienza tutta nuova nella Chiesa.


1.- La chiamata di Maria 

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio» (Lc. 1,26-37).


2.- La risposta di Maria

Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc. 1, 38). 

La Parola si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi. (Gv. 1,40).

Dio ha dato a Maria una Parola: il Figlio!

E a questo dono è stato fedele sempre, fino alla fine!

Anche Maria ha detto a Dio una Parola: Eccomi!

E a questa risposta è stata fedele sempre, fino alla fine… ed oltre!


1.-La chiamata di Massimiliano


Dopo la morte di P. Massimiliano, sua madre scrisse una lettera ai confratelli di suo figlio, rivelando un evento che dà luce alla vita e alla morte del Santo. La sua lettera è datata: 12 ottobre 1941.

Sapevo già da prima, in seguito ad un caso straordinario che mio figlio sarebbe morto martire. 

Una volta, tremante per l'emozione e con le lacrime agli occhi mi disse: «Mi è apparsa la Madonna, tenendo nelle mani due corone: una bianca, e l'altra rossa. Mi guardava con affetto e mi chiese se avessi voluto quelle due corone. La bianca significava che avrei perseverato nella purezza, e la rossa che sarei stato un martire. 

2.- La risposta di Massimiliano

Risposi che le accettavo... Allora la Madonna mi guardò dolcemente e scomparve.

Quindi: o una vita santa, pura, in piena comunione con Dio… o una vita d’amore eroico, come Gesù sulla croce… 

E lui risponde: “Tutte e due!” In altre parole: voglio Dio! Voglio essere tutto di Dio! Voglio vivere con Gesù, ma anche come Gesù, fino a dare tutto di me per l’umanità! 

E a questa risposta Massimiliano è stato fedele sempre, fino alla fine…

Nel suo Diario spirituale troviamo scritto ripetute volte il suo proposito, il suo impegno: Voglio essere santo, un grande santo! (SK 971)… e martire!



3.- La mia/nostra chiamata.

Dio-Figlio, facendosi uomo, ha proposto all’umanità il suo stile di vita: 

- Dio si è fatto uomo per fare l’uomo Dio! (S. Atanasio).

- Dio si è fatto come noi per farci come lui (canto liturgico).

Giovanni Paolo II ha scritto: Chiedere a un catecumeno: «Vuoi ricevere il Battesimo?» significa al tempo stesso chiedergli: «Vuoi diventare santo?» (Novo Millennio Ineunte, 31).

La Milizia dell'Immacolata conduce l'educazione dell'uomo fino a fargli raggiungere la piena realizzazione di se stesso: che tutti si facciano santi. 

In questa spiritualità, quello che maggiormente balza agli occhi è l'indirizzo mariano, conseguenza di un'esatta comprensione della missione dell'Immacolata. 

L'unico desiderio dell'Immacolata è di innalzare il livello della nostra vita spirituale fino alle vette della santità. 

L'Immacolata non mira a realizzare direttamente, di persona, questi progetti di azione apostolica, ma cerca di coinvolgere noi in questa attività. 

Di conseguenza, la condizione essenziale che ogni aderente alla M.I. deve porre in atto è: offrirsi in proprietà all'Immacolata.

La donazione di se stessi all'Immacolata, perciò, porta con sé la necessità di un lavoro in vista del perfezionamento del nostro carattere. 

Solo quando saremo perfettamente obbedienti all'Immacolata saremo apostoli mediante l'esempio della nostra vita, apostoli per mezzo della nostra azione. 

La Milizia dell'Immacolata è una visione globale di vita cattolica sotto forma nuova, consistente nel legame con l'Immacolata, nostra Mediatrice universale presso Gesù (SK 1220).

La Milizia dell’Immacolata punta non tanto sulle opere ma sull’essere, per rendere visibile l’Amore !



3.- La mia/nostra risposta

Per facilitare l’adesione con una risposta generosa, propone a tutti la divina e materna pedagogia di Maria Immacolata:

Quando ti accingi a leggere qualcosa sull'Immacolata, in quel momento entri in contatto con un essere vivente, che ti ama, puro, senza alcuna macchia. Rammenta che le parole che leggi non sono in grado di esprimere chi Ella sia, poiché sono parole umane, attinte da concetti terreni, mentre l'Immacolata è un Essere totalmente di Dio. Ella stessa si rivelerà attraverso le frasi che leggerai e ti comunicherà pensieri, convinzioni, sentimenti che lo stesso autore non era stato in grado di immaginare. 

Lei sola deve attirare il tuo cuore verso di sé con l'amore. Ricordati perciò che tutto il frutto della lettura dipende dalla preghiera a Lei. 

Non cominciare la lettura, quindi, prima di aver invocato con qualche preghiera il Suo aiuto; non preoccuparti di leggere molto, ma piuttosto intreccia la lettura con l'elevazione del tuo cuore verso di Lei, soprattutto quando sentimenti di altro genere si svegliano nel tuo cuore. 

Quando poi concludi la lettura, affida a Lei la produzione di un frutto sempre più bello. (SK 1306)

L’Immacolata entra in un'anima mediante un'ispirazione interiore oppure servendosi dell'ambiente. Allorché Ella riesce ad entrarvi, allora Ella penetra all'interno di essa, la purifica dai peccati e dai difetti, l'adorna di virtù e la conduce ad un amore ardente. (SK 1170).

Chi è dell'Immacolata gusterà una pace interiore sempre più grande anche in mezzo alle bufere. (SK 643). 

E P. Kolbe ha trasformato questa sua esperienza personale in un “segreto per pochi”, che poi la Chiesa ha elevato a “patrimonio comune per tutti”.

A me/noi la risposta, con l’impegno di fedeltà sempre, fino alla fine!



IL CARISMA


Gesù è il Verbo di Dio incarnato. La Chiesa è il Vangelo incarnato. Così pure ogni Istituto di Vita Consacrata è l’incarnazione di una espressione (una Parola, un atteggiamento, un fatto) della vita di Gesù; è un maestoso Cristo dispiegato attraverso i secoli.

E come Maria ha accolto nel suo grembo il Figlio di Dio, così la Chiesa accoglie nel suo grembo tutti i figli di Dio. 

Ad alcuni dei suoi figli, Dio elargisce dei doni particolari: i “carismi”.

I carismi sono attitudini, ispirazioni e spinte interiori che nascono nella coscienza e nell’esperienza di determinate persone. Tutti siamo chiamati a rispettarli in noi e negli altri, ad accoglierli perchè fanno crescere la Chiesa» (Papa Francesco, 06.11.2013).

La Parola che si incarna nel cuore di donne e uomini carismatici dà origine a una comunità capace di vivere quella stessa Parola e di renderla operante nella storia. Nasce un’opera nuova nella Chiesa, il Verbo continua a farsi carne. 

Paternità e maternità costituiscono l’aspetto più evidente di chi riceve un carisma che deve dilatarsi nello spazio e nel tempo.

E quando il fondatore muore, si completa la parabola evangelica del chicco di grano che cade in terra e muore per portare frutto: «È bene che io me ne vada, altrimenti non potrà venire a voi lo Spirito» (Gv 16, 7); «Voi farete cose più grandi di me» (Gv 4, 12). 

La Chiesa ha osservato la vita e la morte di P. Massimiliano Kolbe, ha conosciuto ed esaminato lo sviluppo di questa “novità” nel suo grembo, vi ha colto il “dito di Dio” e l’azione dello Spirito Santo, ha magnificato “le grandi opere” compiute nel nome “dell’Immacolata”.

Nell’aggiornare gli Statuti Generali della Associazione “Milizia della Immacolata” (approvati dal Pontificio Consiglio per i Laici il 25.03.2015), la Chiesa ha definito

1) “Carisma”: il dono divino elargito a P. Kolbe a vantaggio dell'intera Chiesa (cfr. 1 Cor. 12,4-6), cioè la grazia di far entrare Maria Immacolata nella vita del cristiano, accompagnandolo alla vetta della santità!

In questi difficili tempi in cui nella comunità ecclesiale qua e là sembra essersi raffreddato o spento “il primo amore” (Ap. 2,4), la spiritualità diffusa da P. Kolbe è capace di “aprire il cuore alle anime irretite nei lacci dell'eresia, della miscredenza o dello scisma e introdurre l'Immacolata in questi poveri cuori, affinché Ella vi porti la vera felicità, Dio (SK 1220).

Questa grazia viene comunicata con la “consacrazione all’Immacolata” e portando e impegnandosi a diffondere la “Medaglia miracolosa”, e con ciò si diventa membri della Associazione “Milizia dell’Immacolata”.

L'Immacolata: ecco il nostro ideale. Avvicinarci a Lei, renderci simili a Lei, permettere che Ella prenda possesso di tutto il nostro essere, che Ella viva e operi in noi e per mezzo nostro: ecco il nostro ideale. 

Irradiare nell'ambiente, conquistare le anime a Lei, in modo tale che di fronte a Lei si aprano anche i cuori dei nostri vicini, affinché Ella estenda il proprio dominio nei cuori di tutti coloro che vivono in qualunque angolo della terra, senza riguardo alle diversità di razza, di nazionalità, di lingua, e altresì nei cuori di tutti coloro che vivranno in qualunque momento storico, sino alla fine del mondo: ecco il nostro ideale. 

E che questa Sua vita si sviluppi nello stesso modo in ogni anima che esiste ed esisterà in qualsiasi tempo: ecco il nostro caro ideale (SK 1210)


2) “Milizia dell’Immacolata”: l’Associazione nata dal Carisma e con il quale si identifica (cfr. SK 1226). 

Il carisma, dono dello Spirito Santo, è custodito dalla stessa Milizia dell’Immacolata nella misura in cui gli Associati, singolarmente e insieme, lo incarnano e lo testimoniano, rendendolo attuale nelle molteplici circostanze della vita.

- San Francesco ha ricevuto il carisma della “fraternità universale” per indicare all’umanità di tutti i tempi Dio Creatore e la magnificenza della creazione (cfr. Cantico delle creature);

- San Massimiliano ha ricevuto il carisma della “fraternità mariana” per recuperare nella Chiesa e nell’umanità il senso della famiglia, dove “Dio è Padre, Maria è Madre e noi in Gesù tutti fratelli” (cfr. SK. 1295). 

L’originale novità di questo carisma è l’evidenziare nell’esistenza di ogni essere umano il ruolo formativo di Maria come Madre:

- compito affidatole sul Calvario da Gesù crocifisso (Gv. 19,26); 

- compito che, come Giovanni, ogni “discepolo amato” (Gv. 19,27) assume in proprio con la consacrazione all’Immacolata (“la prese con sé”).

Coloro ai quali viene partecipata questa esperienza devono: 

- “Vivere” questo carisma quale dono dello Spirito alla Chiesa, lasciandosi guidare e plasmare da Lui.

- “Custodire” il carisma in quanto dono ricevuto, e trasmetterlo.

- “Approfondire” il carisma, che ha sempre cose nuove da dire soprattutto nei differenti contesti culturali e storici in cui esso si incarna. 

- “Sviluppare” il carisma nella sua potenziale creatività.

- “Contribuire” fattivamente per facilitare con ogni mezzo la diffusione e l’espansione del carisma.

3) “Consacrazione all’Immacolata”: l’ “invenzione” dello Spirito Santo in “questi difficili tempi” per far intervenire direttamente la sua “Sposa”, l’Immacolata, servendosi di Massimiliano Kolbe come suo strumento per “riportare l’uomo alla santità della sua prima origine” (Ef. 1,4). 

La consacrazione è la condizione di appartenenza alla M.I., ma deve essere intesa e vissuta in modo “incondizionato, irrevocabile e illimitato” (SK 1226,5). Se viene a mancare anche uno solo di questi tre aspetti non c’è il “totus tuus”, e non si può parlare propriamente di “consacrazione” o “trasformazione” (cfr. St. Gen, 2; SK 508), ma più semplicemente va inteso come “affidamento” per essere protetti:

- nella consacrazione quello che conta è l’intervento dello Spirito Santo per l’attiva collaborazione dell’Immacolata in chi si è donato tutto a Lei; 

- nell’affidamento invece non è implicito nè richiesto un impegno personale duraturo, totale.

Il termine “consacrazione” non va visto soggettivamente (come se uno personalmente “si fa sacro”), ma oggettivamente: chi accoglie Maria nella sua vita e “la prende nel suo cuore” (cfr. Gv. 17,20), “è consacrato”, è “trasformato” in Lei dallo Spirito Santo!

Questa è la “novità carismatica” kolbiana, essenzialmente diversa da altre forme usate con questo titolo.

L’Immacolata è di Dio. È perfettamente di Dio, perfino da diventare quasi una parte della SS. Trinità, benché sia una creatura finita. E’ anche Madre di Dio!... Qui la testa gira... quasi sopra Iddio, come la madre è sopra i figli ed essi devono riverirla... L'Immacolata Sposa dello Spirito Santo. E noi siamo dell'Immacolata, siamo quasi Lei stessa. E Gesù, vedendo noi quasi parte della Sua Madre, ama Lei in noi. Vogliamo che Lei stessa pensi, parli, agisca per mezzo di noi. Vogliamo essere fino a quel punto dell'Immacolata che diventiamo cambiati in Essa, transustanziati in Lei. Ecco la M.I.: che Lei possa partorire Gesù, Dio, nel cuore dell’uomo e farlo crescere fino a maturità. La divinizzazione dell’uomo fino all'Uomo-Dio, attraverso la Madre dell'Uomo-Dio. (SK 508). 

Nella Ss. Trinità il Padre opera unicamente attraverso il Figlio e lo Spirito Santo. Gesù Cristo è il Figlio incarnato. L'Immacolata è lo Spirito Santo in certo qual modo incarnato. 

In un'anima giusta è presente lo Spirito Santo; perciò nell'Immacolata lo Spirito Santo è presente nel modo più perfetto possibile. L'Immacolata è la Mediatrice di tutte le grazie, poiché Ella appartiene allo Spirito Santo, a motivo della più intima e vitale unione con lo Spirito Santo. Ecco perché attraverso Lei si va a Gesù e al Padre. (SK 1286).

Lo Spirito Santo non concede alcuna grazia, e il Padre non fa scendere nell'anima la vita soprannaturale se non attraverso la Mediatrice di tutte le grazie, l'Immacolata, con la Sua collaborazione. Ella riceve tutte le grazie in proprietà e le distribuisce a chi e come Ella stessa vuole. Come il Figlio dall'eternità è il mediatore tra il Padre e lo Spirito, così Gesù, il Figlio incarnato, è divenuto mediatore diretto tra il Padre e lo Spirito Santo, considerato in certo qual modo incarnato, [cioè] l'Immacolata, Madre Spirituale dell'intera umanità. Ugualmente attraverso Lei l'amore delle creature giunge a Gesù e, attraverso Lui, al Padre. Non sempre le persone si rendono conto di questo, ma avviene sempre così (SK. 1310)

Ella ti renderà simile a Se stessa, ti renderà sempre più immacolato. Lasciati soltanto guidare da Lei, lasciati plasmare sempre più liberamente da Lei. Vigila sulla purezza della tua coscienza, purificala nel Suo amore. 

Tutto ciò che non dipende dalla tua volontà, sicuramente Ella lo permette per il tuo bene, anche se proviene dalla cattiva volontà altrui. 

E Lei che vuole che ti capiti. Non dimenticare che la santità consiste non in azioni straordinarie, ma nel compiere bene i tuoi doveri verso Dio, verso te stesso e verso gli altri. Cerca di scorgere nei tuoi doveri la volontà certa dell'Immacolata, l'adempimento della quale dimostra il tuo amore verso di Lei e, in Lei e attraverso Lei, verso Gesù e il Padre. (SK 1334)

Che mistero la “consacrazione!  E che bella, così, la nostra vita!

Per questo è indispensabile che la persona che chiede di vivere così (cioè di appartenere alla Milizia dell’Immacolata) sia:

- ecclesialmente matura, …

- consapevolmente preparata, …

- ricca di umanità, …

- spiritualmente serena, …

La Chiesa ha grande stima di questo carisma, conta molto sui “Militi dell’Immacolata” e chiede a loro grande impegno e responsabilità (cfr. St. Gen, 15).



LA TESTIMIONIANZA


Divenire Maria” è il cammino di maturazione umana e spirituale che ogni singolo membro della Associazione si impegna a fare, personalmente o insieme agli atri “militi consacrati”, sempre però immersi nello spirito mariano vissuto e tramandatoci dal P. Massimiliano nei suoi Scritti.

La consacrazione è il passo iniziale per entrare nel carisma della Milizia dell’Immacolata. 

A questo passo si giunge e di questo passo rinnovato quotidianamente ci si nutre con l’ascolto attento e fattivo della “Parola di Vita”, con il nutrimento almeno domenicale del “Pane di Vita”, con la frequente esperienza della misericordia ricevuta e donata… il tutto alimentato dalla “preghiera del cuore” che eleva la mente e rafforza lo spirito.

Per crescere “in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” come Gesù a Nazareth (cfr. Lc. 2,52), e per diventare sempre più coscientemente figlio di Dio, è necessario lasciarsi formare (“lasciarsi condurre”) da Maria Madre (SK. 1334). 

L’Immacolata ci plasma se, in ogni circostanza della vita, ripetiamo come Lei Eccomi, il filo d’oro che ha inanellato tutti gli eventi della Sua vita terrena. Così ogni consacrato sentirà di essere come Maria, sentirà di essere in certo modo Maria stessa.

I membri della M.I. si donano all’Immacolata fino al punto di essere Lei. Non è solo imitare Lei, seguire Lei, ascoltare Lei, ma è diventare Lei. E questo è possibile; naturalmente ci vuole un dono da parte di Dio ed un impegno personale. 

Ed è proprio questo il modo specifico per vivere il Vangelo.

Chi meglio di Maria ha accolto e vissuto la Parola di Dio? Maria ci è di esempio e ci insegna ad avere questo rapporto privilegiato con Gesù-Parola, perché su questa si fonda l’esperienza comunitaria cristiana.

Diventare Lei. L'elemento fondamentale di una simile trasformazione consiste nel conformare la nostra volontà con la Sua, cosicché attraverso Lei ci uniamo a Dio. Il che non significa affatto non avere iniziative in nessun campo, anzi si può e si deve comunicare con tutta libertà i pensieri, i desideri che nascono nel cuore, a condizione di essere disposti ad accogliere la decisione dell'obbedienza, sia essa conforme o contraria o indifferente al nostro desiderio. (SK 579).

Ella sola deve istruire ciascuno di noi in ogni istante, deve condurci, trasformarci in Se stessa, di modo che non siamo più noi a vivere ma Ella in noi. Permettiamo a Lei di operare in noi e per mezzo nostro qualunque cosa desidera, ed Ella compirà sicuramente miracoli di grazia: e noi stessi diverremo santi e grandi santi; divenendo simili a Lei, Ella conquisterà per mezzo nostro il mondo intero ed ogni singola anima. Lasciamoci plasmare da Lei attraverso gli avvenimenti spiacevoli e piacevoli, le gioie esterne o intime, le afflizioni, le tentazioni, ecc., ecc.: tutto per Lei. (SK 556).

Ecco l'ideale: divenire dell'Immacolata, “Immaculatae”, “I.”. Chi diviene proprietà di Lei in modo sempre più perfetto, eserciterà un'influenza sempre maggiore nell'ambiente che lo circonda e stimolerà gli altri a conoscere l'Immacolata, ad amarla, ad avvicinarsi sempre più a Lei e a donarsi a Lei fino a divenire nello stesso modo totalmente Lei stessa. Un'anima di questo genere conquista un numero sempre maggiore di altre anime a Lei, e diviene milite dell'Immacolata, “Miles”, “M.”. Ecco il significato delle lettere “M” e “I”. (SK 1211).

La vita della Ss. Trinità scorre dal Cuore di Gesù, attraverso il Cuore Immacolato di Maria, nei nostri poveri cuori. Figli miei, ricordiamoci che l'amore si nutre di sacrifici. Il vertice dell'amore è lo stato nel quale è venuto a trovarsi Gesù sulla croce quando disse: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”. Senza sacrificio non c'è amore. (SK 503)

E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. (1 Pt 3,15)

Gesù, sei rimasto su questa misera terra nel santissimo e oltremodo mirabile Sacramento dell'altare e ora vieni a me e ti unisci strettamente a me sotto forma di nutrimento... Già ora il Tuo Sangue scorre nel sangue mio, la Tua anima, o Dio incarnato, compenetra la mia anima, le dà forza e la nutre... Quali miracoli! (SK 1145).

Una presenza significativa nella M.I. è costituita dalle persone che soffrono (i "Cavalieri ai piedi della Croce"), anch'essi destinatari di un importante ambito dell'apostolato M.I. II loro affidamento all'Immacolata nell'offerta delle proprie sofferenze rende partecipe tutta l'Associazione al mistero redentivo di Cristo e rinnova l'impulso missionario (St. Gen. 18).

Non è forse bello questo ideale di vita? Conquistare il mondo intero, cominciando da se stessi. La nostra potenza consiste nel riconoscere la nostra debolezza e miseria e in una illimitata fiducia nella bontà e potenza dell’Immacolata. La natura può inorridire, ma il sacrificio consiste proprio nell'andare oltre le attrazioni della natura corporale (SK  301).

L'Immacolata ha i suoi piani e le sue intenzioni. A noi spetta soltanto lasciarci condurre da Lei - e non da noi soli - sempre più perfettamente, dove, quando e come piace a Lei e non a noi. L'Immacolata non è forse al corrente di tutto? Tutto dunque è nelle sue materne mani. Allora anche l'attività missionaria, la conquista delle anime a Gesù attraverso Lei sarà sempre più efficace. Il lavoro, la sofferenza e soprattutto la preghiera produrranno frutti abbondanti. Ma non desideriamo operare di più o più in fretta di quanto a Lei piace. Tuttavia, sono indispensabili le prove e queste verranno certamente, perché l'oro dell'amore deve purificarsi nel fuoco delle afflizioni (SK.755. 1218).

La sorgente della felicità e della pace non sta fuori, ma dentro di noi. Noi proclamiamo che attraverso l'Immacolata possiamo tutto: dimostriamolo con i fatti! Poniamo in Lei la nostra fiducia, preghiamo e andiamo avanti nella vita con tranquillità e serenità (SK.935).

La preghiera è l'espressione di un'anima bella. Soltanto nel momento della preghiera l'uomo eleva il cuore verso il paradiso ed entra in conversazione con il Creatore dell'universo, con Dio (SK 1208)

La nostra vita, vissuta così, testimonia che:

La M.I. è una associazione nella quale i membri contemplano in Maria Immacolata la bellezza incontaminata con la quale il Padre ci ha pensati in Cristo fin dalla fondazione del mondo, quando in lui ci ha scelti per essere santi e immacolati al suo cospetto nell'amore (cfr. Efesini 1,3-14).      I membri della M.I. ravvisano in Maria l'esemplare di santità cui ispirare la propria sequela di Cristo (St. Gen. art. 4).

Il Cristianesimo è la religione dell’Amore, dell’amore perfetto… Se questa religione si diffondesse nel mondo intero, esso diventerebbe un paradiso (SK 1205).

Gesù vivo in mezzo a noi inonda del suo amore e della sua gioia la vita e la storia. E noi siamo nati per essere immersi nella gioia ed essere portatori di gioia! 

La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. (Evangelii gaudium, 1)

In Gesù la Gioia si è fatta carne: Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena! (Gv. 15,11).

La Milizia dell’Immacolata è una componente essenziale per costruire la “civiltà dell’amore” profetizzata da S. Paolo VI, e per coinvolgere tutte le realtà ecclesiali per fare della Chiesa “la casa e la scuola della comunione” (NMI 43).




LA PARTECIPAZIONE


Missione” è l’irradiazione nella Chiesa e nel mondo della vita dei singoli associati e della stessa Associazione “Milizia dell’Immacolata” in questa era mariana profetizzata da S. Massimiliano! (SK…). 

P. Massimiliano Kolbe è apparso nel nostro tempo profeta e apostolo di una nuova “era mariana”, destinata a far brillare di vivida luce nel mondo intero Gesù Cristo e il suo Vangelo (Giovanni Paolo II , Roma 08.12.1982)

Cosa fa la M.I.? P. Massimiliano ha precisato che la Milizia dell’Immacolata non ha un’opera specifica propria, in quanto “il nostro scopo è: “Impegnarsi nella conversione dei peccatori, degli eretici, degli scismatici, ecc., ma soprattutto dei massoni, e nell'opera di santificazione di tutti, sotto la protezione e per la mediazione dell'Immacolata”» (SK 1046)

Cosa si prefigge la M.I.? Essere come Maria! Per questo bisogna 

- “lasciarsi condurre dallo Spirito Santo” (SK 1229) dove lui indica, 

- fare ciò che la Parola di Dio dice, 

- seguire fedelmente le indicazioni del Vicario di Cristo (oggi Papa Francesco!)…

L'Immacolata a Lourdes non dice: “Io sono stata concepita immacolata-mente”, ma: “Io sono l'Immacolata Concezione”. Di conseguenza, Ella è tale anche in noi e ci trasforma in Se stessa come immacolati... Ella è Madre di Dio; e anche in noi è Madre di Dio... e ci fa dèi e madri di Dio che generano Gesù nelle anime degli uomini. Sono stato in molte nazioni, ho visto tante cose, ho parlato con diverse persone, ma credetemi: non vi è nessun mezzo più adatto per venire incontro ai mali del nostro tempo che la consacrazione a Lei… (SK 486)

Guardandoci attorno e vedendo dappertutto tanto male, noi vorremmo sinceramente, soprattutto in qualità di membri della “Milizia dell'Immacolata”, porre un riparo a questo male. A volte ci sembra che Dio governi il mondo “con troppo poca energia”. Così pensa la nostra mente limitata, ristretta, mentre la Sapienza eterna, dal canto suo, giudica in modo diverso. Inscrutabili, ma sempre sapientissime sono le vie di Dio. 

Con l'atto di consacrazione noi ci siamo offerti all'Immacolata in proprietà assoluta. Questa è l'essenza dell'amore (non il sentimento, benché esso pure sia bello), che ci deve trasformare, attraverso l'Immacolata, in Dio, che deve bruciare noi e, per mezzo nostro, incendiare il mondo e distruggere, consumare in esso ogni male. E’ questa la condizione essenziale per appartenere alla M.I.: “Consacrarsi totalmente all'Imma-colata come strumenti nelle Sue mani immacolate”. Allora e solo allora assoggetteremo all'Immacolata il mondo intero e ogni singola anima con il Cuore di Gesù, mediante il fuoco dell'amore. (SK 1160).

La donazione all’Immacolata, perciò, porta con sé la necessità di un lavoro in vista del perfezionamento del nostro carattere, quindi saremo apostoli mediante l’esempio della nostra vita, apostoli per mezzo della nostra azione” (SK 1220).

La Chiesa ha bisogno che tutti noi siamo dei profeti», cioè «uomini di speranza», sempre «diretti» e mai «tiepidi», capaci di dire al popolo «parole forti quando vanno dette» e di piangere insieme se necessario (Papa Francesco , Roma 17.04.2018).

I Militi dell’Immacolata oggi sono “profeti” nella Chiesa e si immettono come lievito nelle strutture ecclesiali e sociali. 

In altri tempi i religiosi e le religiose hanno nutrito spiritualmente e diretto forme aggregative di laici; oggi «...gli stessi fedeli laici possono e devono aiutare i sacerdoti e i religiosi nel loro cammino spirituale e pastorale» (Christifideles laici n. 63). 

I laici hanno la possibilità di esprimere il carisma in contesti spesso preclusi alle persone consacrate e quindi possono evidenziare aspetti ancora non pienamente sviluppati. Hanno inoltre un occhio “esterno” (rispetto alla comunità di consacrati) che consente di vedere cose che loro che ci vivono dentro non vedono o percepiscono in modo diverso…

“Attraverso l'Immacolata”: è la nostra caratteristica essenziale. Non è sufficiente operare entro confini determinati, ma desideriamo irradiare l'Immacolata fino ad attrarre a Lei anche le anime degli altri senza alcuna limitazione. 

In una parola, desideriamo essere dei “cavalieri”, disposti a sacrificarci totalmente per Lei fino all'ultima goccia di sangue nella conquista a Lei del mondo intero: ecco la M.I. 

Debbo io stesso donarmi sempre di più a Lei affinché il mio ambiente sia illuminato sempre più dalla conoscenza di Lei, sia riscaldato e infiammato sempre più ardentemente d'amore verso di Lei, così che un numero sempre maggiore di altre persone divenga simile a me, come io lo sono nei confronti di Lei. 

Un mezzo formidabile è il collegamento delle energie dei singoli, di anime isolate tra loro. Ecco il perché della “Milizia dell'Immacolata” in quanto “associazione”. Il collegamento di energie richiede anche un capo unico; per questo esistono le sedi a vari livelli (SK 1231).

P. Massimiliano, apostolo infaticabile e insieme grande mistico, ci ricorda che contemplazione e apostolato sono un binomio inscindibile. 

Noi come Militi dell’Immacolata più di altri siamo chiamati a “prendere in mano la Parola di Dio e farne il cibo quotidiano della vita”.

La Chiesa ci spinge ad aprirci con particolare profondità e impegno a farci carico dei gravi problemi di questo momento. 

Maria è la donna che più di ogni altro ha accolto la Parola di Dio, l’ha fatta diventare carne, non solo in Gesù Cristo, suo Figlio, ma in azioni, gesti, pensieri e scelte di vita. 

P. Massimiliano in Giappone (1930-1936) è stato un vero e proprio prodigio di inculturazione. Ha compreso l’indole altamente contemplativa del popolo giapponese e ha costruito la “Città dell’Immacolata” su una montagna con in cima la grotta di Lourdes: un luogo di preghiera e contemplazione per i frati, per i militi e per quanti desideravano fermarsi in quel posto. 

Ha iniziato in Giappone perché questa nazione generalmente è considerata refrattaria all’attività missionaria. 

I progetti che aveva in mente “sono stati presentati ai superiori e approvati attraverso l’obbedienza religiosa; l’obbedienza, infatti, è la volontà di Dio, la volontà dell’Immacolata» (SK 357). 

«Qui l’Immacolata ci aiuta fortemente e, nonostante le enormi difficoltà, il numero dei lettori del Cavaliere dell’Immacolata aumenta continuamente. Si noti che quasi tutti i nuovi lettori sono pagani. E i lettori si vogliono convertire. (SK 365).

Già S. Francesco, nel 1200, aveva intuito la “Via Mariae” come la via più facile e più breve per i suoi frati: 

“Frate Leone vide in sogno: i frati si sforzavano di raggiungere il paradiso salendo per una scala rossa, in cima alla quale c’era Gesù; ma tutti, dopo aver salito alcuni gradini, cadevano a terra. Allora s. Francesco incoraggiò i frati a salire al cielo lungo una scala bianca in cima alla quale era ad attenderli la Madonna, …e senza alcuna fatica entrarono nel regno eterno”. (SK 643.2  - I Fioretti di s. Francesco. Capitoli aggiunti. Cap. VII).

- San Francesco aveva detto: “io ho fatto la mia parte, la vostra ve la insegni Cristo!” (FF 1239).

- San Massimiliano ha detto: “Quando avrete avuto notizia della mia morte, sappiate che voi siete per testamento, i miei eredi. …Quando io sarò morto, allora ricordatevi che tocca a voi continuare; a voi raccomando la Milizia. Senza limiti e senza restrizioni dedicatevi alla causa dell'Immacolata; affrontate per Essa ogni sacrificio, fino allo spargimento del sangue, se occorrerà; dovunque andrete predicate le sue Glorie e fate cantare inni all'Immacolata” (conferenza 23.05.1933).