Roma, prima del 3 XII 1918

(…)

Così pensai alla possibilità dell'etereoplano, apparecchio cioè per andare anche fuori di quel mondo come alla luna, altri pianeti e forse anche - considerando possibile aumento straordinario della velocità diminuendo la forza attrattiva della terra e più ancora servendosi delle attrazioni [dei pianeti]. (…)

Leopoli-Cracovia, anni 1907-1919 

Il sottoscritto ardisce presentare allo Spettabile Regio Ministero 2 le proprie personali invenzioni: 

1) un telegrafo scrivente, 

2) un apparecchio che registra la favella e le voci della natura, 

3) un telegrafo nel quale da una stazione si può solo parlare, mentre ad una seconda stazione un apparecchio riceve e registra; inoltre chiede un benevolo esame e una valutazione di esse sotto l'aspetto della praticità. 

Cracovia-Grodno, anni 1919-1924

(Padre Kolbe già pensava nella possibilità degli algoritmi?!)

“(…) Quand'ero ancora sui banchi di scuola, avevo sentito dire che in matematica le operazioni sono “7, soltanto 7; non possono essere di più” (ad esclusione dei calcoli differenziali), ossia: 

addizione, sottrazione, moltiplicazione, 

divisione, elevazione alla potenza, radici e logaritmi. 

Tuttavia, non mi sembrava che la matematica consacrasse in questo caso il numero 7, dato che in genere i limiti di tale scienza si perdono nell'infinito (…)”