I cavalieri ai piedi della Croce

Una presenza significativa nella M.I. è costituita dalle persone che soffrono ("Cavalieri ai piedi della Croce"), anch'esse destinatarie di un importante ambito dell'apostolato M.I. Il loro affidamento all'Immacolata nell'offerta delle proprie sofferenze rende partecipe tutta l'Associazione al mistero redentivo di Cristo e rinnova l'impulso missionario (Stat. Gener. M.I. Art. 18).

 Non illudiamoci che il valore di un'opera sia dimostrato dai frutti della attività esteriore. La conversione e la santificazione di un'anima è stata, è e rimarrà sempre opera della grazia divina. Senza la grazia di Dio non si può operare nulla in questo campo, né con la parola viva, né con la stampa, nè con nessun altro mezzo esteriore. La grazia per noi stessi e per gli altri, invece, la si ottiene con l'umile preghiera, con la mortificazione e con la fedeltà nel compimento dei propri doveri ordinari, compresi quelli più semplici. Quanto più l'anima stessa è vicina a Dio, quanto più è gradita a Dio, quanto più ella Lo ama ed è amata da Lui, tanto più efficacemente ella è in grado di aiutare anche altri ad ottenere la grazia divina, tanto più facilmente e pienamente la sua preghiera è esaudita. Di conseguenza, anche l'Immacolata è perfino piena di grazia e Mediatrice di ogni grazia anche per tutte le altre anime. E noi, conoscendo la nostra debolezza, le frequenti cadute, l'allontanamento da Dio, ci rivolgiamo a Lei proprio per questo: per ottenere ogni sorta di grazia per noi stessi e per gli altri. Perciò, il valore di ogni Niepokalanów dipende unicamente ed esclusivamente dalla vita di preghiera, dalla vita interiore, dal nostro personale avvicinamento all'Immacolata e, attraverso Lei, al Cuore di Gesù.

Per facilitare a noi l'attività volta al bene delle anime, Dio permette piccole croci di vario genere, dipendenti o indipendenti dalla volontà altrui, provenienti o meno da una volontà retta. È un campo immenso di innumerevoli sorgenti di grazie che deve essere utilizzato. Sono fonti di meriti, tra gli altri, i dispiaceri provocati da altre persone.

Per essere sinceri, la natura inorridisce di fronte alla sofferenza e all'umiliazione, ma alla luce della fede quanto sono necessarie esse per purificare la nostra anima e, perciò, quanto debbono esserci gradite! quanto contribuiscono ad avvicinare maggiormente a Dio, e quindi ad una maggiore efficacia della preghiera, ad una più valida azione missionaria!

Inoltre, l'amore scambievole non consiste nel fatto che nessuno mai ci procuri dei dispiaceri, ma che ci sforziamo di non recare dispiaceri agli altri e ci abituiamo a perdonare subito e completamente tutto ciò che ci ferisce. In questa vicendevole sopportazione consiste l'essenza dell'amore scambievole. Scrive s. Teresa: “Capisco ora che l'amore autentico consiste nel sopportare i difetti e gli sbagli del nostro prossimo, nel non meravigliarsi delle loro imperfezioni, ma nell'edificarsi di ogni minimo atto di virtù; ma soprattutto ho capito che l'amore non deve restare affatto chiuso nel fondo del cuore, poiché ‘nessuno accende una fiaccola per metterla sotto il moggio, ma la mette sul candeliere, e rischiari tutti coloro che sono in casa’ (SK 925).

 La sofferenza dell'abbandono è - senza paragone - la più grande rispetto ad altre, come il disprezzo e l'umiliazione, e l'anima quando si innamora della Sofferenza non può farne più a meno. Ci sono anime che non riescono neppure ad immaginare di poter vivere senza soffrire, né come sarà in paradiso senza sofferenza innalzarsi ancora più in alto. Se Gesù le permette di soffrire, si ritiene privilegiata il riconoscere e compiere la volontà di Dio non è qualcosa di stabile ed invariabile ma qualcosa di molto delicato e vivo. Praticamente si riassume in queste parole: far piacere a Gesù ogni istante. L'anima perfino quando inciampa non resta a pensarci troppo Ma va oltre, come un bambino; quanto più l'anima vive dell'amore tanto più si scoprono davanti a lei orizzonti nuovi di vita soprannaturale. Dio è amore e questo amore è giunto fino all’annichilimento di Dio, affinché il nulla diventi Dio (CK 228).

I cavalieri ai piedi della Croce sono consacrati all’Immacolata nello spirito della M.I.

Condividono pienamente l’ideale, la spiritualità e la missione dell’Associazione perché tutti gli uomini trovino la felicità nel Cuore di Gesù, attraverso il cuore materno di Maria. Condividono, vivono e comunicano questo ideale nella loro situazione di malattia, immobilità e impossibilità ad esprimerlo nelle attività concrete. Il dolore vissuto per amore è la chiave e la forza della loro consacrazione a Maria che si trasforma in forza e fecondità per i fratelli «attivi» della M.I., e per tutti coloro che hanno bisogno della Grazia e Misericordia di Dio.

La M.I. ha bisogno di chi con la preghiera, la sofferenza e l’offerta della vita chieda forza, luce, sapienza e costanza per coloro che camminano, lavorano e lottano “in prima linea” nella missione.